G2A non ci sta e risponde alle accuse di Gearbox dopo la partnership interrotta

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

La partnership tra Gearbox Publishing e G2A per la vendita in esclusiva di Bulletstorm: Full Clip Edition si è rivelata essere molto più problematica di quanto non sembrasse dal primo comunicato diramato, in cui le due parti—di comune accordo—annunciavano la Collector’s. In seguito alle segnalazioni dell’influencer Total Biscuit, Gearbox ha intimato a G2A di fare chiarezza sul suo coinvolgimento in alcuni casi di rivendita non autorizzata di key rubate, salvo poi interrompere seduta stante la collaborazione. G2A ha quindi diramato una nota ufficiale per chiarire la situazione e mostrare il rovescio della medaglia, esprimendo il suo punto di vista. Prima di tutto, il rivenditore scrive che “tutte le richieste che ci sono state proposte nell’ultimatum [di Gearbox] sono già parte del mercato di G2A da lungo tempo.”Il rivenditore spiega che “G2A Shield”, uno dei motivi di disaccordo tra le due parti, è solo un servizio plus, non pagando il quale il giocatore può comunque ottenere un rimborso in caso di acquisto truffaldino. Gearbox aveva intimato allo store di tutelare i suoi clienti offrendo loro sempre, senza esborsi aggiuntivi, il servizio Shield. G2A ha invece precisato che, acquistandolo, oltre al diritto di rimborso si ha anche il 10% di sconto sui propri acquisti.G2A ha quindi segnalato i punti relativi all’acquisto e al rimborso da parte dei consumatori in caso non abbiano comprato il servizio G2A Shield:“1. L’acquirente segnala il problema al rivenditore. Se il rivenditore riconosce che il problema si è verificato a causa di un errore del venditore o per sua colpa, allora o risarcirà il consumatore o gli fornirà una nuova key. La questione sarebbe risolta all’istante.”Cosa accadrebbe, invece, se il rivenditore rifiutasse la richiesta di rimborso?“2. Se il rivenditore non concorda con la lamentela dell’acquirente, quest’ultimo dovrà contattare il Centro Risoluzioni di G2A. Il messaggio indicherà un numero per il caso e i nostri dipendenti (il nostro team di supporto è fluente in nove lingue, sei delle quali disponibili 24/7, con tempi di attesa di pochi minuti) inizieranno ad indagare sul caso. Il nostro servizio consumatori contatterà il rivenditore per chiedergli di chiarire i dubbi. A quel punto, si lavora per trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti. L’acquirente di solito riceve una risoluzione entro poche ore, mentre in molti altri store online si deve aspettare anche settimane per ricevere una replica (o, magari, non la si riceve del tutto)” scrive G2A.In merito alla richiesta di fornire agli sviluppatori l’acceso al database delle chiavi, G2A scrive che tutte le key sono acquisite in modo legale. G2A deve proteggere ogni singolo acquirente onesto e, dando l’accesso richiesto a tutti gli sviluppatori, daremmo il consenso a situazioni in cui uno sviluppatore potrebbe cancellare qualsiasi key sul nostro negozio a prescindere dalla loro origine. Una tale azione sarebbe dannosa per l’industria, lo sarebbe anche per i giocatori, e sarebbe illegale.” “Tutto ciò che gli sviluppatori devono fare è fornirci delle prove che le key che vorrebbero bloccare sono state acquisite illegalmente (ad esempio, potrebbero fornire il report di un istituto finanziario). La nostra cooperazione non si limita alla cancellazione e al blocco di queste key: senza esitazione, e ovviamente senza chiedere soldi in cambio, forniremmo loro tutte le informazioni relative al rivenditore fraudolento, in maniera che si possa agire per vie legali.”Se proprio volessero, gli sviluppatori potrebbero comunque iscriversi al programma G2A Direct, che è gratuito e conta già 100 membri. In questo modo, spiega G2A, si può avere accesso al database delle key.“Facciamo tutto quello che possiamo per mantenere le migliori relazioni possibili con gli sviluppatori e assicurare i più alti standard nella lotta contro i rivenditori disonesti. Contemporaneamente, rispettiamo chi ci critica e riteniamo che ciò che per loro importa sia il bene dell’industria. Purtroppo, a volte non capiscono come funziona G2A e questi fraintendimenti causano degli equivoci anche con il pubblico, in merito alla nostra compagnia. La miglior prova di questa cosa sono i quattro ultimatum che ci ha proposto, in parte, John Bain, che si scopre fossero completamente non necessari, visto che tutte le soluzioni messe in evidenza sono da lungo tempo già parte di G2A.”Dopo la risposta del rivenditore, attendiamo ora di scoprire se Gearbox vorrà tornare sui suoi passi o vorrà commentare quanto accaduto. Intanto, potete trovare il comunicato completo al link in calce.Voi cosa ne pensate? Avete acquistato videogiochi presso G2A? Quali sono state le vostre impressioni?