Regista del film di Metal Gear racconta il suo amore per la serie

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Da diverso tempo, ormai, sentiamo parlare dei lavori in corso per la realizzazione di un film di Metal Gear Solid—che, per capirci, venne annunciato ai tempi del reveal di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. La pellicola, come vi abbiamo riferito nei mesi scorsi, è stata affidata al giovane regista Jordan Vogt-Roberts, già autore di Kong: Skull Island, che ha dalla sua quella che definisce come un’immensa passione per la serie firmata da Konami e Hideo Kojima. Intervistato dal sito Glixel, il regista ha parlato dei lavori in corso sul film e della sua visione della serie, oltre che del recente incontro con Kojima.“Si è trattata di una delle cose più surreali della mia vita, poterlo incontrare, farci amicizia e lavorarci come un collega, oltre al fatto che mi sono potuto sedere costantemente di fronte ad una persona che essenzialmente identifico come un eroe ed un’icona” ha raccontato Vogt-Roberts. “Quando ci parli, è esattamente come vorresti che fosse. Il modo in cui lavora il suo cervello, il modo in cui si rapporta con i suoi progetti e tutti i media, beh, capisci subito perché sia una figura fondamentale del mondo del gaming e, secondo me, non solo di quello.”Vogt-Roberts ha poi parlato della sua passione per i videogiochi, che spesso fa storcere il naso alla critica cinematografica: “puoi vedere nei volti della stampa, quando gli parlo [del legame che nel mio lavoro hanno film e videogiochi], che alcuni riescono a capire cosa intendo, ma generalmente, se mi chiedono delle mie influenze, cosa mi ispira o da cosa derivano i toni dei miei lavori e io parlo di videogiochi, puoi vedere un sacco di gente confusa. C’è una certa stigmatizzazione di fronte all’associazione di film e videogiochi e generalmente non è una cosa positiva.” La parte più calda dell’intervista è probabilmente quella in cui il regista racconta il processo a cui ha sottoposto i candidati sceneggiatori del film di Metal Gear Solid: “si tratta di una proprietà intellettuale davvero importantissima per me, in tanti modi diversi. Ho preso gli scrittori e li ho portati in questo strambo viaggio nella mia casa, dove ho progettato un percorso. Prima di tutto lanciavo l’originale Metal Gear facendo giocare lo scrittore per un po’, insegnandogli quest’idea di gameplay stealth. Li lascio giocare per un po’ e, generalmente, tutti riescono a giocare un titolo di quell’era e le sue meccaniche. A quel punto, dopo un’ora di gioco, li faccio giocare a Metal Gear Solid V.”“A quel punto gli dico: ecco, questo è quello che è diventato. Hai appena visto com’è cominciato, e nel giro di trent’anni siamo arrivati a questo’. Lo faccio per fargli vedere tutti e due gli estremi. A quel punto, si torna all’originale Metal Gear Solid, su PlayStation. Qui la telecamera è molto più bloccata, non ha la stessa complessità di The Phantom Pain e le persone riuscivano a giocare abbastanza facilmente.” Dopo un’ora di coinvolgimento nelle storiche sequenze iniziali di Shadow Moses, Vogt-Roberts ha portato gli scrittori sul Tanker Discovery e la Big Shell: “a quel punto, si passa a Metal Gear Solid 2. E mi sono accorto che è praticamente il punto in cui gli scrittori si sentivano più a loro agio: non hai il pieno controllo della camera, non devi muoverla indipendentemente. Vedere questi non giocatori giocare e scoprire in che modo i titoli moderni diventano difficili per loro è stato molto interessante.” In merito alla scelta finale dello sceneggiatore, il regista dichiara che “sarebbe davvero bellissimo trovare uno scrittore che conosce profondamente Metal Gear: si tratta di una serie amatissima da tantissime persone e, se provi a cercare su Google la trama di Metal Gear, è praticamente impossibile trovare qualcosa che ne parli in meno di trenta minuti (Vogt-Robert, dai un’occhiata anche alle nostre retrospettive! ndr). Si tratta di un qualcosa di incredibile e, a differenza dei fumetti o di serie come Batman che hanno accumulato scrittori su scrittori, Metal Gear è nato essenzialmente da una singola voce, quella di Kojima. Stiamo parlando di autorialità e di qualcuno che è stato in grado di raggiungere un’eccellenza sia in termini di gameplay sia nella qualità cinematografica dell’opera.”La passione di Vogt-Roberts per la serie è insomma abbastanza palese. A questo punto, aspettiamo di scoprire più dettagli sul film in lavorazione.