Parlamento Europeo, di nuovo al voto per il diritto d'autore su Internet

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il 12 settembre, domani nel momento in cui battiamo questa notizia, il Parlamento dell’Unione Europea si riunirà di nuovo per decidere se approvare o no la proposta delle nuove regolamentazioni per il copyright su Internet. Le proposte erano state discusse già lo scorso luglio, ma erano state rispedite al mittente.La questione, come qualche mese fa, rimane estremamente spinosa: diversi giornalisti, scrittori e creativi sarebbero favorevoli al cambio di normativa, mentre altri si oppongono, ritenendo che andrebbe a minare la libera informazione della Rete. A far discutere sono soprattutto l’articolo 11 e l’articolo 13, di cui vi avevamo riferito nel nostro approfondimento dedicato. In breve, l’articolo 11 sancisce che sarà necessario pagare una licenza per linkare (o citare) contenuti altrui sulle proprio pagine, mentre l’articolo 13 impone delle limitazioni per impedire il caricamento libero di contenuti che potrebbero essere protetti da copyright. Secondo quanto riferito da Corriere della Sera, sono oltre 4,5 milioni le email ricevute dal Parlamento UE nel tentativo di influenzarne le decisioni, arrivate soprattutto da giganti del web come Google e Facebook, che sono contrari alla nuova normativa. Wikipedia Italia, intanto, ha già oscurato le sue immagini e propone un modulo per consentirvi di scrivere a un eurodeputato del nostro Paese, a vostra scelta, per far sentire la vostra voce.Gli schieramenti si dividono tra chi è fermamente contrario alla decisione, i cosiddetti deputati del “popolo del web libero”, e chi invece ritiene di dover tutelare chi crea contenuti originali. Nel mezzo, tuttavia – e questo crea incertezza sull’esito del voto – ci sono decine di schieramenti divisi tra i loro stessi ranghi. Inoltre, la proposta conta su ben 252 emendamenti, alcuni dei quali contraddittori, che potrebbero complicare molto il lavoro del Parlamento.Se anche domani l’aula deliberasse per il no, la proposta decadrebbe e se ne riparlerebbe con la prossima legislatura, poiché non ci sarebbero più i tempi tecnici, per questo Parlamento, per portarla avanti ulteriormente.Attendiamo di scoprire l’esito che arriverà da Strasburgo.