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Sekiro Shadows Die Twice (d’ora in poi solo Sekiro) non conduce il giocatore per mano, ma lo getta direttamente nella mischia, rendendolo più bravo in tutto: a reagire, a pensare, a pianificare. Ciò lo rende molto diverso dai giochi di oggi che tendono a semplificare il tutto per andare incontro al giocatore.
Sekiro racconta la storia di uno shinobi caduto in disgrazia, Lupo, che dopo essere stato brutalmente mutilato in uno scontro si risveglia in un tempio con l’unico desiderio di cercar nuovamente di salvare il giovane Kuro e cercare vendetta contro i suoi avversari, tutto nella cornice del Giappone feudale del 1500. La storia di Lupo è talmente oscura che è difficile per i giocatori che vogliono semplicemente un gioco d’azione apprezzarne a pieno il fascino visto che molte cose vanno a interpretazione.
Sekiro, dopo un breve prologo in cui ci vengono spiegate le meccaniche di base, ci porta dinanzi a un stanza con all’interno un maestoso Buddha dove ci sta uno scultore, il quale sostituisce il braccio mozzato del nostro Lupo con una sua protesi shinobi dotata di un rampino che diventa lo strumento perfetto per arrampicarsi tra i tetti, alberi e varie altre interazioni ambientali ed è anche un modo pratico per sfuggire al conflitto quando i nemici cominciano a sopraffarti. Oltre a questo il rampino ci consente di adottare un approccio furtivo, infatti quando il nostro Lupo è nascosto alla vista degli ignari nemici può origliare le loro conversazioni. Questa meccanica che può sembrare un puro contorno invece è fondamentale quando si tratta di ottenere informazioni utili, poiché la maggior parte delle guardie, se si ascolta abbastanza a lungo, discute di qualsiasi segreto stia custodendo. La protesi inoltre può essere personalizzata con diverse armi che possono essere utilizzate solo un numero limitato di volte, rendendo importante la scelta strategica su contro chi e quando usarla.
Il combattimento con la spada di Sekiro, basato sulla sola katana, ruota quasi interamente intorno allo sbilanciamento dei nemici, deviando i loro attacchi in arrivo. Se eseguiamo una deviazione al momento giusto, il nemico che attacca perde il suo equilibrio lasciandoci lo spazio per infliggere grossi danni a volte anche colpi mortali. Sopra la testa di ogni nemico è presente una barra evidenziata in giallo chiamata postura. A ogni colpo inflitto la barra postura aumenterà fino al momento in cui ci dirà che è il momento per fare cadere i nemici come abbiamo scritto poco sopra.
Proprio come i vostri nemici, anche voi avete una barra di postura che dovete tenere sempre d’occhio. Indietreggiate per recuperare la vostra resistenza e potreste perdere i progressi ottenuti contro la posizione del nemico. Rimanete troppo vicini quando un nemico ha il sopravvento e i vostri tentativi di difesa vi lasceranno aperti agli attacchi inoltre la tempistica deve essere perfetta visto l’assenza di qualsiasi tipo di scudo. Da notare che i nemici comuni, così come i boss, possono essere attaccati in maniera stealth con i primi che possono morire all’istante mentre ai secondi si possono infliggere grandi quantità di danni.
Fondamentale per proseguire, infine, è padroneggiare le varie tecniche e sbloccare le varie abilità. Imparare tutte le tecniche e trovare un modo per integrarle nel vostro stile di gioco è fondamentale.

Tutto questo pacchetto sarebbe inutile senza una grossa varietà di nemici da fronteggiare. Ebbene, in Sekiro ne abbiamo davvero molti, ognuno con le proprie mosse e le proprie armi. Inoltre ci sta una folta schiera di mini e grandi boss i quali molti ispirati, ovviamente, al folkore giapponese in una maniera quasi impeccabile.
Sekiro, dunque, propone una formula difficile da padroneggiare ma che una volta acquisita trasforma il combattimento in una raffica di colpi di spada come se stessimo noi stessi eseguendo una danza facendoci sentire veramente all’interno di una vera è propria esperienza cinematografica.
Passiamo ora a un punto controverso di Sekiro: a differenza dei Souls qui a ogni morte si può scegliere di resuscitare immediatamente con gravi malus oppure morire e dimezzare l’esperienza e i soldi guadagnati ma in questo modo diffonderete nel mondo di gioco il Mal di Drago il quale può avere conseguenze nefaste sugli NPC oltre che nel finale visto la presenza di finali multipli.
Ma oltre il gameplay, Sekiro racchiude nella sua essenza un ambientazione fatta di paesaggi montagnosi innevati contornati da fiori di ciliegio che mettono in risalto in pieno l’architettura tradizionale giapponese da cui durante il corso dell’avventura si ramificano molti altri ambienti: grandi pianure erbose che portano a castelli imponenti, che a loro volta custodiscono un’intricata rete di boschi. Ad aiutarci nel muoverci per la mappa ci viene incontro il viaggio rapido: esso ci fa raggiungere ogni luogo visitato una volta che viene sbloccato interagendo con i numerosi idoli sparsi per la mappa. Toccando questi idoli si apre un menu in cui avremo diverse opzioni: si può viaggiare verso altri idoli, riposare e recuperare la salute (ma anche far rivivere tutti i nemici della zona) e migliorare sia le abilità che la vitalità.
Adesso arriviamo a un tasto dolente del gioco: purtroppo il gioco si presenta tecnicamente arretrato con una telecamera che definire sbarazzina sarebbe dire poco, molte volte durante le boss fight non ci viene per niente in aiuto posizionandosi in punti ciechi così da non farci vedere interazioni utili e portandoci al game over in maniera veramente brutale.