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Subdivision Infinity DX altro non è che la riproposizione su console casalinghe dell’originale Subdivision Infinity che debuttò originariamente nel 2017 su piattaforme mobile. A discapito del buon lavoro svolto in termini di controlli, permangono problemi di fondo quali una ripetitività tra i livelli di gioco e una generale mancanza di originalità che non permettono al titolo di elevarsi tra le migliori produzioni del genere.
Spazio Profondo
Nelle prime battute si potrebbe essere indotti a pensare che Subdivision Infinity DX sia un titolo semplice, tant’è che i primi capitoli risultano essere completabili in meno di 5 minuti ciascuno limitandosi ad introdurre il giocatore a meccaniche molto basilari. Queste, tuttavia, si rivelano subito difficili da padroneggiare e nelle fasi più avanzate la difficoltà subisce una forte impennata verso l’alto.
Tale scelta di design spinge quindi il giocatore a rigiocare le missioni già completate al fine di raccogliere sufficienti risorse al fine di salire di grado ed avere l’opportunità di acquistare equipaggiamento avanzato o nuove navi ottenibili dall’hangar visitabile dal menu di gioco prima di ogni missione.

Il titolo spaziale di MistFly Games, è bene sottolineare, risulta nella sua ripetitività di fondo (gli obiettivi che sono proposti nel corso nelle 3-4 ore necessarie a completare il gioco, sono estremamente simili tra loro e si limitano in linea di massima al distruggere una determinata nave o all’eliminazione di tutti i nemici) molto godibile a tutti gli amanti del genere, ma non fruibile integralmente da tutti a causa della totale assenza di impostazioni di accessibilità.
Tale mancanza impedisce a chi, come chi scrive questa recensione, soffre di problemi di daltonismo di distinguere chiaramente le indicazioni fornite nell’HUD per l’identificazione degli obiettivi necessari al completamento delle missioni che risultano a tratti introvabili all’interno dei bellissimi scenari di gioco, dovendo quindi ricorrere a strategie non proprio funzionali come lo spostamento ossessivo della telecamera su sfondi che consentano la corretta individuazione degli indicatori.
Battaglie all’ultimo proiettile
Come in ogni arcade shooter spaziale che si rispetti al termine di ciascun capitolo vengono proposte delle boss fight non sempre intuitive e che al contempo non si possono certo definire come degne di nota. I nemici proposti dispongono infatti di pattern di attacco estremamente prevedibili, e a rappresentare quindi una minaccia sono più i minions di cui si circondano, non risultando quindi una piacevole sfida ma piuttosto una grossa occasione mancata che avrebbe potuto sollevare leggermente le sorti del prodotto.