Recensione

Ys Seven

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dalla notte dei tempi videoludica, alcune saghe, per lo più inerenti ai GDR, hanno ricoperto un ruolo fondamentale per milioni di appassionati, nutrendone l’immaginazione, forgiandone i caratteri, raccontando loro storie epiche, ricordate ancora con affetto anche dopo anni.La serie di Ys, nata su quella magnifica console che risponde al nome di PC Engine oltre vent’anni orsono, è una di queste: delle avventure magnifiche, che trasportavano il giocatore in scenari esotici infestati di nemici, fortemente orientate sul combattimento piuttosto che sulla complessità dei dialoghi e dei risvolti della trama, tanto che molti occidentali hanno potuto goderne anche in lingua giapponese, travalicando la barriera linguistica, qui meno consistente che altrove.Oggi il settimo episodio della saga approda, in esclusiva (e questa sta diventando una piacevole abitudine) su PlaystationPortable. Vediamo se riuscirà a tenere alto un nome tanto pesante.

Sempre la stessa storiaYs Seven inizia su una nave in fase di approccio nel porto di Altago, capitale dell’omonimo regno, centro commerciale e marittimo di grande importanza. A bordo due brillanti avventurieri, Adol Christin, rosso protagonista di quasi tutti i titoli della saga Falcom, e il suo inseparabile compagno Dogi, gigante buono e vera e propria ombra del nostro alter ego. I due sono alla ricerca di avventure e si presentano, appunto, come “avventurieri”, alla ricerca di brividi in un mondo vasto e pieno di meraviglie. Ringraziato il capitano della nave per il passaggio, i due si imbattono in un manipolo di cavalieri dell’ordine dei Dragon Knights, che, in barba al proprio ruolo ufficiale, danno noie ad una venditrice di fiori e alla sua sorellina muta. Prendere le difese delle due ragazze sarà solo il primo passo dei nostri verso un’avventura inimmaginabile, lunga e pericolosa, che li porterà a affrontare numerosi titani, mostri leggendari che si annideranno presso gli altari della Terra, per riportare la serenità nel continente.Insomma, avrete capito che, come per i suoi illustri predecessori, Ys Seven non fa dell’intreccio narrativo il suo punto di forza, affidandosi a personaggi fin troppo stereotipati e prevedibili nei comportamenti e abusando di una serie di cliché narrativi in più punti nel prosieguo della vicenda.Se questo non spaventerà gli appassionati di vecchia data, sicuramente potrebbe far storcere il naso ai neofiti, abituati ormai a trame molto elaborate (a volte anche troppo).

Osserva, schiva e colpisciNon servirà tuttavia troppa pazienza per imbattersi anche nei numerosi pregi del gioco, in gran parte ereditati dal marchio storico della saga ma ampliati e ottimizzati grazie alle potenzialità di PSP, lungamente superiori a quelle della maggior parte delle console su cui i vari Ys si sono succeduti, a parte, forse, gli episodi per Playstation2: dopo una serie di dialoghi abbastanza snelli, avremo finalmente il controllo del nostro party e per la prima volta il permesso di varcare le porte della città per addentrarci nel continente.Sarà qui che il gioco mostrerà i muscoli: contrariamente alla stragrande maggioranza di titoli affini che fanno parte del catalogo della console portatile Sony, infatti, Ys Seven è un action RPG vecchio stampo, dove controlleremo il nostro silenzioso alter ego direttamente e dove non saremo trasportati in una schermata apposita per i combattimenti, che avverranno in tempo reale proprio sulla mappa, in maniera non dissimile dalla saga di Zelda o, per citare una recente uscita PSP, da quella di Kingdom Hearts.I controlli, che in questo sottogenere dei giochi di ruolo rivestono quindi una grande importanza, saranno precisi e soddisfacenti, e la possibilità di concentrarci solo su un personaggio (intercambiabile in ogni momento tramite la pressione del tasto cerchio) ci permetterà di attuare strategie anche spettacolari, che esulino dal mero button mashing.Gli altri due membri del nostro party, che comunque sarà composto solo da Adol e Dogi durante le primissime ore di gioco, saranno infatti affidati alla CPU, che li gestirà con sufficiente intelligenza da non renderli un intralcio invece che un aiuto, come spesso accaduto in produzioni simili negli ultimi anni. La pressione del tasto X ci permetterà di sferrare un attacco in qualsiasi momento e la barra di energia dei nostri eroi, tanto quanto quella dei mostri che andremo ad affrontare, sarà mostrata e aggiornata in tempo reale, così da dare sempre una fotografia rapida e precisa della situazione sul campo di battaglia: in alcuni frangenti una bella ritirata sarà la scelta migliore, anche perché il livello di difficoltà generale, pur abbassato rispetto agli storici episodi usciti su PC Engine, rimane comunque sensibilmente più stimolante della media dei titoli del genere, almeno per quanto concerne la console Sony.Il cuore del gioco sono proprio i combattimenti, e i programmatori, tramite un respawning mai eccessivo dei nemici e un sapiente design dei dungeon, hanno evidentemente tentato di favorire l’esplorazione e, con essa, un discreto level up, indispensabile per affrontare i maestosi boss che il gioco ci metterà di fronte: se i combattimenti ordinari possono essere vinti con un pizzico di tempismo, i titani sparsi per il continente si riveleranno davvero degli ossi duri, e daranno vita ad alcuni degli scontri più lunghi e più appassionanti in cui ci è capitato di imbatterci negli ultimi mesi sul nero handheld.Oltre a dimensioni ragguardevoli, che spesso arriveranno ad occupare i tre quarti dello schermo di PlaystationPortable, questi mostri vanteranno un grado di resistenza notevole, una capacità d’attacco devastante e, soprattutto, costringeranno, in linea con la già richiamata saga di Zelda, a studiare una precisa strategia di attacco, che il più delle volte richiederà pazienza, riflessi e acume tattico.Nonostante il più che soddisfacente campionario di armi a disposizione, ulteriormente arricchito dal completo sistema di creazione degli oggetti in dotazione al titolo, infatti, gettarsi negli scontri con i titani a capofitto equivale, immancabilmente, a visualizzare entro pochi secondi la schermata del Game Over, spauracchio di ogni videogiocatore che si rispetti.Le mosse speciali, assegnabili a piacimento a una combinazione di tasti, potranno essere apprese dalle armi con cui equipaggeremo il party, e, una volta imparate, potranno essere richiamate anche una volta cambiata l’arma, arricchendo notevolmente la quantità di combo a disposizione, che sfoceranno poi nella mossa finale (una per personaggio), che, alla pressione del dorsale sinistro, scatenerà una notevole potenza di fuoco sul malcapitato nemico di turno, rendendo ancora più spettacolari degli scontri già veloci e adrenalinici.

Melodie celestiali e poligoni terrestriMentre gli episodi originari stupivano per qualità e quantità grafica, il comparto visivo di Ys Seven risulta stranamente nella media, con ambienti un po’ scarni a fronte di modelli poligonali che, pur non abbondando di particolari, riescono a rendere bene l’idea di un mondo fantasy.Dopo la magnificenza grafica del recentissimo Birth by Sleep, sorge il legittimo dubbio che, per il ritorno di una saga talmente importante e longeva, si potesse fare di più, sebbene nulla faccia gridare allo scandalo.Discorso del tutto diverso per il versante sonoro, che, nonostante la colpevole assenza del doppiaggio, risulta uno dei più ispirati che le piccole casse di PSP abbiano irradiato negli ultimi anni: i motivi sono molti e coinvolgenti, il loro riciclo è limitatissimo e vi sorprenderete spesso a canticchiare la melodia caratteristica dell’ultima città visitata sotto la doccia o al volante. Una colonna sonora di grande qualità, d’altronde, è sempre stata un marchio distintivo della serie Falcom, come anche degli scenari mozzafiato, che, nonostante la suddetta grafica poco oltre la sufficienza, offrono comunque un brivido a prima vista come tutte le avventure degne di questo nome dovrebbero fare.Ben tarata la difficoltà, mai troppo permissiva, e più che nella media anche la durata complessiva, che, comprese le più importanti tra le quest secondarie, si attesta sulla trentina di ore.

– Combattimenti molto coinvolgenti

– Colonna sonora di prim’ordine

– Sistema di creazione degli oggetti ampio e ben congegnato

– Un’avventura vecchio stampo

– Trama monocorde

– Backtracking forse eccessivo

– Veste grafica migliorabile

8.0

Sebbene siano passati diversi anni dall’epoca d’oro del PC Engine, macchina mai sufficientemente lodata, Falcom non ha avuto paura nel riproporre all’utenza odierna, così diversa da quella di allora, un prodotto hardcore, poco appariscente a livello grafico e con una storia già raccontata decine di volte, ma dotato anche di un sistema di combattimento veloce e frenetico e di tracce sonore indimenticabili, che lo rendono un’esperienza assolutamente da provare per tutti coloro che, prima di possedere una PSP, hanno avuto modo di cimentarsi con uno degli episodi originari.

Per tutti gli altri, Ys Seven (che, lo ricordiamo, è disponibile solo in versione import, quindi interamente in lingua inglese) rimane comunque una validissima scelta nel campo degli action RPG, ma di sicuro non si pone come acquisto imprescindibile, complice anche un backtracking che i giocatori di nuova generazione potrebbero trovare eccessivo.

Voto Recensione di Ys Seven - Recensione


8