Sviluppatori contro G2A: il dibattito continua anche alla Reboot Conference

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il recente caso della vendita della Collector’s di Bulletstorm: Full Clip Edition sul negozio G2A è esploso quando Gearbox, publisher del titolo e spinta da un influencer, ha chiesto allo store online di fare chiarezza sulle sue politiche per evitare l’interruzione della partnership. I rapporti sono stati comunque interrotti, con G2A che ha emesso una lunga nota ufficiale per spiegare il funzionamento del suo sito e delle vendite sulle sue pagine, rispedendo al mittente le accuse di far parte del grey market—quello che rivende le chiavi dei giochi senza autorizzazione, col rischio che il consumatore si ritrovi poi privato del gioco dopo aver speso i suoi soldi. Mario Mirek, Senior Account Manager di G2A, si è prestato ad una sessione di domande e risposte con un gruppo di sviluppatori nel corso della Reboot Conference in Croazia, dove l’ambiente non è stato proprio dei più distesi. Comunicato o no, gli sviluppatori hanno un’idea molto chiara del modo in cui opera il negozio online e non lo condividono. Tra i più agguerriti Rami Ismail e Mike Bithell, che hanno affidato a Twitter alcuni dei loro pensieri—e alcune delle risposte ottenute durante l’evento.Prima di tutto, Mirek ha nuovamente negato che G2A faccia parte dei siti che si occupano di grey market, spiegando i punti che abbiamo già citato nel comunicato in questa notizia. Secondo Ismail, però, “G2A è stata molto sorpresa dal fatto che Gearbox “abbia interrotto la nostra relazione a causa di uno YouTuber”, ma non si rende conto che lo hanno fatto perché siete sospetti.” Ecco il suo tweet:

Sul suo profilo, Mike Bithell ha sottolineato l’ostilità degli sviluppatori nei confronti di Mirek, facendo notare che “la stanza non è proprio dalla parte di questo tizio.” Ecco il tweet:

Ismail, invece, ha ribadito a più riprese che quanto fatto da G2A sia grey market, non importa se decida o meno di condividerne i profitti con gli sviluppatori:

Probabilmente, si è avuto un momento ancora più imbarazzante quando uno sviluppatore ha chiesto a Mirek per quale motivo la compagnia sia così lenta a fare chiarezza sulle sue politiche e, nei casi in cui le software house non le condividano, a cambiarle. Mirek ha infatti spiegato che dei 750 dipendenti dell’azienda, il 40% sono donne. Come fatto notare da Ismail, “G2A ha appena detto che dobbiamo smetterla di essere così severi sul fatto che vendano key ottenute in modo illegale, perché il 40% dei loro 750 dipendenti sono donne.” Ecco il tweet:

Se siete interessati, trovate la conferenza completa in embed qui sotto. Attendiamo ulteriori sviluppi relativi a questo dibattito, ora che gli sviluppatori presenti all’evento hanno espresso in modo decisamente chiaro il loro pensiero.

Guarda il video live di RebootDevelop su www.twitch.tvFonte: Eurogamer.net