Studio rivela che giochiamo tante ore consecutivamente (a volte saltando la doccia)

Uno studio di Limelight Networks rivela alcuni dati interessanti sulle abitudini (e le ambizioni) dei videogiocatori di tutto il mondo

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

In media, i videogiocatori giocano per 4 ore e 36 minuti consecutivi. È quanto ha rilevato, tra gli altri dati, uno studio compiuto da Limelight Networks Inc., fornitore leader di servizi di edge cloud. I numeri emersi da questa indagine sono particolarmente interessanti e rivelano alcune informazioni sulle abitudini dei videogiocatori.

Come giochiamo e per quanto giochiamo

Secondo i dati in possesso di Limelight Networks Inc., cresce il binge-gaming, rispetto al 2019. Proprio come nel caso del binge-watching, i giocatori tendono a concentrare in lunghe sedute il loro tempo in compagnia dei videogiochi: si parla di una media di 4 ore e 36 minuti consecutivi, come citato in apertura, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente.

I più giovani, invece, possono arrivare a sessioni più lunghe: tra gli utenti compresi tra i 18 e i 25 anni, infatti, si parla di sessioni che durano, in media 6 ore e 34 minuti, in crescita dell’11% rispetto al 2019.

Sono i giapponesi, in particolare, a concedersi alle sessioni più lunghe (al di là delle fasce d’età), con 5 ore e 30 di media e quasi un giocatore su dieci che ammette di aver giocato per più di 15 ore di fila.

A favorire sessioni così lunghe e in crescita – rispetto invece al dato di gioco totale in una settimana, che ammonta in media a 6 ore e 20 minuti – è sicuramente la sempre maggior disponibilità ovunque e in qualsiasi momento dei videogiochi, complici anche i dispositivi mobile. Lo smartphone è in effetti il maggior strumento utilizzato per l’accesso ai videogiochi, con un aumento del 13% della fruizione di titoli sul telefono, rispetto al 2019.

Gli altri dispositivi particolarmente popolari sono PC e console, con un outsider che comincia a farsi strada: il gaming senza console.

Il futuro è di Stadia?

Quando Google annunciò Stadia, il suo progetto da gaming privo di una console fisica, che gestisce i calcoli relativi ai giochi attraverso il cloud, molti si domandarono se potesse rappresentare o meno una rivoluzione. Per ora, dopo il lancio di novembre, possiamo dire che le cose stiano andando decisamente con calma, per Google, ma ben il 44% degli intervistati in questa indagine ha dichiarato di essere interessato ad abbonarsi a un servizio senza console. Come Stadia (ma non solo), appunto.

In particolare, è il grande mercato indiano ad aver dato segnali positivi, con interesse per questi servizi manifestato dall’83% degli intervistati.

google stadia

A influenzare le loro decisioni sono, sicuramente, il prezzo e le prestazioni. In particolare, i giocatori italiani sono abbastanza tiepidi: nel 51,2% dei casi si sono detti non interessati a questo modello di gaming, mentre le preoccupazioni dietro la loro diffidenza sono nel 54,3% dei casi legate a un prezzo ritenuto troppo alto, e nel 24,2% legate a problemi tecnici come la latenza e le performance dei giochi in cloud.

Non dimenticatevi di mangiare (e, soprattutto, di fare la doccia)

I videogiocatori, manco a dirlo, amano videogiocare – e a dimostrarlo ci sono altri interessanti dati rilevati dallo studio di Limelight. Il 45,8% dei giocatori italiani ha ammesso di non aver dormito per continuare a giocare. Se la cosa vi lascia indifferenti, forse troverete curioso che altri saltino il lavoro (6,6%), saltino i pasti (6,6%) e saltino la doccia (19,8%) per continuare a giocare. Questa tendenza è più marcata nel pubblico più giovane – che ha ammesso di aver saltato i pasti o la doccia nel 39% e nel 35% dei casi.

C’è anche grande ambizione verso ruoli da giocatori professionisti: gli italiani intervistati lascerebbero il loro lavoro per diventare gamer professionisti nel 43,6% dei casi.

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La ricerca svolta da Limelight, intitolate State of Online Gaming, si basa sulle risposte fornite da 4.500 consumatori in Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti, che giocano ai videogiochi almeno una volta alla settimana.

Potete trovare il report completo dell’indagine a questo indirizzo.

Fonte: Comunicato stampa