Reedus svela su Death Stranding: un gioco sui collegamenti tra le persone

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non abbiamo visto Death Stranding ai The Game Awards ma, per fortuna, c’è Norman Reedus. Intervenuto nel corso di un podcast, il celebre attore ha infatti scoperchiato un po’ il vaso di pandora del prossimo gioco di Hideo Kojima, parlando delle sue tematiche e, soprattutto, della filosofia dietro il personaggio di Sam e l’interazione.

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Death Stranding: un gioco sui collegamenti tra le persone

Nel corso del podcast, Reedus è stato estremamente chiaro:

Non è il tipo di gioco in cui devi ammazzare tutti quelli che incontri. È un gioco che vuole unire le persone. Il modo in cui si gioca è costruire dei ponti da qua a là, mentre altre persone stanno facendo lo stesso. In questo modo sarete collegati. Il personaggio principale ha una fobia all’idea di essere toccato, ma mentre il gioco prosegue questa fobia si allevierà. È complicato ma, una volta che ci sei dentro, non lo sembra più così tanto.

Attenzione, perché Reedus parla anche della possibilità di prendere delle decisioni:

Il gioco ti sorprende di continuo, con decisioni a destra e a manca, devo dire che è un gioco molto coraggioso. A livello grafico è straordinario e la storia che c’è dietro, beh, è una cosa di un altro livello. Questo non è Pac-Man, non è una cosa semplice, ma la filosofia che c’è dietro è qualcosa in cui tutti potranno rivedersi.

Le parole di Reedus – che ieri anticipava un’uscita a inizio 2019 – fanno il paio con quelle misteriose di Kojima: a suo tempo, il game designer dichiarò che i giochi d’azione ci fanno usare i “bastoni” per tenere lontano ciò che minaccia chi amiamo, mentre Death Stranding ci farà usare le “corde”, per tenere vicine e protette queste cose.

Reedus e l’incontro con Kojima

In merito al suo incontro con Kojima, Reedus ha raccontato anche un aneddoto curioso. Inizialmente, come sappiamo, i due dovevano collaborare su Silent Hills, ma così non è stato:

Guillermo del Toro e Hideo dovevano fare questo lavoro per Konami, ma alla fine tutto si è accartocciato perché la questione tra Hideo e questa compagnia è degenerata. Praticamente hanno divorziato e Sony lo ha reclutato, così ha potuto cominciare questo nuovo progetto.

Dopo aver ripercorso l’addio a Silent Hills, Reedus ha aggiunto:

Guillermo allora mi diceva “dovresti partecipare a questo progetto”. Io gli dicevo “di che si tratta” e lui rispondeva “dovresti partecipare a questo progetto”. A quel punto ho incontrato Hideo, mi ha portato ai Video Game Music Awards. Arriva salendo gli scalini, dice una cosa come “Sono tornato!” e a quel punto 10.000 uomini grandi e grossi cominciano a urlare e piangere come se fosse appena arrivato Elvis. Ecco, a quel punto mi sono detto “chi caz*o è questo tizio?”. Praticamente è un genio, da quel punto in poi gli parli tenendo a mente “ok, quindi tu sei un genio”.

Vi ricordiamo che Death Stranding è in lavorazione su PS4 e, secondo i progetti iniziali, dovrebbe uscire nel 2019. Al momento, però, non ci è dato sapere se lo farà davvero o meno.

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Fonte: Gematsu