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VIDEO RECENSIONE

The Witcher 3: Complete Edition | Recensione - Strigo di nuova generazione

Dopo il debutto del 2015, Geralt si rifà il look per approdare sulla nuova generazione. Vediamo da vicino cosa cambia e come nella nostra video recensione.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Witcher 3: Wild Hunt
The Witcher 3: Wild Hunt
  • Sviluppatore: CD Projekt RED
  • Produttore: CD Projekt
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 19 maggio 2015 - 30 agosto 2016 (GOTY) - 15 ottobre 2019 (Nintendo Switch) - 14 dicembre 2022 (PS5, Xbox Series X)

C'è un futuro molto ricco, davanti all'universo di The Witcher. CD Projekt ha già confermato i lavori in corso per una nuova trilogia e per diversi altri progetti, ma il primo passo doveva ancora una volta essere compiuto da Geralt di Rivia, chiamato a debuttare sulle piattaforme di nuova generazione con The Witcher 3: Wild Hunt - Complete Edition.

Uscito originariamente nel 2015, Wild Hunt ha rappresentato la consacrazione del franchise, portando lo Strigo e compagni a un livello di visibilità che difficilmente prima avevano raggiunto – anche con i racconti e i romanzi di Andrzej Sapkowski. Lo stesso è avvenuto anche per CD Projekt RED, per la quale c'è un prima e un dopo The Witcher 3.

In vista del debutto di Geralt sulle nuove piattaforme, abbiamo preso in analisi The Witcher 3: Complete Edition nella sua versione PS5. Se interessati, lo trovate su Amazon (l'upgrade dalla old-gen è gratis), ma leggete prima la nostra recensione.

The Witcher 3, sette anni dopo

È ancora sorprendente, anche sette anni dopo la sua uscita originale, accorgersi della freschezza dell'open world di The Witcher 3: Wild Hunt. La grande ricerca di Geralt, che scandaglia il Continente per una missione che non discuteremo in questa sede, lo porta a confrontarsi con vicende, personaggi e soprattutto missioni secondarie che non danno mai la sensazione di essere lì per fare numero, ma per fare in modo che l'esperienza non sia soltanto open, ma soprattutto world.

Se questo era vero nel 2015, è interessante notare come lo rimanga tutt'oggi. Non è un complimento a molti degli open world più recenti, questo no, ma The Witcher 3 rappresenta in questo ancora un paradigma e un punto di riferimento. Chi non si è mai avvicinato a questa avventura nei panni di Geralt di Rivia può sapere, fin da questo punto della recensione, che parliamo di un action RPG ancora efficace e capace di dare un grande senso di coinvolgimento.

La guerra che imperversa nel Continente, le creature che intralciano lo Strigo e le loro diverse caratteristiche, l'uso dei Segni e gli equipaggiamenti delle diverse Scuole dei Witcher: l'universo di Sapkowski, mai come in The Witcher 3, veniva ludicizzato con sapienza, al punto da dimostrarsi in grado di resistere alla prova del tempo e di risultare – senza timore di smentita – una delle migliori esperienze della passata generazione.

Lo sottolineiamo anche in questa sede, sebbene possiate trovare tutti i dettagli nella nostra recensione dell'epoca, perché siamo rimasti colpiti in positivo dalla quantità di contenuti di questa versione di The Witcher 3. La Complete Edition, infatti, vuole essere Complete di nome e di fatto e, in un unico pacchetto, comprende anche le titaniche espansioni Hearts of StoneBlood and Wine.

Sono anche presenti alcuni contenuti extra, come costumi, provenienti dalla serie Netflix dedicata alla saga. Positiva anche la presenza del salvataggio cloud: caricando i vostri file su GOG, infatti, potreste ad esempio iniziare il viaggio su PC (su cui uscirà anche la Complete Edition, sì) e magari continuarlo su PS5 o Xbox Series X.

Tra Performance e Ray-Tracing

Ci sono tante opzioni sparse aggiuntive, in questa versione di The Witcher 3, rispetto alle precedenti. Le prime sono ovviamente le modalità grafiche. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è solo presente uno switch tra Performance e Ray-Tracing, senza nessuna impostazione aggiuntiva: è una scelta binaria, o l'una o l'altra.

In Ray-Tracing, il gioco è davvero molto bello da vedere e mantiene abbastanza solidamente i 30 fps – con qualche raro drop quando carica magari il completamento di una missione, come succedeva nell'originale. Le texture in 4K sono assolutamente nitide e vedere gli effetti di luce mentre cavalcate al tramonto ha assolutamente un suo fascino.

Buoni i dettagli sui personaggi principali e dobbiamo dire che nelle nostre ore di scorribanda per il Continente abbiamo trovato mantenuta la promessa di vedere meno NPC cloni che in passato. La modalità Ray-Tracing, insomma, fa la sua bella figura per chi ha uno schermo in 4K e vuole godersi ogni dettaglio degli scenari e dei personaggi, complice anche una vegetazione visibilmente migliorata, seppur manchi di alcune migliorie specifiche che ci saranno solo su PC.

Una cosa però va precisata: parliamo sempre del porting di un gioco della scorsa generazione. È assolutamente bello da vedere, ma non diventa qualcosa di completamente diverso, quindi non aspettatevi un balzo in avanti che faccia cadere la mascella – ma potete vederlo già dalla video recensione.

La modalità Performance, invece, concede qualcosa in termini di bellezza dell'immagine rinunciando a molta dell'effettistica, ma lavora in 60 fps in modo piuttosto stabile anche nei combattimenti con numerosi nemici. Come già dicemmo in Horizon: Forbidden West, il mondo risulta meno "decorato" rispetto alla modalità Ray-Tracing, ma una volta provata la fluidità dei 60 fps nelle cavalcate e nei combattimenti, risulta difficile accontentarsi di tornare a 30 fps, dove tutto sembra vada un po' alla moviola.

Gusti personali, comunque: The Witcher 3 si comporta piuttosto bene nell'uno e nell'altro modo, quindi la scelta è tutta vostra.

Ma cos'altro cambia, al di là della grafica?

Chiariti i dettagli del porting grafico, che si avvale anche di alcune mod che migliorano le texture e la definizione dei mostri, abbiamo trovato altre interessanti opzioni nei menù di The Witcher 3: Complete Edition. Ora, ad esempio, è presenta una nuova inquadratura ravvicinata che permette di seguire da vicino l'azione e rende tutto più spettacolare. È possibile disattivarla o meno per momenti diversi: combattere, esplorare e andare a cavallo. Per noi è promossa e, per i giocatori storici, farà quasi strano vedere questa visuale così vicina a Geralt.

Un'altra aggiunta molto gradita sono le opzioni per i sottotitoli, che nel gioco originale erano microscopici – sono miope e astigmatica, sì – e che ora possono essere regolati in diverse dimensioni.

Tra le altre novità, ci sono diverse cose pensate per la cosiddetta quality of life: ora, ad esempio, per raccogliere erbe e piante non dovete più confrontarvi con il menù apposito, ma la raccolta è più rapida. Inoltre, dalle opzioni è possibile attivare un menù rapido per i Segni che vi evita di passare per la tradizionale ruota.

In quel caso, premendo L2 viene mostrata in basso a destra la leggenda delle scorciatoie e premendo il tasto corrispondente si lancia il Segno desiderato (a patto che vi ricordiate come si chiama), senza selezionarlo con lo stick dal menù radiale.

Si tratta di piccolezze che non cambiano l'economia del gioco – e vale lo stesso per la mappa, ora più pulita di default rispetto ai tantissimi "?" che la inondavano – ma che si fanno apprezzare, ancora di più se venite dalla versione originale ed eravate abituati ad alcune delle sue lungaggini in termini di mappatura dei controlli.

Quella meno convincente, paradossalmente, è proprio la serie di scorciatoie per l'uso dei Segni, ma probabilmente più per questione di abitudine: avendo trascorso molte ore nel gioco originale, non viene naturale usare la nuova combinazione di tasti perché la memoria muscolare va ormai da sé. I nuovi giocatori, di contro, non prenderanno mai nemmeno in considerazione l'uso della vecchia ruota, di certo meno immediata.

The Witcher 3, Dualsense alla mano

Controller alla mano, The Witcher 3 su PS5 restituisce un grande senso di familiarità, come dicevamo. Dualsense è stato sfruttato con i grilletti adattivi: è possibile sentire dell'attrito, quando, ad esempio, si lanciano i Segni, ma poco altro. Più interessante il feedback aptico, con piccole vibrazioni che accompagnano i passi di Geralt e quelli di Rutilia. Niente di eccezionale, ma un'aggiunta gradita.

Il gioco si avvale molto bene dell'audio tridimensionale: provandolo in cuffia, mi sono voltata spaventata verso i mobili della cucina, pensando che uno sportello fosse sbattuto non so come, dietro di me. Solo dopo, mi sono accorta che era una porta chiusa da un abitante a Bianco Frutteto – e penso che questo dica abbastanza in termini di spazialità dell'audio.

Ovviamente, un gioco come questo va a nozze con l'SSD: i tempi di caricamento sono ridotti all'osso e spesso non avete il tempo di leggere nemmeno i tip della schermata dopo un viaggio rapido, perché il gioco riprende subito. Non abbiamo notato fastidiosi fenomeni di pop-in, neanche spingendo Rutilia al galoppo: l'esperienza è scorrevole e senza troppe magagne, a parte qualche texture di sfondo che a volte scompare e riappare col ruotare della visuale.

A renderla ancora più smooth, se così possiamo dire, è anche il fatto che su PS5 venga integrato nella dashboard della console l'uso delle Attività: potete caricare il vostro salvataggio e riprendere una specifica missione avviando il gioco direttamente da lì, senza mai passare per il menù principale. Anche qui, parliamo di quality of life, ma una cosa sommata sull'altra risulta in un bel pacchetto.

Niente cambiamenti radicali, invece, per altre ingenuità del gioco: l'intelligenza artificiale è ancora la stessa, così come il pathfinding di Rutilia, quindi proverete ancora a chiamarla per vederla incastrarsi qua e là in un ostacolo e finire con l'essere voi ad andarle incontro per salire in sella.

La Modalità Foto

Piccola nota in chiusura per la modalità foto, che sappiamo essere particolarmente attesa dagli amanti della virtual photography che leggono SpazioGames. In questo caso, siamo però rimasti abbastanza delusi. Rispetto a quanto il publisher ci aveva presentato, questa risulta ancora piuttosto acerba, con pochissime opzioni basiche tra cui divertirsi – ed è molto probabile che il piano sia quello di arricchirla ulteriormente con futuri update.

Al momento, infatti, potete gestire le impostazioni base come apertura, esposizione, rotazione dell'immagine, contrasto, vignettatura e via dicendo, ma mancano tantissime opzioni che ad esempio quelle che avevamo visto in Cyberpunk 2077, come le pose e la possibilità di sistemare adesivi o effetti in sovrimpressione.

Ha tutto quello che serve per scattare delle belle immagini dure e pure, ma rispetto alle scorribande a Night City stuzzica molto meno la fantasia.

Come detto, però, ci aspettiamo che venga aggiornata, perché i materiali stessi che accompagnavano la recensione facevano riferimento alla possibilità di mettere in posa Geralt per gli scatti, cosa che invece al momento non è presente.

Versione recensita: PS5

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • La miglior via per recuperare The Witcher 3 oggi

  • Completo di tutti i contenuti

  • Cloud save molto gradito

  • Piccole migliorie alla quality of life che si fanno apprezzare

  • È tutt'oggi un gioco di ruolo open world dal coinvolgimento maestoso

Contro

  • Tecnicamente è comunque un gioco del 2015 che si rifà il trucco, non aspettatevi miracoli

  • Rimangono alcune ingenuità, come il pathfinding di Rutilia

  • Qualche piccolo inciampo qua e là

  • La modalità foto, che è una delle novità di questa versione, al momento è un po' povera

Commento

The Witcher 3: Wild Hunt è tutt'oggi un action RPG maestoso e godibile, capace di trascinarvi tra gli orrori del Continente per non voler più andare via. Vestire i panni di Geralt in questo porting di nuova generazione permette di vivere tutto il pacchetto dall'inizio alla fine nella sua versione migliore: i piccoli accorgimenti per la quality of life si integrano bene nell'esperienza e, per quanto non cambino le carte in tavola, permettono di adattare meglio l'esperienza alla propria necessità. Il comparto grafico non diventa magicamente un qualcosa-altro rispetto a quello che era, ma il gioco si comporta bene sia in Ray-Tracing che in Performance, permettendo di vivere l'avventura al meglio delle possibilità offerte dalle odierne tecnologie, senza ricostruirla da zero. In attesa, certo, di scoprire i tanti progetti che sono già in caldo per il futuro videoludico degli Strighi.