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Dark Souls II Scholar of the First Sin

Prepare to Die Again

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Dark Souls II Scholar of the First Sin è la versione “riveduta e corretta” della prima iterazione del gioco uscita nel 2014. Oltre agli ovvi aggiustamenti tecnico/grafici su PS4 e Xbox One che introducono i 60 fps e un miglioramento visivo generale, questa versione porta con sé anche qualche modifica ludica, principalmente per quanto riguarda il posizionamento di nemici e oggetti, qualche nuova variabile per il multiplayer e ovviamente il nuovo finale alternativo e i tre DLC resi disponibili in seguito all’uscita originale sull’ormai remota settima generazione di console. Con la premessa che non ho mai provato Dark Souls II “base”, non potrò fare confronti, pertanto la recensione tratterà unicamente caratteristiche, pregi e difetti della versione Scholar of the First Sin (ad ogni modo, d’ora in avanti mi riferirò al titolo solo con Dark Souls II per non risultare pedante).

Cominciamo dicendolo subito, Dark Souls II è stato sviluppato dal Team B di From Software, senza la guida del maestro Miyazaki che con il Team A era, all’epoca, impegnato a sviluppare quel capolavoro di Bloodborne… e purtroppo tutto ciò si nota. Dark Souls II, infatti, è un pessimo Souls. Con questo non voglio dire che non sia un buon gioco, come Action-RPG funziona molto bene, il problema è che manca tutta quella cura al dettaglio, quell’attenzione maniacale, quella ricerca del bilanciamento perfetto (sia relativamente agli scontri, sia per quanto riguarda drop e reward system) che eleva i lavori dello studio nipponico sopra le altre produzioni del medesimo genere. Andiamo più nel dettaglio per capire meglio cosa intendo.

Il gameplay di Dark Souls II di base è ovviamente quello del primo capitolo, ritroveremo quindi un impianto ludico sulla carta molto basilare ma che sa regalare discrete soddisfazioni grazie al particolare approccio che richiede. Avanzare a testa bassa, che scegliate di essere un guerriero armato di spada e scudo o un mago, non è ovviamente il metodo giusto di approcciarsi al titolo. Ormai lo sanno anche i sassi che la serie deve essere approcciata con la testa, altrimenti non si riesce a proseguire, e tutto ciò, di base, resta valido anche qui, purtroppo però ci sono delle scelte che appunto lo fanno risultare un Dark Souls poco riuscito, almeno ai miei occhi. Se da un lato abbiamo alcune introduzioni veramente ben accette, come il Dual Wielding, dall’altra abbiamo l’accoppiata hitbox nemiche e la nuova statistica dell’Adattabilità che va a rendere inutile anche quel poco di manualità che serviva nei combattimenti, dato che di fatto la schivata ora dipende molto da ciò quindi anche schivando alla perfezione, se la statistica è bassa, verremo comunque colpiti. Considerando che ci troviamo al cospetto di un Action-RPG, la nuova statistica è congrua alla natura ruolistica del titolo, ma da action player non nascondo che schivare alla perfezione, non essere minimamente colpito ma subire comunque danno perché l’Adattabilità bassa allarga la hitbox del personaggio anche oltre il suo corpo materiale mi ha dato MOLTO fastidio.

E purtroppo tutto il “brutto” di Dark Souls II dipende da scelte di bilanciamento di questo genere. Di base è il Dark Souls più facile, con persino boss fight veramente insulse (e molte veramente bruttine), il problema è che tutto il gioco è farcito da scelte di game e level design infami, che cercano di mettere il proverbiale bastone tra le ruote al giocatore in maniera scorretta, a rimarcare che il gioco debba essere difficile… ok le imboscate, ma non puoi chiudermi, soprattutto nelle prime ore di gioco, ogni 3×2, in luoghi claustrofobici con 72 mob base rachitici che ti attaccano contemporaneamente: no, From, il gioco così non è difficile, è solamente scorretto, con la conseguenza che molte sezioni si trasformeranno in becero trial & error, con il giocatore che non ha modo di reagire alla prime “passate” ma poi alla seconda/terza volta può farlo con una mano sola.

Altri due punti dolenti che pesano tanto se consideriamo che ci troviamo di fronte il sequel di quel capolavoro del primo titolo del brand sono il level design e il world building. La struttura della mappa di gioco è molto elementare, per rendere l’idea diciamo che possiamo immaginarci una stella, l’hub è al centro e le punte sono le strade, con qualche biforcazione opzionale lungo il tragitto principale. Basta, non ci sono quasi scorciatoie, il mondo non è interconnesso, nulla di nulla.

Majula è l'affascinante hub di gioco di Dark Souls II da cui si diramano le diverse punte della stella nominate nella recensione

A ciò aggiungiamoci anche la cattiva costruzione del mondo di gioco, sia come geografia che come contestualizzazione dei vari luoghi. Vi dico solo che ci troveremo in una zona vulcanica, con tanto di lava a terra a caratterizzare la location… dopo essere saliti verso l’alto con un’ascensore. O ancora, nemici posizionati “fuori dal loro contesto” e anche oggetti posizionati senza il minimo senso logico. Questo inficia negativamente anche la lore di gioco: nonostante non sia un “appassionato” della narrazione ambientale caratteristica del brand, è in dubbio che in questo capitolo presenta, oltre agli alti, anche bassi, proprio per queste motivazioni.

Per quanto riguarda l’online, l’ho provato pochissimo quindi non volevo nemmeno parlarne, ma so che è strutturato intorno ad una meccanica chiamata Soul Memory che ha attirato le ire di tutta la community perché, da quanto ho capito, rende difficile la cooperazione con gli amici, se non si pondera ogni minima mossa, soprattutto all’inizio. Dato che è una cosa molto importante per la community, ho voluto accennarlo, ma se volete approfondire cercate Soul Memory su Google e troverete tutte le risposte.

Tutto quanto appena detto, sia relativamente al gameplay nudo e crudo, sia relativamente al “contorno”, ad alcuni potrebbe sembrare solo un capriccio, una lamentela inutile ed eccessiva, ma è il motivo per cui dico che Dark Souls II è un buonissimo Action-RPG ma un pessimo Dark Souls. Queste mancanze sono tutti elementi che innalzano le opere di From Software ad un altro livello rispetto ai Lords of the Fallen, ai The Surge, ai Mortal Shell, e Dark Souls II infatti, soprattutto nelle prime zone, sembra un soulslike di altri, non un vero Souls di From Software.

Ad ogni modo il titolo è comunque buono, con una direzione artistica e accompagnamento sonoro al top come da tradizione (finalmente abbiamo trovato un’aspettativa completamente ripagata), contenutisticamente massiccio, con un NG+ che remixa anche nemici e alcune situazioni di gioco, cosa che ho apprezzato molto e con i tre DLC che sono la parte migliore del pacchetto. Qui infatti esce fuori il vero Dark Souls, quello fatto bene, nonostante ci siano 3 zone opzionali che comunque sono orribili, forse le peggiori zone del brand.

VOTO: 7,5

In definitiva, Dark Souls II rappresenta, per il sottoscritto, una piccola delusione. Piccola per due motivi: principalmente perché come detto il gioco non è brutto, se i giochi brutti fossero così ci sarebbe da festeggiare, in secondo luogo perché sappiamo che è stato solo una piccola macchia sul curriculum di From Software che successivamente ha sfornato solo gioconi, anzi personalmente considero tutti i giochi dell'era PS3 e PS4 della software house capolavori (tranne il 3 che ancora non ho giocato), e fatemelo dire senza fare scongiuri, tra un mesetto ho il presentimento che ce ne regalerà un altro, che sarà anche il loro miglior gioco di sempre.

Pro

  • La struttura ludica di base funziona bene...
  • Comparti artistico e visivo d'alto livello
  • Contenutisticamente massiccio

Contro

  • ... nonostante le nuove introduzioni non mi siano piaciute molto
  • Level design elementare
  • World building a tratti incongruente
  • Bilanciamento generale non riuscitissimo