Samsung si prepara a bloccare la rete mobile a chi non ha restituito Note 7

Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Qualche settimana fa, vi abbiamo parlato dello spaventoso flop di Samsung Galaxy Note 7, che ha fatto il botto sul mercato solamente in senso letterale: per motivi che la compagnia non è riuscita ad arginare, infatti, lo smartphone è esploso in parecchie occasioni, al punto che diverse compagnie aeree—compresa la nostra Alitalia—si sono viste costrette ad aggiungere una nota al loro regolamento per chiedere ai passeggeri di non portare a bordo il device, o di non accenderlo mai durante il tragitto. Di fronte ad una crisi del genere e, dopo che anche i terminali sostituiti avevano cominciato a riportare lo stesso problema, Samsung ha preso la decisione più saggia, chiudendo la produzione del dispositivo e chiedendo a tutti gli acquirenti di restituirlo, in cambio di incentivi come un rimborso totale, un altro smartphone sostitutivo di pari fascia o uno sconto su un modello futuro. Alcuni, però, hanno comunque deciso di tenere il loro smartphone. Una scelta che secondo Samsung potrebbe però essere rischiosa, dal momento che il gigante coreano, in diverse parti del mondo, si sta preparando ad uccidere la sua creatura una volta per tutte.Samsung Nuova Zelanda ha infatti annunciato che, entro il 18 novembre, sarà tagliata la rete mobile a tutti i Note 7 ancora in circolazione nel Paese, rendendo impossibile eseguire chiamate, spedire SMS o accedere alla connessione dati.La compagnia si è accompagnata alla nota in cui raccomanda ancora una volta di procedere con la restituzione: “vi raccomandiamo fortemente, in caso stiate ancora utilizzando il vostro Note 7, di restituirlo nel luogo in cui lo avete comprato per avere un rimborso o un altro dispositivo.” L’azienda sudcoreana ha fatto sapere che lo stesso provvedimento potrebbe essere preso anche per altre nazioni, così da spingere anche i più impavidi a restituire lo smart device. In USA, ad esempio, sono stati restituiti l’85% dei dispositivi, mentre il 15% è ancora in circolazione.