I primi tre anni di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Era il 1 settembre 2015 quando, dopo anni di attesa e l’assaggio offerto da Ground Zeroes, i videogiocatori poterono mettere le mani su Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, l’ultimo episodio della celebre serie di Konami diretto dall’autore Hideo Kojima. Il gioco rappresentò la svolta open world della serie che, riprendendo la struttura a missione e alcune dinamiche di gestione dei soldati dal precedente Metal Gear Solid: Peace Walker, si apriva a un gameplay che coinvolgeva anche la ricerca di risorse sul campo e la guida dei veicoli – oltre alle immancabili meccaniche stealth e di combattimento.MGSV è stato criticato soprattutto per alcune parti non concluse della trama, lasciate letteralmente in sospeso con il sospetto che il divorzio tra Kojima e Konami si sia concretizzato prima ancora che i lavori fossero finiti, e non tutti hanno gradito la gestione della trama, sicuramente dal sapore diverso rispetto agli episodi precedenti.

A tre anni di distanza, MGSV rimane l’ultimo episodio canonico della serie, che ha visto l’uscita dello spin-off Metal Gear Survive.Qual è il vostro pensiero sull’avventura di Venom Snake? Cosa avete amato e cosa no, dell’ultimo lavoro per Konami di Hideo Kojima?