ESRB introduce un'etichetta per segnalare i titoli con microtransazioni

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a cura di Paolo Sirio

Dopo mesi di polemiche, arriva la risposta dell’ESRB al dilagante business model delle microtransazioni, definite in gergo tecnico come acquisti in-game o in-app a seconda del tipo di piattaforma.L’ente preposto alla classificazione dei videogiochi ha infatti annunciato l’arrivo di un’etichetta per contraddistinguere i giochi che li includono e informare adeguatamente sia i fruitori che, nel caso di minori, i loro genitori.In una nota, l’ESRB spiega che la nuova etichetta varrà “per i giochi con offerte in-game per l’acquisto di beni digitali o proposte premium con valuta del mondo reale”.Questo “include ma non è limitato a livelli bonus, skin, oggetti a sorpresa (come item pack, loot box, premi misteriosi), musica, monete virtuali e altre forme di valuta in-game, sottoscrizioni, season pass e upgrade (ad esempio, la disabilitazione delle pubblicità)”.Inoltre, l’ente lancerà un programma per aiutare i genitori a controllare adeguatamente i propri figli nel caso in cui avessero una console nella propria abitazione.L’azione è stata ritenuta necessaria dopo l’intervento di numerosi esponenti politici in diverse parti del mondo, e in particolare dopo la mossa di un deputato hawaiiano di proporre il divieto di vendita ai minori di 21 anni di titoli con microtransazioni.

Fonte: Polygon