Life is Strange 2: l'intensità di due nuove vite da raccontare

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a cura di Marco Giannotta

La vita è strana. Lo sanno bene gli sviluppatori della Dontnod Entertainment, lo studio responsabile della creazione di Life is Strange, un’avventura grafica rilasciata nel 2015 con un travolgente quanto inaspettato successo. Strutturato su cinque episodi distribuiti in periodi differenti, Life is Strange ha narrato le vicende di Maxine Caulfield e Chloe Price nella cittadina immaginaria di Arcadia Bay. E le ha raccontate in modo originale, maturo, toccante, permettendo al giocatore di plasmare la storia con le proprie decisioni, sulla falsariga di una filosofia ben nota a tutti noi, quella per cui la nostra vita cambia per effetto stesso delle nostre azioni.

Life is Strange non vanta una grafica mozzafiato, scene palpitanti di adrenalinica azione o chissà quale crisma in uso di recente nel panorama videoludico, eppure riesce già solo con la propria sceneggiatura a configurarsi come un vero e proprio must non solo per gli amanti del genere, ma per tutti coloro che cercano emozioni, profondità e introspezione. Dontnod ha infatti trattato questa produzione come quello che un videogioco è: una forma d’arte. Grazie ad una trama meravigliosamente intrigante, accompagnata da una colonna sonora sempre perfettamente nel contesto, Life is Strange colpisce per la sua straordinaria capacità di descrivere la vita: le difficoltà adolescenziali, i filarini ginnasiali, la lotta per ritrovare se stessi, le tribolazioni dell’amicizia, il desiderio di rivalsa, il bisogno di sentirsi capiti, amati e accolti.

Dopo il meritato trionfo di Life is Strange, gli sviluppatori hanno deciso di rilasciare – sempre a episodi – Life is Strange: Before the Storm, un prequel che approfondisse l’intensa amicizia di Rachel Amber e Chloe Price. Ancora una volta, il gioco ha proposto una narrazione in grado di tenere il giocatore con il fiato sospeso, intessuta di pathos, emozione e nostalgia. E si sa: caval che vince, non si cambia. Per questo, nel primo episodio di Life is Strange 2, la formula rimane la stessa, con una importante differenza: per la prima volta si racconta una storia del tutto nuova, slegata dalla narrazione precedente. Nuovi personaggi, nuovo setting, nuova avventura.

Life is Strange 2 è ambientato a Seattle e ci racconta – ancora una volta magistralmente – la storia di due fratelli, Sean e Daniel Diaz. Nel corso del primo episodio, rilasciato questo 27 Settembre su PC, Playstation 4 e Xbox One, entriamo nella tranquilla vita della famiglia Diaz, una famiglia come possono essercene tante. Emigrati dal Messico a Seattle, i Diaz sono riusciti a ripartire con le proprie forze, pur dovendo ancora subire il torbido e ignorante pregiudizio di alcuni vicini nella propria comunità. In una storia che tocca temi di straordinaria attualità, ci scontriamo in breve con quella che è l’assurdità della vita, la cui quotidianità può essere stravolta da un momento all’altro.

Nel perfetto stile di questo franchise, ci vengono narrati veri e propri frammenti di vita. Anche i più apparentemente insignificanti riescono a conferire al mondo di gioco quel tocco di vitalità, di credibilità che ricrea in maniera sorprendente lo scorrere quotidiano dell’esistenza. L’impressione, almeno provando il primo episodio, è che il livello di qualità di LIS 2 si mantenga sempre molto alto: la scrittura si addentra nell’animo dei personaggi, sviscera la complessità dei sentimenti e ci restituisce una narrazione in cui immedesimarsi, trattando una tematica piuttosto nuova per la serie: la fraternità.

Sean, infatti, è un ragazzo di 16 anni ed è il fratello maggiore di Daniel, 9 anni. Dovrà prendersi cura di lui e proteggerlo in una situazione dalle tragiche sfumature, comprendendo a proprie spese che la verità può essere un pesante fardello da trascinare con sé, oppure rendere libero un uomo. Dovrà farsi forza e farsi grande per amore del proprio fratellino, che custodisce un segreto speciale, insegnargli ciò che sa, educarlo con amore e pazienza.

Il primo episodio del secondo capitolo di Life is Strange è stato a lungo atteso e, personalmente, non ha deluso le aspettative nemmeno un po’. Apre le porte ad una nuova storia in cui la parola chiave è emozionarsi. Grazie ad una sceneggiatura scorrevole e mai scontata, con punte di grande tenerezza, proiettarsi nella vita di Sean Diaz è incredibilmente facile, anche per chi l’adolescenza l’ha superata da un pezzo. Probabilmente perché certe inquietudini non ci lasciano mai davvero, forse perché la paura di non essere all’altezza rimane insita in ognuno di noi, o magari perché tutti noi conosciamo fin troppo bene quel desiderio di riscatto dall’ingiustizia che in qualche modo ci anima tutti.

E’ quindi lecito aspettarsi che i successivi quattro episodi continueranno su questa linea, scendendo nel cuore di alcune tematiche da sempre vincenti, se trattate con l’originalità a cui questo videogioco ci ha abituati: la centralità di un amore fraterno, l’ineluttabile senso di appartenenza alla propria famiglia, la straziante paura del diverso – che divide e mai unisce – la necessità incontrastabile di fidarsi degli altri. Tutti gli episodi che seguono dovranno presentarci nuovi personaggi – alcuni solo menzionati nel primo episodio e già avvolti nel più totale mistero, altri da approfondire – e nuove vicissitudini, intrecciando gli uni e le altre in una trama dai sapori presumibilmente dolci-amari. D’altronde, questo capitolo come il precedente ce lo insegna alla grande: la vita è strana, è strana per davvero. O, come potrebbero dire gli sviluppatori della Dontnod giocando un po’ con le parole di questo secondo titolo, “Life is 2 Strange”.

E voi cosa pensate di questo nuova direzione della serie? Voi cosa vi aspettate dai prossimi episodi di questa avventura?