Recensione

woOOPuP!

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a cura di Slice

È innegabile come in questa generazione di console moltissimi sviluppatori indipendenti, grazie ai device kit messi a disposizione da Microsoft e una sezione dedicata completamente a loro all’interno del Marketplace della dashboard, abbiamo ricevuto moltissime attenzioni che gioco forza prima erano unicamente riscontrabili all’interno del solido ed estremamente florido mercato indie presente su PC.D’altronde, è ancor più difficile nascondere come la qualità medie delle produzioni indipendenti sia notevolmente salita in questi ultimi anni, e fiere come la recente GDC, confermano come il mercato in questo senso sia molto più attivo e ricco di spunti originali rispetto ai lori “fratelli maggiori” prodotti e sviluppatori da software house ricche di soldi e con nomi blasonati a dirigerle. Infine, è utile notare come anche grandissimi sviluppatori del passato e del presente: Tim Shafer, Al Lowe e il suo Leisure Suit Larry oppure Jane Jenses creatrice della serie Gabriel Knight si siano dati ad iniziative “benefiche” in cui chiedono soldi agli utenti e appassionati per sviluppare titoli che altrimenti rimarrebbero nel limbo video ludico. In questo cambio di era tecnologica, proprio il mercato indie è quello che più di tutti può guadagnare terreno, portando alla ribalta progetti magari semplici nel concetto ma estremamente intuitivi e divertenti da giocare.

Another brick in the wall!Il gioco in questione è ulteriormente importante perchè sviluppato da Bedroom Studio Entertainment, una software house italiana con base a Genova. Nonostante la poca visibilità che gli sviluppatori italiani riescono ad avere sul nostro territorio, i ragazzi in questione, così come Milestone, cercano di portare avanti il loro lavoro e la loro passione da ormai più di dieci anni, proponendo non solo titoli indie per XBOX360 ma anche progetti budget su PC e altri progetti sempre inerenti alla piattaforma dei personal computer. Il loro ultimo progetto, woOOPuP!, fonda le radici sin nell’antichità video ludica proponendo un concetto di gioco tanto caro a Breakout che fu realizzato da Atari per piattaforma arcade nel lontano 1976. Il progetto nacque come gioco alternativo all’altrettanto vetusto antenato del gaming: Pong. A distanza di dieci anni il concetto venne ulteriomente affinato e cesellato grazie ad un’altra pietra miliare del settore, Arkanoid. Il progetto realizzato da Taito nel 1986 era palesemente ispirato all’originale titolo Atari, tuttavia, spettò proprio al remake giapponese l’onore di rendere conosciuto nel mondo il genere che oltre a proporre numerosi seguiti, ha ispirato tantissime produzioni più recenti, tra cui anche quella che recensiamo in questo articolo.Per chi ancora non l’avesse capito, ci troviamo di fronte ad uno stile di gioco estremamente semplice, ma che dietro questa sua facciata user friendly nasconde insidie e difficoltà da vero core gamer. Scopo del gioco sarà quello di abbattere una serie di oggetti con il semplice utilizzo di una pallina che rimbalzerà su una sbarra posta sul sfondo dello schermo ( in Arkanoid era la memorabile navicella Vaus ). Gli oggetti che dovremo abbattere presenteranno diverse figure geometriche e per molti di essi non basterà un semplice colpo ma al contrario una serie ben mirata ad punto che vorremo distruggere. Cosa offre però in più il titolo degli sviluppatori italiani rispetto agli originali? Qualche elemento innovativo c’è, ed inoltre è ben sfruttato. Innanzitutto man mano che proseguiremo nei 50 livelli che compongono l’offerta di gioco, avremo di fronte situazioni sempre più complesse e non proprio semplici da gestire, che richiederanno una cura e una prontezza di riflessi non indifferente, pena la caduta nel vuoto della bilia e la conseguente perdita di una vita. Man mano che distruggeremo i mattoncini verremo ricompensati con delle monete che andranno a comporre il nostro high score in pieno stile sala giochi. Per accrescere il punteggio potremo anche ricorrere a livelli speciali a cui potremo accedere distruggendo determinati tipi di oggetti posti in alcuni schemi, che ci daranno la possibilità di raggiungere una schermata segreta in cui potremo raccogliere delle stelle che incrementeranno in maniera netta e tangibile il nostro score. Da non sottovalutare sono anche i power up. In maniera del tutto casuale si presenteranno dei quadrati che contengono all’interno dei poteri particolari – alcuni automatici altri che si dovranno attivare con RT – che ci daranno una mano a superare i livelli più difficoltosi. I poteri sono quelli classici e già visti in altre produzioni di questo tipo. Avremo una sorta di linea che salverà la nostra bilia, la possibilità di sparare dei proiettili per distruggere gli oggetti, una palla infuocata che distruggerà tutto quello che intralcia il suo percorso e molti altri. Questi inoltre non saranno limitati all’utilizzo singolo, ma potranno essere combinati tra di loro per ottenere su schermo delle situazioni estremamente caotiche e difficilmente gestibili ma che saranno in grado di regalarci momenti davvero esaltanti. Proprio sulla filosofia da sala giochi “ guarda come ti faccio il punteggio più alto”, sembra basarsi il concetto di gioco tant’è che per simulare il classico “insert coin” avremo tre vite a partita che dovremo farci bastare per portare a termine tutti i cinquanta livelli. Una volta esaurite le tre possibilità il punteggio si resetterà e verremo riportati al primo livello. Ad ogni modo, per chi non ama questo genere di sfide, gli sviluppatori hanno pensato di lasciargli la possibilità di ricominciare da uno dei livelli finiti.

Minimal style Sotto l’aspetto estetico, essendo un titolo che non richiede virtuosismi estetici, gli sviluppatori hanno optato per uno stile minimal, che ricorda molti i grandi classici del passato citati all’inizio del nostro articolo. Il tutto è ovviamente arricchito da effetti, scie e dissoluzioni di colore che fanno comunque capire che ci troviamo di fronte ad un titolo di questa generazione di console. Menzione particolare spetta al level design con un crescendo di ispirazioni man mano che si prosegue nei livelli di gioco, e con alcune soluzioni estetiche che citano e omaggiano alcuni grandi games di epoche passate. Niente da segnalare sotto l’aspetto audio con effetti estremamente basilari ma ben contestualizzati e che ricordano molti i suoni dei primi cabinati, conditi con musichette semplici e anch’essa dal sound nostalgico. Un peccato quindi che in questo contesto di gioco, gli sviluppatori non abbiamo pensato a qualche modalità alternativa magari legata all’online, lasciando al giocatore poca volontà di scelta una volta portato a termine il gioco.Ad ogni modo, per il prezzo a cui viene proposto ( 80 MS Points ) woOOPuP! merita di essere acquistato da tutta quella frangia di videogiocatori nostalgici e appassionati di titoli old school. Per tutti gli altri, consigliamo una prova tramite la modalità demo, siamo sicuri che dopo un solo livello sarete rapiti anche voi dalla voglia di realizzare il vostro personale record per bullarvi con i vostri amici. Consigliato.

– Rapporto qualità prezzo ottimo

– In alcuni casi estremamente impegnativo

– Tecnicamente piacevole

– Una sola modalità può stare stretta a molti

– 50 livelli forse sono un pò pochi

7.0

woOOPuP! è un titolo dal retrogusto tipicamente old school. Non proprio un’operazione nostalgia, piuttosto la volontà di riproporre una meccanica di gioco popolarissima e collaudata arricchendola di qualche variabile alternativa e sicuramente divertente. Un progetto riuscito, per di più sviluppato da ragazzi italiani, e che merita ancora di più visto il prezzo a cui viene proposto di essere acquistato.

Voto Recensione di woOOPuP! - Recensione


7