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Mafia e la simulazione di guida urbana

Il piacere di guidare rispettando la legge

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a cura di Francesco Ursino

Attenzione: l’articolo contiene spoiler su Mafia – The City of Lost Heaven e Mafia 2

Nei giorni scorsi sono stati diffusi alcuni rumor su un possibile Mafia 4, e così non ho potuto fare altro che tornare alla mente a uno dei giochi che hanno segnato la mia adolescenza, ovvero Mafia – The City of Lost Heaven. Ricordo chiaramente di averlo cominciato durante uno dei primi anni del liceo, appena all’inizio delle vacanze di Natale. Un gioco nuovo, due settimane di vacanze: cosa diavolo si può volere di più dalla vita?

La mia personale (e per questo poco importante) sensazione è che Mafia, pubblicato ormai nel 2002, sia un titolo di cui si continua a parlare troppo poco, e che invece meriterebbe ancora tante attenzioni. Non solo per la sua storia appassionante, ma anche per tutta una serie di scelte stilistiche e di gameplay che ancora gli consentono spesso di reggere il confronto con titoli odierni.

In questa puntata de Il Dettaglio, allora, parlerò alcuni aspetti del gioco Illusion Softworks che mi hanno sempre colpito particolarmente, legati al mondo dei motori.

Inseguimenti da far venire i brividi

Sono davvero tanti i particolari di Mafia – The City of Lost Heaven che meriterebbero di essere approfonditi appieno. La prima cosa che mi viene in mente è la colonna sonora (per completezza segnalo il link a una playlist abbastanza completa su Spotify). Tra composizioni del grande Django Reinhardt e un tema principale immediatamente riconoscibile, stupiva anche la capacità di utilizzare la musica, vero e proprio elemento scenico di molte missioni.

Non solo ogni zona della città era caratterizzata dalla sua canzone di sottofondo, ma la note accompagnavano praticamente ogni cutscene in maniera esemplare. Guardate questa scena della missione You Lucky Bastard: non si può che rimanere ammirati dalle scelte stilistiche e scenografiche, ancora attuali a 17 anni di distanza. L’inseguimento in auto, con la musica incalzante in sottofondo, è un qualcosa che non può che ricordare i GTA odierni. Del tipo, ridate un’occhiata a questa sequenza di una delle prime missioni di GTA V, per capire bene di cosa parlo. Mafia – The City of Lost Heaven faceva pressappoco le stesse cose nel 2002, quando GTA III era da pochi mesi nei negozi.

Perché le auto hanno sempre segnato la storia della serie di Mafia, anche del secondo capitolo, che raggiunge forse il suo punto più alto nella brillante reinterpretazione del finale del primo atto. Una sequenza che, nonostante qualche forzatura narrativa, mi ha fatto letteralmente venire i brividi, perché mentre Vito guidava verso il suo obiettivo, il gioco disvelava lentamente chi fosse la sua preda (gustatevi questa bella comparazione).

Una storia di mafia ma anche una storia di guida

Abbiamo detto che il rapporto tra Mafia – The City of Lost Heaven e la guida è molto stretto. Ed era proprio l’inizio del gioco a farci capire ciò. Non solo Tommy – il personaggio principale – era una tassista, ma il suo ingresso nel mondo criminale avveniva quando il nostro si ritrovava invischiato in un inseguimento.

Dopo gli inizi come autista, quindi, Tommy riusciva a scalare le posizioni di potere all’interno della famiglia Salieri, fino ad arrivare a uno degli episodi più controversi del gioco, la gara di auto. Ecco, diciamo che in quel frangente Mafia – The City of Lost Heaven non dava proprio il meglio di sé, anche a causa di controlli disperatamente inadeguati a una tenuta di strada talmente problematica che in seguito fu sistemata con una patch.

In ogni caso, la cura degli sviluppatori per le auto era davvero notevole. Secondo la wiki ufficiale del gioco, Mafia – The City of Lost Heaven includeva 51 auto, ispirate liberamente a modelli realmente esistiti nel periodo in cui era ambientato il gioco, ovvero gli anni ’30. La guidabilità non era certo sopraffina, ma ricordo chiaramente che le auto regalavano sensazioni differenti a seconda del loro tipo. Guidare una coupé era senza dubbio diverso dal gironzolare con un pickup per le vie cittadine. E questo ci porta all’ultimo dettaglio di cui voglio parlare.

Come si guidava nei videogiochi del 2002

Mafia – The City of Lost Heaven proponeva soluzioni per certi versi sorprendenti, riprese solo parzialmente dai giochi che pubblicati negli anni successivi alla sua uscita. Si trattava di feature non per forza legate a determinate missioni, ma al gioco in sé. Ad esempio, la prima dinamica che mi viene in mente è quella del limite di velocità. Non si trattava solo di un vezzo: se la polizia beccava il giocatore a una velocità superiore a quella consentita, poteva scattare l’inseguimento e la conseguente multa. Multa che, però, consisteva solo in una cutscene, visto che non erano previsti esborsi di denaro virtuale di qualunque tipo.

Ricordo chiaramente, però, che questa dinamica cambiava di molto il modo in cui si girava per le vie cittadine. Sempre attento a non superare il limite, buttavo continuamente occhiate al radar, alla ricerca di macchina della polizia. E quando non si vedeva niente, via a tavoletta.

Guidare a Mafia – The City of Lost Heaven voleva anche dire poter fare benzina, cosa praticamente assente dalla maggior parte dei titoli di questo tipo. Anche qui, non era un elemento centrale del gioco, e praticamente durante le missioni non ci si doveva mai fermare dal benzinaio. Però si poteva fare, come si vede in questo video.

Senza contare la cura posta nell’interfaccia grafica. Non solo il contachilometri richiamava lo stile dell’epoca, ma segnalava con precisione le marce e i chilometri percorsi.

E poi, in generale, era l’intera grafica a essere particolarmente avanzata per l’epoca. I vari modelli di auto, i riflessi sulla carrozzeria, i danni a vetri e portiere. Una delle cose che mi piaceva di più dell’estetica di Mafia – The City of Lost Heaven erano i volti, molto particolareggiati ed espressivi. Certo, ora uno nota solo le orecchie spigolose e cose del genere, ma se oggi siamo arrivati a livelli di grafica, gameplay e narrazione così raffinati, è anche grazie a giochi come questi.

Mafia – The City of Lost Heaven è un piccolo tesoro da riconsiderare appieno. Un titolo che ancora oggi risulta particolarmente attuale, e con alcune feature per certi versi sorprendenti. Che ricordi avete del titolo Illusion Softworks? Anche voi litigavate col limitatore di velocità quando guidavate per le vie cittadine?

Voto Recensione di Mafia e la simulazione di guida urbana - Recensione


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Mafia – The City of Lost Heaven è un piccolo tesoro da riconsiderare appieno. Un titolo che ancora oggi risulta particolarmente attuale, e con alcune feature per certi versi sorprendenti. Che ricordi avete del titolo Illusion Softworks? Anche voi litigavate col limitatore di velocità quando guidavate per le vie cittadine?