Recensione

The Disaster Artist, la recensione del film dedicato a Tommy Wiseau

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Tommy Wiseau. Un nome che, per molti, non dirà assolutamente nulla, mentre per altri rappresenta la quintessenza dell’anti-cinema, una figura ambigua e dinoccolata salita alla ribalta per quello che a conti fatti viene definito “il Quarto Potere dei film brutti”. Era infatti il lontano 2003 quando, in preda a un attacco di presunto narcisismo cinematografico, Wiseau decise di produrre – coi suoi stessi e inspeigabilmente illimitati risparmi – la pellicola che risponde al nome di “The Room”, ad oggi considerata una vera e propria pietra miliare di bruttezza inaudita, complice una sceneggiatura schizofrenica e una serie di interpretazioni – inclusa quella dello stesso Wiseau – da annali del cinema spazzatura. Ora, l’attore e regista James Franco ha deciso di portare su grande schermo proprio la genesi di questo lungometraggio senza capo né coda, interpretando la figura del bistrattato cineasta in cerca di fama e gloria. Il risultato, è un film assolutamente meraviglioso.

Partiamo dalla vicenda principale: Tommy Wiseau (James Franco) e Greg Sestero (Dave Franco) sono due aspiranti attori che per sbarcare il lunario, una volta giunti nella città di Los Angeles, decidono di scrivere (e autoprodurre) un film scritto dallo stesso Wiseau: The Room. Tradotto, una pellicola costata ben sei milioni di dollari, con una trama pressoché incomprensibile, una recitazione dozzinale e alcune tra le sequenze più trash che la storia del cinema moderno ricordi (la scena del “Oh hi, Mark” è da antologia). Cionostante, The Disaster Artist non è “solo” un film atto a raccontare la genesi del peggior lungometraggio di sempre, bensì è anche una ricostruzione di uno dei personaggi più ambigui e a suo modo unici dell’ultimo ventennio. Wiseau, strano figuro dall’età indefiita e nato nell’Europa dell’Est, si definisce ostinatamente di New Orleans e quindi statunitense DOC, cercando a tutti i costi di dimostrarlo anche con un’evidente (ma goffa in tutto e per tutto, ai fini pratici) passione per il Football Americano.Tutto ciò viene evidenziato a chiare lettere nel film di Franco, senza però mai scadere nella parodia spicciola o nella presa in giro irrispettosa. The Disaster Artist tratteggia infatti la figura di Wiseau come un povero diavolo, mosso da un’innata – e in qualche modo comprensibile – passione per il cinema a 360 gradi. Non c’è nulla che Tommy non può fare e di sicuro nessuno può chiudergli una porta in faccia senza che lui non ne apra altre dieci, contemporaneamente. Ciò che ne consegue è una deliziosa e calibrata vena umoristica diluita sapientemente per tutto il film, capace sia di far sorridere che di lasciare una profonda sensazione di amarezza e sconforto.

La pellicola, poi, è letteralmente pervasa da cammei eccellenti, a dimostrazione che la notorietà di Wiseau ha valicato i confini di Hollywood: da Seth Rogen (che nel film ha un ruolo ben definito), passando per Zac Efron, Josh Hutcherson, sino a Sharon Stone e Bryan Cranston (nel ruolo di se stesso ai tempi della serie TV Malcolm). Menzione a parte per Dave Franco, fratello minore di James, che nei panni del giovane Greg Sestero tratteggia la figura di un impacciato e decisamente introverso diciannovenne alle prime armi nel mondo del cinema, ma disposto a seguire Tommy ovunque egli vada, quasi fosse un “fratello” anche nella finzione cinematografica.Insomma, The Disaster Artist è una pellicola densa di siginificato e a modo suo enormemente incisiva nel dipingere una delle figure cinematografiche più bizzarre di sempre. L’interpretazione di James Franco – purtroppo esclusa dalla candidatura agli Oscar, in maniera del tutto irrispettosa verso il talento di un attore e regista oramai a tutto tondo – è precisa e mai irrispettosa, specie nel rendere a schermo tutta l’aggressività di Wiseau sul set di The Room (realisticamente, non deve essere stato per nulla facile lavorare con un personaggio del genere). Ciò che conta, al netto del risultato, è che la fama e il successo abbiano in ogni caso travolto Tommy Wiseau. Come si suol dire: meglio tardi che mai.

Un James Franco istrionico e palesemente divertito

Una quantità di cammei illustri non indifferente

Tommy Wiseau, dopo questo film, avrà finalmente la notorietà che tanto desiderava

Niente Oscar per James Franco

9.0

Con The Disaster Artist, James Franco si conferma attore sopraffino e abile regista, palesemente divertito nel portare sul grande schermo la figura di uno dei personaggi più eccentrici degli ultimi anni, vale a dire lo straordinario (ma non nel senso che pensate voi) Tommy Wiseau. La pellicola di Franco è infatti un omaggio grottesco e deliziosamente surreale di una tra le più sgangherate produzioni cinematografiche del nostro secolo, quel “The Room” divenuto ormai un vero e proprio fenomeno di culto tra chi di cinema ne capisce (pur trattandosi con molta probabilità del peggior film di tutti i tempi). Poiché, il più delle volte, la strada per il successo è lastricata proprio da memorabili fallimenti. Wiseau approverebbe senza ombra di dubbio.

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9