Recensione

Star Ocean: Till the End of Time

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Il genere dei giochi di ruolo ha subito costantemente evoluzioni a livello di meccaniche e gameplay, grazie alla sua incredibile popolarità sviluppatasi nel corso degli anni: oggi abbiamo diversi prodotti in cui trovare difetti diventa sempre più difficile. Non dobbiamo, dunque, dimenticare che tutto questo è possibile anche grazie a titoli che, nel passato, non hanno avuto paura di osare e di essere ambiziosi.
 
Un vecchio ritorno
Uno di questi titoli è sicuramente Star Ocean: Till the End of Time, terzo capitolo della saga di Square Enix, uscito su Playstation 2 e riproposto in versione digitale per Playstation 4 sotto forma di porting. Non si tratta dunque di una versione “remastered”, che miri quindi a rendere questo titolo attuale, ma di un’occasione per far scoprire o ri-scoprire uno dei capostipiti del genere nella sua epoca, seppur ai tempi abbastanza sottovalutato dal pubblico.Si incastra anche bene il supporto ai trofei, caratteristica delle successive generazioni di  console, perchè già ai tempi erano presenti i “battle trophies” sbloccabili e salvabili all’interno della propria memory card.
 
Ai confini dello spazio
Non passerà molto tempo però prima di rendersi conto che questo è un prodotto del proprio tempo, tralasciando gli ovvi limiti grafici: noteremo subito che per poter controllare e spostare la telecamera non si potrà utilizzare il tasto analogico destro, come ormai siamo abituati a fare da anni, ma si dovranno usare necessariamente i tasti dorsali; ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi a questa impostazione, sopratutto per i giocatori più giovani. Anche il doppiaggio non convinceva molto già all’epoca e, ora, i suoi limiti si notano maggiormente rispetto al passato, ma per fortuna qualora dovesse dare fastidio potreste disattivarlo a piacimento. La storia inizierà quando il nostro pianeta sarà attaccato da una fazione aliena ostile, ed il susseguirsi degli eventi ci spingerà a non avere altra scelta se non quella di ritirarci su un pianeta con tecnologia ancora a livelli medioevali; dovremo quindi cercare di sopravvivere senza condizionare il loro sviluppo, come previsto dalle leggi: chiari in questo caso i riferimenti a Star Trek, confermando le inevitabili ispirazioni prese dai materiali pop di quegli anni.
 
Oltre le stelle
La storia resta comunque gradevolissima anche al giorno d’oggi e l’incredibile longevità del gioco soddisferà gli appassionati del genere, con una durata di circa 50 ore se ci si concentra esclusivamente sulla storyline principale. Anche la colonna sonora, composta da Motoi Sakuraba (tra i suoi lavori ricordiamo quelli della serie Tales Of) arricchisce l’esperienza, regalando musiche davvero piacevoli da ascoltare e che, durante le battaglie, contribuiranno a far salire l’adrenalina e il coinvolgimento. La cosa più importante da sottolineare, però, è che il gameplay stesso non è assolutamente datato, come invece spesso accade ad alcuni giochi risalenti a questi anni, ma anzi assolutamente attuale grazie alle innovazioni effettuate: tutto si svolgerà attorno a dei rage meter, che al massimo delle proprie capacità permetteranno anche di parare colpi standard. Questa barra sarà disponibile anche per i nemici, da lì l’importanza di capire quando è il caso di sferrare potenti colpi per infliggere danni e quando invece stare fermi e recuperare le forze. Le battaglie si svolgono interamente su campi tridimensionali con la possibilità di muovere liberamente fino a 3 personaggi, in maniera simile a quanto avviene nella serie Tales Of.La difficoltà sa essere inoltre abbastanza elevata: sono presenti pochi punti di salvataggio (non potremo salvare quindi a nostro piacimento), le battaglie se non prese sul serio ci porteranno all’eventuale sconfitta, non soltanto se sarà la nostra salute a raggiungere lo 0, ma alternativamente i punti magia. La mappa non sarà interamente visualizzabile, ma andrà completata da noi esplorando le diverse ambientazioni; su di essa verranno visualizzati anche i nemici presenti su schermo, aiutandoci quindi ad evitare, o affrontare, ulteriori combattimenti; riuscire a completare con successo diverse battaglie ci premierà infatti con diversi bonus, cercando quindi di incoraggiarci a fare del nostro meglio in ogni occasione.
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+ Gameplay ancora attuale e divertente+ Storia ben narrata e longeva+ Buona colonna sonora[/vc_column_text]

Telecamera datata…ma non tradottaDoppiaggio non eccelso

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8.0

Pur essendo unicamente un porting della versione Playstation 2, Star Ocean: Till the End of Time si conferma come uno dei jrpg più innovativi della storia videoludica. I difetti inevitabilmente presenti non possono condizionare un gameplay ancora attuale e divertentissimo perfino per gli standard attuali. Se per un qualunque motivo non foste riusciti a godervi questo capitolo durante la sua uscita originale, questa può essere l’occasione giusta di rimediare.

Voto Recensione di Star Ocean: Till the End of Time - Recensione


8