Unione Europea: la pirateria non danneggia le vendite dei videogiochi

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

La Commissione Europea ha svolto un nuovo studio relativo all’intrattenimento digitale e ai videogiochi, rilevando che, secondo i numeri in suo possesso, la pirateria non inficia i numeri delle vendite relative ai videogiochi.I Paesi presi in analisi per lo studio sono Regno Unito, Germani, Francia, Spagna, Polonia e Svezia, analizzati in merito alla pirateria di show TV, musica, libri, videogiochi e film.Secondo i numeri rilevati, nel 2014 il 51% degli adulti europei e il 72% dei minori europei erano soliti scaricare o fruire in streaming illegale di diverse forme di contenuti creativi. Dei Paesi presi in analisi, quelli in cui la pirateria era più diffusa erano Spagna e Polonia.Per quanto concerne specificamente i videogiochi, solo il 18% dei coinvolti nello studio ha ammesso di giocare con titolo scaricati illegalmente, mentre solo il 16% ha dichiarato di servirsi di una console appositamente modificata per consentire l’esecuzione di giochi pirata. Secondo l’UE, i numeri forniti dallo studio non supportano quindi, almeno in queste misure, l’idea che la pirateria finisca con il danneggiare i risultati commerciali legittimi di un prodotto, videogiochi compresi. Fa da eccezione il settore dei lungometraggi, con ben 4 film su 10 che vengono visti illegalmente, anziché acquistati. Altro dato emerso riguarda il fatto che tagliare il prezzo di un prodotto non scoraggerebbe comunque chi è intenzionato a piratarlo: il 55% di coloro che hanno dichiarato di aver scaricato dei videogiochi illegalmente, ha poi dichiarato che sarebbe stato disposto a pagare il prezzo di listino, o anche un prezzo superiore, per i prodotti ottenuto illecitamente.La parte più interessante dell’indagine risiede però nel fatto secondo cui, proprio grazie alla pirateria, i videogiochi otterrebbero ulteriore popolarità, e quindi vendite legittime maggiori: si parla infatti di un +24% di impennate nelle vendite dei software che sarebbero dovute proprio al «consumo illegale, che ha portato ad un aumento anche del consumo legale di questi prodotti».«Questo effetto positivo dei download illegali si traduce nel fatto che quest’industria riesce con grande successo a convertire gli utenti illegali in utenti paganti. Vengono utilizzate tattiche come, ad esempio, del gameplay che viene proposto con bonus extra o livelli extra, se i consumatori decidono di pagare» leggiamo nel report.Speriamo che i futuri report dell’UE possano fornirci un quadro più chiaro anche del fenomeno sul suolo italiano.Fonte: GamesIndustry