DOOM Eternal: il director spiega perché le meccaniche del gioco del 2016 non avrebbero funzionato

'Non penso che qualcuno avrebbe voluto giocarci più di due ore'.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

DOOM Eternal è inquadrato in linea di massima come il seguito ufficiale del DOOM uscito nel 2016, sebbene le carte in tavola siano piuttosto diverse rispetto al passato.

Sembra infatti che il team non abbia seguito lo stesso approccio allo sviluppo del nuovo capitolo, come spiegato in un’intervista a Gamasutra dal director Hugo Martin.

Ecco le sue parole:

Sono state le [nuove] abilità del giocatore che abbiamo incluso, come “meathook” e “dash”, che hanno reso la macchina da corsa super veloce. Immediatamente noti che sei davvero rapido, tanto che nulla sembra poterti toccare. […] Nella prima parte dello sviluppo, a causa delle abilità che abbiamo dato al giocatore e allo squilibrio creato, non c’era un granché da padroneggiare. Era fondamentalmente come risolvere un puzzle molto semplice, quasi bambinesco, che in realtà non avrebbe coinvolto nessuno tanto che non penso che qualcuno avrebbe voluto giocarci più di due ore.

Avete già letto anche che Marty Stratton ha rivelato che la campagna di DOOM Eternal durerà circa il doppio di quella di DOOM 2016? Per tutto il resto date anche un’occhiata al nostro nuovo provato del gioco, sempre e solo su SpazioGames.it.

Fonte: GN