Recensione

Wars of Succession, uno strategico per veri generali

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

La Storia, quella con la S maiuscola, è una fonte infinita di personaggi, eventi cruciali, incroci e momenti che sconfinano nella leggenda vera e propria. Anche senza scomodare lunghi periodi temporali, alle volte basta concentrarsi su un arco molto più ristretto per avere uno snodo cruciale, un passaggio che, se avesse preso una direzione differente, avrebbe stravolto i capitoli successivi del nostro passato e, probabilmente, il nostro presente. Le Guerre di Successione, una serie di alleanze, coalizioni e scontri che hanno coinvolto praticamente tutti gli stati europei all’inizio del XVIII secolo rappresentano perfettamente quanto detto poco sopra: in nemmeno 15 anni tutto l’assetto del Vecchio Continente è stato completamente stravolto a causa dell’incessante stato belligerante, con la caduta finale dell’Impero spagnolo, oramai un dinosauro anacronistico, e l’ascesa delle potenze britanniche ed olandesi. AGEOD e Slitherine, da sempre in prima linea quando si tratta di videogiochi a tema storico, hanno sfruttato questo affascinante scenario per ambientare la loro ultima fatica, chiamata con ben poca fantasia Wars of Succession, e che, dopo qualche mese di attesa, diventa disponibile anche sul catalogo online di Steam.
Un assetto difficile
Prima di addentrarci nell’analisi del gioco in sé, occorre spendere qualche parola su AGEOD: per chi non la conoscesse, la casa di sviluppo francese è specializzata in titoli strategici profondi e complessi, giusto per usare un eufemismo. Nel corso di oltre dieci anni di carriera, le sue opere hanno oramai abbracciato pressoché tutte le epoche storiche, dall’Impero romano alle guerre napoleoniche, passando per la Guerra dei Trent’anni e l’infausto scontro che dilaniò l’Europa e il mondo intero fra il 1914 e il 1918. Nonostante il lungo background e l’esperienza maturata grazie ai propri numerosi lavori, il team di sviluppo si è sempre mostrato molto restio nei confronti dell’innovazione, nel bene e nel male. Prendendo infatti in esame ad esempio Alea Iacta Est – titolo pubblicato oramai quattro anni fa e ambientato ai tempi dell’ascesa di Cesare –  e confrontandolo con il nuovo Wars of Succession, emergono molteplici somiglianze e, al netto delle ovvie peculiarità storiche e di qualche piccola meccanica creata ad hoc, i due titoli potrebbero essere tranquillamente confusi per una mod dell’uno o dell’altro. Questo è necessariamente un difetto? Per nulla. I fan storici della serie – che non esiste, ma data la somiglianza fra i vari titoli è come se ci fosse un invisibile filo rosso che collega tutte queste opere –  troveranno anche in questa ultima fatica tutta l’accuratezza storica di cui necessita un vero strategico con quel determinato setting e dovranno giocare manuale alla mano per un bel po’ di partite prima di riuscire a capire anche solo gli schemi basi. D’altra parte, chi fosse alla ricerca di uno strategico più leggero, fuggirà via sconsolato dopo pochi minuti passati a cercare di capire una UI quanto mai ermetica e poco decifrabile.
Lo stato sono io
Wars of Succession è uno strategico a turni duro e puro, che si situa a metà strada tra un wargame e un grand strategy in stile Paradox Interactive – per intenderci, qualcosa come Europa Universalis – e che fa della ricostruzione storica e bellica uno dei suoi principali punti di forza. Le due anime del titolo sono ben inquadrate nei cinque scenari messi a disposizione, che partono da situazioni più ristrette – sia geograficamente che temporalmente – come la campagna sul suolo del nord Italia, fino ad arrivare a teatri dal respiro più ampio, come la campagna principale, in cui sono coinvolte tutte le potenze militari europee e su panorama che comprende duelli su scala globale, in cui giocare le proprie carte lungo i confini che separano la Francia dai Paesi Bassi, oppure in quelli che dividono l’Ungheria dai territori asburgici d’Austria. Non manca poi una campagna interamente dedicato al conflitto che si svolse nel Mar Baltico e che vide affrontarsi il regno svedese e la coalizione composta dai regni confinanti. Ogni scenario è accompagnato da una ricca descrizione del contesto storico, in cui vengono presentati gli attori principali, le forze scese in campo e le truppe che vi presero parte, un vero breviario – nemmeno troppo breve a dirla tutta – sulla storia di quel periodo. Per gli appassionati della materia, è quindi una vera goduria ripercorrere le gesta di personaggi illustri, come il genio militare di Eugenio di Savoia, oppure Carlo XII di Svezia, che combatté fino alla morte – letteralmente – contro il regno di Danimarca, di Russia e il principato di Sassonia. Dato il numero impressionanti di generali che si affrontarono in oltre dieci anni ininterrotti di battaglie, spiace un po’ vedere come le fazioni messe a disposizione per tutti gli scenari siano molto ridotte e la scelta si limiti ai soli due contendenti principali, senza la possibilità di vestire i panni di attori secondari, come la repubblica di Venezia o gli altri stati indipendenti italiani.
Manuale di guerra
AGEOD è una garanzia quando si tratta di strategia a turni, a patto che siate disposti a leggervi quasi cento pagine di manuale interamente scritto in inglese, per fortuna accompagnato da foto e immagini abbastanza esplicative. Come tutti i suoi predecessori, anche Wars of Succession non fa mezzo passo in avanti per venire incontro al giocatore che, spiazzato, rischia di divincolarsi senza molte speranze fra quel ginepraio fatto di icone, statistiche e parametri da tenere sempre sottocchio. Se cercate un tutorial che vi spieghi passo per passo cosa fare, semplicemente non c’è. Non è per scoraggiarvi, ma per avere la meglio in un duello, anzi, per capire proprio come muovere sensatamente le proprie pedine, occorrono molta pazienza e allenamento: se non siete disposti a prendere appunti su foglio e a passare minuti e minuti solo per pensare alla successiva mossa, Wars of Succession non fa decisamente per voi. Scalata l’impervia montagna, il panorama di cui si gode dalla cima è però incantevole, perché lo stratega da mouse e tastiera ha a propria disposizione una infinità di possibili scelte, ogni casella in cui è divisa la mappa nasconde numerose informazioni da analizzare e dividere le proprie truppe in due tronconi, da far poi convergere verso il nemico attanagliandolo con le spalle contro un fiume, è sempre una bella soddisfazione. 
In Wars of Succession nulla è lasciato al caso e tutte le meccaniche di gioco si focalizzano sulla ricostruzione esatta della guerra durante la prima era moderna, fatta di eserciti provenienti da ogni parte d’Europa e che spesso dovevano affrontare pesanti difficoltà comunicative. Proprio per questo ogni generale – figura chiave per tutti gli schieramenti – è più o meno adatto a guidare truppe di determinate nazioni, ma questo è solo un minuscolo esempio della complessità tattica insita nel gioco. Ci sono i rifornimenti da tenere sotto controllo, navi con cui bloccare i porti, strutture da occupare, città da assediare, depositi in cui approvvigionarsi e l’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo, comprendendo il clima, scelte politiche, la morfologia del terreno, i pezzi d’artiglieria o le numerose tipologie di unità, ciascuna dotata di statistiche uniche. I turni con cui sono scandite le partite seguono inoltre una divisione temporale ben precisa e ciascun passaggio rappresenta trenta giorni: data questa variabile, occorre tenere ben presente esattamente in che giorno il proprio esercito passerà determinati confini, sia per ingaggiare le truppe nemiche o, al contrario, per sfuggire allo scontro in caso di inferiorità. Infine, le condizioni di vittoria non sono legate alla banale distruzione di tutte le unità nemiche – cosa per altro quasi impossibile – ma sono determinate da un complesso sistemi di punti vittoria e di punti morale.
Cartoline dal passato
Wars of Succession non è un titolo per tutti, anche se dal menù delle opzioni vi è la possibilità di automatizzare alcuni passaggi, togliendo così dalla schiena del giocatore alcune compiti più mnemonici e meno interessanti. Purtroppo però, il titolo sviluppato da AGEOD non è solo poco accomodante per la sua ripida curva d’apprendimento, ma è piuttosto il suo stato tecnico a rappresentare lo scoglio più difficile da superare. L’accusa non è rivolta tanto al livello grafico in sé, semplice ma comunque funzionale ed impreziosito da qualche piccolo dettaglio artistico, come i ritratti dei generali, quanto piuttosto ad una mancanza oramai cronica di tutte le produzioni nate dal team francese: ancora una volta il motore di gioco singhiozza gravemente e rende difficile anche solo consultare la mappa, così come effettuare dei banali zoom, soprattutto negli scenari più ampi, dove è una vera tragedia tenere sotto controllo gli estesi fronti. Tali mancanze permangono anche se si interviene fra le poche opzioni messe a disposizione, e anche la lunghezza dei turni conferma ancora una volta lo scarso impegno protratto dai dev in un’ottica di ammodernamento dei propri lavori, quasi una conferma del poco interesse nei confronti del grande pubblico.  

– Profondo ed estremamente sfaccettato

– Una goduria per chi ama la Storia

– Tanti scenari da giocare

– Complesso, ma comunque scalabile

– Manca un vero tutorial

– UI fin troppo ermetica

– Tecnicamente molto arretrato

6.5

Wars of Succession è, nel bene e nel male, l’ennesima conferma dei canoni di AGEOD: il team francese è da sempre fucina di strategici per chi ama perdersi nei meandri di ogni singola statistica e non ha paura di sbattere la testa contro molti schemi da interiorizzare e anche la loro ultima fatica si attesta su livelli tattici decisamente notevoli, impreziosita inoltre da una determinante valorizzazione del contesto storico.

Purtroppo, occorre però segnalare ancora una volta i difetti cronici che sono legati indissolubilmente a tutti i giochi sviluppati da AGEOD, riscontrabili non tanto in una barriera d’apprendimento ostica, ma che ruotano piuttosto attorno alla sfera tecnica: Wars of Succession non è infatti esente da crash, così come i turni e la gestione della mappa possono rivelarsi un problema anche sui PC più preformanti.

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