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La Morte Rossa di Civilization VI, lo specchio dei nostri tempi

Civilization VI si aggiorna con una modalità Battle Royal, tanto improbabile quanto messianica.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

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Sid Meier's Civilization VI
  • Sviluppatore: Firaxis Games
  • Produttore: 2K Games
  • Distributore: Cidiverte
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 21 ottobre 2016 (PC), 16 novembre 2018 (Switch), 22 novembre 2019 (PS4, Xbox One)

Civilization 6 ha ora una modalità Battle Royale”. Quando ho letto questo annuncio di Firaxis e 2K ho pensato fosse uno scherzo o al massimo una notizia mal riportata e con il solito titolo clickbait. Invece è proprio così e l’ultimo aggiornamento per il celebre strategico a turni include una modalità di gioco chiamata Morte Rossa e dedicata alla moda del momento, ufficialmente sfuggita di mano se si pensa all’oceano che divide un Fortnite dagli insediamenti, dalle ricerche e dalle caselle di Civilization 6. E invece, un po’ a sorpresa, questa variazione sul tema funziona e ci insegna anche qualcosa: la Morte Rossa è il triste riflesso dei nostri tempi.

Una corsa contro il tempo

Come è possibile coniugare la rapidità, la frenesia e gli schemi di un Battle Royale con le rigidità imposte dai turni di Civilization 6? Semplicemente togliendo gran parte delle caratteristiche che hanno reso celebre l’opera di Sid Meier. Rassicuro gli integralisti: la Morte Rossa è disponibile solo per i match online, in genere una partita dura attorno alla mezz’ora e non c’è rischio che questa novità contamini l’anima dura e pura del gioco. Vedetela come un simpatico diversivo del tutto gratuito, una pausa tra la scoperta dell’irrigazione e il lancio di una sonda sulla Luna.

Le regole del gioco sono molto semplici. Prendete tutto quello che caratterizza da sempre la serie Civilization e toglietelo. Niente scoperte, nessuna ricerca tecnologica o scientifica, le unità da reclutare sono solo un lontano ricordo e anche delle città non resta che un cumulo di macerie sparse su lande desolate. L’unico obiettivo è quello di arrivare alla fine dei turni con almeno una unità di civili da far imbarcare su una navicella che scenderà dal cielo nell’ultimo lembo di terra non contaminato dalla Morte Rossa. Quest’ultima è una zona radioattiva che va espandendosi nel corso dei turni, un’area che solleva polveri tossiche sempre più letali nel corso della partita: lasciate una truppa di fanteria dentro le caselle contaminate e la vedrete perire nel giro di pochi click.

Attorno a queste poche istruzione è stata creata una vera e propria rat race, una corsa all’ultimo sangue per aggiudicarsi le poche risorse rimaste su un pianeta morente e che ogni tanto cadono dal cielo, spedite da non si sa bene chi. Tutte le squadre iniziano solamente con un’unità di mitraglieri, una di fanteria e una di civili, ben poco per superare l’imminente fallout. Per sopravvivere occorre dunque spostare le proprie pedine per restare nella safe zone e allo stesso tempo esplorare le rovine delle città alla ricerca di truppe superstiti e materiali che possano garantire maggiori chance di imbarcarsi sul velivolo. Nei ruderi ci si trova un po’ di tutto, anche un elicottero da guerra, un carrarmato e un camion lanciarazzi, il tipico mezzo lasciato lì all’alba di un armageddon.

Complessivamente le unità sono poche e le varie tipologie si contano sulle dita di una mano, ma l’equilibrio iniziale viene superato da un livello di esperienza che cresce mano a mano che si ingaggiano scontri e si eliminano i nemici. Quasi superfluo da dire, nella Morte Rossa non c’è spazio per la diplomazia e per le alleanze: la legge del più forte è l’unica che vale.

I protagonisti di questa avventura sono nuove fazioni create ad hoc, i soliti cliché post-apocalittici, quei tizi che incontravi sin da bambino guardando Mad Max o Kenshiro. Ci sono i Seguaci, i Viandanti, i Pirati, i Bulli, gli Scienziati pazzi, i Mutanti, i Confinati, i Suvivalisti, otto nomi che si differenziano solo per una manciata di tratti estetici e per poche caratteristiche uniche, come bonus sul campo visivo o nei combattimenti. Al netto di queste leggere variazioni il loro comportamento sulla mappa risulta identico, una democraticità utile per garantire l’equilibrio nei match ma che allo stesso tempo vanifica l’importanza sulla scelta della fazione.

Una porzione di terra sempre più ristretta, risorse che vanno esaurendosi e una spietata gara per accaparrarsi gli ultimi fazzoletti ancora abitabili nel nome del più totale egoismo. Queste descrizioni raccontano ciò che è la Morte Rossa e possono essere allacciate ad una visione nemmeno troppo remota del futuro che rischia di attenderci. I Battle Royale come metafora della crisi innescata dal riscaldamento globale. Civilization 6 non è nuovo in questo tentativo di trasportare nelle sue dinamiche quello che realmente incombe sulle nostre teste. Gathering Storm ha infatti aggiunto i disastri naturali come siccità, inondazioni ed eruzioni, le energie consumabili e fattori come l’innalzamento delle temperature e l’inquinamento. Lì le argomentazioni erano esplicite e legate alle condizioni di vittoria, mentre il messaggio ecologista di questa nuova modalità è celato sotto un’apparente ingenuità fatta anche di tratti parodistici e comici, come nelle assurde fazioni. La realtà è decisamente più brutale e se si guarda oltre la stilizzazione di assurde truppe che sembrano uscite da un film anni ‘80 si scorge che la lotta per le ultime gocce d’acqua – che nella Morte Rossa sono tutte contaminate e letali, quindi evitatele – non è poi molto diversa da quello che sta già succedendo ad esempio ora in India, dove nel nome dello sviluppo – o presunto tale – le scorte di idriche stanno arrivando al punto di non ritorno (se interessanti qui e qui).

Forse il vero insegnamenti del Battle Royale secondo Civilization VI è tutto racchiuso nei dispositivi termonucleari, delle potenti armi radioattive in grado di eliminare la concorrenza con facilità, al prezzo di altre caselle rese tossiche e impossibili da attraversare. Il massimo livello di miopia, un po’ come il nostro.

Civilization 6 ha ora la sua modalità Battle Royale, una simpatica aggiunta gratuita senza troppe pretese, rapida nell’esecuzione e con poche regole da seguire: cercare di sopravvivere in un mondo sempre meno accogliente e con pochissimo spazio ancora non invaso dalla Morte Rossa. Questa missione dà il via ad una spietata gara senza colpi proibiti, una corsa per raggiungere il fazzoletto di terra da cui partirà l’astronave, lasciando così a morire gli sfortunati abitanti del pianeta rimasti indietro. Il racconto porta però alla luce una storia non troppo diversa da quella che si sente sempre più spesso: fra desertificazione, consumo di suolo e conseguente guerra per le ultime risorse, la Morte Rossa potrebbe non essere solo quella dei pixel di Civilization VI.

Voto Recensione di Sid Meier's Civilization VI - Recensione


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Commento

Civilization 6 ha ora la sua modalità Battle Royale, una simpatica aggiunta gratuita senza troppe pretese, rapida nell'esecuzione e con poche regole da seguire: cercare di sopravvivere in un mondo sempre meno accogliente e con pochissimo spazio ancora non invaso dalla Morte Rossa. Questa missione dà il via ad una spietata gara senza colpi proibiti, una corsa per raggiungere il fazzoletto di terra da cui partirà l'astronave, lasciando così a morire gli sfortunati abitanti del pianeta rimasti indietro. Il racconto porta però alla luce una storia non troppo diversa da quella che si sente sempre più spesso: fra desertificazione, consumo di suolo e conseguente guerra per le ultime risorse, la Morte Rossa potrebbe non essere solo quella dei pixel di Civilization VI.