Recensione

Tour de France 2018, la recensione del titolo sportivo di Cyanide

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a cura di Francesco Ursino

Le ultime vicissitudini relative al caso Froome e alla sua assoluzione per un caso di doping avvenuta, con tempismo quantomeno brillante, appena alla vigilia del Tour de France, hanno fatto salire nuovamente il ciclismo agli onori delle cronache per i motivi sbagliati. Lo studio francese Cyanide, come ogni anno, prova invece a farci innamorare di nuovo di questo sport così affascinante con i suoi titoli per console e PC. Oggi è il turno della prova di Tour de France 2018, gioco disponibile per PlayStation 4. Vediamo come è andata.

Le novità di questa edizioneCon Tour de France 2018 potremo prendere il controllo dei ciclisti durante le varie fasi delle corse. Uno dei difetti della serie è stato sempre la mancanza di cose da fare: poche corse e pochi risvolti gestionali rendevano i capitoli precedenti piuttosto monotoni dopo poco tempo. Quest’anno, Cyanide ha cercato di migliorare la situazione con aggiunte che, tutto sommato, presentano livelli qualitativi piuttosto altalenanti. Andiamo con ordine: il calendario delle competizioni, in questa edizione, è stato rimpolpato con la presenza della Parigi-Roubaix e del campionato del mondo, cui si aggiungono Tour de France, Giro del Delfinato, Parigi-Nizza, Eneco Tour e altre competizioni, per un totale di sette eventi. Le possibilità di gioco, allo stesso tempo, sono state ampliate con l’aggiunta della modalità Pro Leader e la riprogettazione dell’opzione Pro Team. Su tutti questi aspetti torneremo meglio dopo: per adesso ci interessa parlare del quadro complessivo delle modalità di gioco, comprendente anche le opzioni multiplayer. Il comparto multigiocatore, disponibile solo in split-screen, permette di correre una gara contro un proprio amico o, in alternativa, in co-op, impersonando due atleti della stessa squadra. A tutto ciò si aggiungono l’editor, buono per modificare i nomi di ciclisti e squadre senza licenza, e il ritorno delle sfide, costituite da alcune delle discese più dure estratte dalle varie tappe e da completare entro un tempo massimo.

Una pedalata poco efficaceParliamo maggiormente, ora, delle due opzioni regine del titolo, ovvero le modalità Pro Leader e Pro Team. La prima rappresenta una novità per le versioni console della serie e cerca di riprendere quanto iniziato da Pro Cycling Manager, che già da qualche anno propone qualcosa di simile. Si tratta di una possibilità di gioco sicuramente apprezzabile ma che, allo stato delle cose, propone un’esperienza decisamente poco rifinita. Così come nella modalità Pro Team, sarà necessario creare un team da zero, invece di poter scegliere tra varie offerte di team già esistenti. In secondo luogo, la creazione del proprio alter ego è tutt’altro che realistica: siamo stati in grado, infatti, di creare un corridore di 99 anni alto 2 metri e alto 45 kg. A tutto ciò si aggiunge il fatto che, in maniera abbastanza clamorosa, il gioco si affretta a dire che peso e altezza non influiranno sulle prestazioni dell’atleta, visto che la specializzazione (scalatore, sprinter e via così) deve essere scelta a parte. Creare uno scalatore di 99 anni, alto 2 metri e pesante 100 chili non è proprio il massimo del realismo. Andando avanti, ci siamo resi conto di come questa modalità sia in sostanza una fotocopia della controparte Pro Team, se si esclude il progresso del proprio corridore, legato al proprio comportamento in gara e alla capacità di centrare determinati obiettivi. Farsi vedere nelle fughe, finire le tappe e conquistare i traguardi volanti ci garantirà un bonus di esperienza e una crescita delle nostre caratteristiche tecniche. Per il resto, non ci è sembrato di vedere cambiamenti né di gameplay né dal punto di vista manageriale; a fine stagione abbiamo comunque avuto la possibilità di vendere e comprare corridori, mentre durante la gara abbiamo avuto addirittura la possibilità di impersonare anche altri atleti, proprio come nell’opzione Pro Team.

Un team tutto mioPassando all’analisi della modalità Pro Team, le novità maggiori di quest’anno riguardano la gestione dei picchi di forma, che propone una versione semplificata di quanto visto in Pro Cycling Manager. Ogni corridore, in sostanza, può avere due picchi di forma durante la stagione, e potremo decidere quando far sì che i ciclisti rendano al meglio. È un’aggiunta carina ma che, data la carenza di gare disponibili, non consente strategie così approfondite. Quest’anno, poi, è ancora più importante riuscire a ottenere buoni risultati: grazie alle nostre vittorie, infatti, saliremo nella graduatoria delle squadre, saremo in grado di ingaggiare ciclisti migliori e potremo partecipare alle competizioni più importanti. Tutto ciò è molto importante perché, specie all’inizio della propria avventura, non si potrà correre il Tour de France e le altre gare di rilievo. Queste competizioni dovranno essere simulate, ma considerati i lunghissimi tempi di elaborazione del gioco il tutto si trasforma in un’attesa estenuante nell’attesa dell’arrivo di una qualche corsa giocabile. Anche quest’anno, in ogni caso, il titolo risulta purtroppo monotono dopo poco tempo, non regalando quel senso di progressione e profondità dato dalla sua controparte PC.

Scatti e controscattiSul fronte del gameplay dobbiamo dire che l’esperienza di gioco ci è parsa abbastanza positiva. Riuscire a piazzarsi nelle posizioni corrette per affrontare la volata di gruppo è piuttosto divertente, così come scegliere il giusto ritmo nelle cronometro. Certo, non è possibile gestire al meglio i propri compagni di squadra come in Pro Cycling Manager, e l’impossibilità di girare completamente indietro la telecamera da un po’ fastidio, specie quando si è in montagna e si vuole vedere quanti ciclisti ci seguono a ruota. Continua a esserci una differenza piuttosto elevata tra i comportamenti della IA nei vari livelli di difficoltà, visto che scegliendo le opzioni più amichevoli siamo stati in grado di avere ragione degli avversari praticamente in ogni tipo di tappa. Le cose vanno meglio con i due livelli più alti, Campione e Leggenda, che risultano anche più realistici, specie durante gli attacchi in montagna o il comportamento nelle fughe. Proprio andare in fuga è ancora piuttosto divertente, sebbene la percentuale di successo di queste iniziative ci è sembrata piuttosto bassa. Al di là di questi aspetti, mancano ancora alcuni dettagli essenziali nell’interfaccia, come l’indicazione degli attributi dei ciclisti, mentre abbiamo apprezzato la realizzazione della Parigi-Roubaix, con l’indicazione dei vari settori in pavé e la conseguente rappresentazione del comportamento dei vari ciclisti. C’è da dire che abbiamo notato una certa difficoltà nella gestione di alcuni momenti dal punto di vista del sistema di controllo, visto che nelle occasioni in cui è attivato l’avanzamento rapido della gara e si vuole tornare a seguire un proprio compagno in tempo reale è necessario premere almeno tre pulsanti contemporaneamente per non perdere le ruote che contano.

C’è un bel sole sul Muro di HuyDal punto di vista grafico non si notano miglioramenti degni di nota. Il titolo propone modelli tridimensionali mutuati interamente da Pro Cycling Manager, senza differenziazioni evidenti tra i ciclisti. Nel complesso l’aspetto estetico di Tour de France 2018 non è negativo, ma le differenze con la versione dell’anno scorso sono minime. Così come nella recensione del 2017, allora, dobbiamo sottolineare il positivo comparto sonoro che, specie durante le fasi più concitate, riesce bene a ricreare le atmosfere tipiche delle grandi corse su strada. Le musiche di sottofondo, la telecronaca e il commento del direttore sportivo in inglese, invece, oltre a essere drammaticamente ripetitive sono sostanzialmente uguali all’anno scorso. Dobbiamo ribadire, infine, la mancanza di licenze per alcune squadre piuttosto importanti come la BMC di Van Avermaet e la Quick-Step del nostro Viviani.

+ Effetti sonori convincenti durante le gare

+ Alcuni frangenti delle gare sono divertenti

– La modalità Pro Leader necessita di numerosi aggiustamenti

– Un numero ancora inadeguato di corse rende l’esperienza ripetitiva

– Pochi cambiamenti in gameplay e grafica

6.0

Tour de France 2018 è un gioco che non sembra differenziarsi in maniera eccessiva rispetto al titolo dello scorso anno. L’introduzione della modalità Pro Leader non convince e risulta troppo simile alla controparte Pro Team, che da parte sua si rivela piuttosto ripetitiva, un po’ noiosa in alcuni frangenti e priva di un numero adeguato di corse. Con il gameplay e la parte grafica che non mostrano cambiamenti di rilievo, il nostro giudizio si assesta sulla sufficienza, soprattutto per merito degli effetti audio e della rappresentazione di alcuni momenti di corsa.

Voto Recensione di Tour de France 2018, la recensione del titolo sportivo di Cyanide - Recensione


6