Recensione

Yoshi touch and go!

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a cura di Okami

Il lancio di Catch! Touch! Yoshi! non è stato seguito con particolare attenzione dai negozianti italiani. Il prossimo lancio della console in versione europea ha reso meno pressante la richiesta di titoli import e quindi da noi si è visto un numero ridottissimo di copie di questo interessante giochillo.

Family albumYoshi divente protagonista di un gioco tutto suo (fatta eccezione per il precedente Yoshi no cookie) al tramonto del Super Nintendo (1994). Miyamoto stupisce con una mossa in controtendenza. Dopo che Rare (al tempo recentemente acquistata da Nintendo) aveva dimostrato le capacità della console con Donkey Kong Country, Nintendo ritornò al classico con una grafica solo apparentemente infantile. Ogni stage è infatti “disegnato” con uno stile volutamente naif, come se fosse stato realizzato da un bambino. Inutile dire che una scelta del genere suscitò reazioni opposte fra i gamers. Da un lato i soliti idioti sostenevano la necessità di utilizzare la grafica renderizzata sulla falsariga del titolo Rare. Dall’altro chi riusciva a valutare imparzialmente il titolo scopriva un gioco perfettamente bilanciato e di un’eleganza rara (la storia si è ripetuta negli ultimi anni con Zelda: The Wind Waker).Il seguito, pubblicato su N64, non ha avuto un grande successo forse proprio perchè ha abbandonato la grafica del primo episodio a favore di uno pseudo-3D sicuramente curato ma non altrettanto originale. Poi è stata la volta del GBA, che ha beneficiato di una conversione a dir poco perfetta.Nintendo ha voluto giocare con la nuova console tutte le proprie carte, quindi Yoshi non poteva mancare.Catch! Touch! Yoshi! (in america si chiamerà Yoshi’s Touch and Go) adotta in toto la grafica fumettosa del capostipite della serie. I toni sono tenui come in un quadro di Monet (evidentemente apprezzato dai grafici di Kyoto) e i colori caldi. Chi ha giocato e apprezzato Yoshi’s Island avrà una piacevole sensazione di familiarità immediata con il gioco.

Scopo del giocoIl gioco è diviso in due sezioni. Nella prima bisogna guidare Baby Mario, che scende dal cielo aggrappato ad alcuni palloncini, alla salvezza. Per fare ciò si hanno a disposizione entrambi (ed esclusivamente) i metodi di input “innovativo” offerti dal DS: pennino e microfono. Con il pennino si disegnano le nuvole che guideranno Baby Mario verso le monete e lontano dai nemici. Se per caso nella concitazione del momento si crea qualche casino (e si blocca Baby Mario) una soffiata nel microfono (la cui sensibilità è modificabile nelle opzioni) spazza via tutte le nuvole presenti su schermo. Per ottenere più punti si possono intrappolare i nemici (ma non tutti) in bolle di sapone. Basta creare un cerchio intorno al bastardino per trasformarlo in una moneta che va poi lanciata, sempre utilizzando il pennino, a Mario nello schermo superiore. Nella seconda sezione Mario e Yoshi si muovono nel touch screen (in direzioni diverse a seconda che il giocatore sia destro o mancino) e devono affrontare altre orde di nemici. Nelle fasi a terra però Mario può contare sulla classica arma di Yoshi: le uova.Maggiore è il punteggio ottenuto nella prima fase di gioco, maggiore è il numero di uova che Yoshi può portare; o meglio, a seconda del punteggio viene assegnato a Mario uno Yoshi di colore diverso fino al bianco, con uova illimitate (disponibile solo in modalità endless).

E poi?E questo è tutto: finiti i due stage si salva il punteggio (non si registra il proprio nick, si sceglie un’icona che possa rappresentare il giocatore) e ci si ritrova alla schermata iniziale.Niente story mode o altro.Molti ovviamente ravvisano in questa struttura un limite invalicabile della cartuccia.In realtà la dinamica di gioco è talmente varia (pur se composta da un numero scarso di azioni possibili) da rendere sempre nuova l’esperienza.La modalità Endless forse si avvicina all’idea di story mode, ma la progressione nei livelli non è costante. I livelli si susseguono in ordine apparentemente casuale (o forse collegato al punteggio ottenuto nel livello precedente). Al primo livello di “caduta” seguono gli altri. Ogni 1000 metri il giocatore entra in una mini-caverna in cui viene premiato (o punito) con uno Yoshi di diverso colore in base alla prestazione precedente. La non-linearità del gioco ha vantaggi e svantaggi. Sicuramente un pregio è quello di mostrare anche al giocatore meno dotato un maggior numero di livelli (in progressione lineare per vedere un livello è necessario superare i precedenti); lo svantaggio è la maggiore difficoltà nella pianificazione della sfida: se si continua dopo avere perso non è detto (anzi è quasi impossibile) che si possa affrontare la stessa sequenza di schemi.

Modalità di giocoTutte e quattro le modalità di gioco, Score Attack, Endless, Time Attack e Challenge (oltre alla modalità Multiplayer Wireless) sono riconducibili alla medesima struttura: si cade dal cielo per racimolare punti e quindi ottenere uno Yoshi più potente (con oltre 160 punti si riceve Yoshi nero, capace di portare 50 uova); poi con il fido dinosauro si affronta la fase a terra. Certo, gli schemi di Yoshi sono moderatamente più vari (cambiano in modalià Endless) ma la meccanica di gioco rimane la stessa.Per sbloccare le modalità Time Attack e Challenge è necessario superare i 300 punti nello Score Attack e i 3000Metri in Endless.Le critiche in effetti non hanno molto senso: altri giochi con una struttura simile hanno avuto grande successo, a cominciare da Mr.Driller di Namco.Certo non si deve fare l’errore di catalogare Yoshi fra i platform, o almeno fra quelli tradizionali. Il platform infatti ha come requisito la varietà dei livelli, che vanno affrontati bene o male con la stessa strategia. L’incentivo a proseguire è appunto la curiosità di scoprire un nuovo livello.Yoshi è più simile ad un puzzle game: non è tanto importante il livello, ma il modo in cui lo si affronta. Yoshi è uno di pochi giochi che restano in testa al giocatore, il quale arriva a sognare le strategie migliori o a vedere il gioco appena chiude gli occhi. Difficilmente un gioco crea questo tipo di “dipendenza”.

Gioco “alternativo”Oltre all’utilizzo in contemporanea dei due schermi (finalmente un gioco che rende giustizia al bizzarro setup della console Nintendo), è l’uso del pennino il particolare che rende assolutamente spettacolare ed unico questo titolo. Nelle prime partite si tende a creare autostrade di nuvole ininterrotte per guidare Mario al millimetro. Approfondendo il gioco si nota che è possibile fare lo stesso perdendo meno tempo se ci si limita a creare degli “scivoli” ben più piccoli. In questo modo si ha il tempo di intrappolare un numero maggiore di nemici. Poi ci si accorge che se si resta indietro è possibile bloccare i nemici creando una barriera di nuvole. Insomma i livelli possono essere affrontati in mille maniere diverse.Il gioco, complice anche il bel tutorial, incoraggia il giocatore a sviluppare le proprie strategie dandogli la massima libertà, in modo che il fattore di novità (e quindi il replay value) è affidato al giocatore stesso. L’idea è semplice e geniale al tempo stesso.

MultiplayerYoshi permette di sfidare un amico in modalità wireless. Per la modalità Versus è sufficiente possedere una cartuccia del gioco (grazie Nintendo). Il secondo DS va impostato su network play dall’OS per ricevere il programma dal DS “host”.I due giocatori si sfidano in uno speciale livello (a terra) zeppo di nemici. Vince chi per primo arriva al traguardo dei 1000 metri. Nel caso di parità conta il punteggio ottenuto (blastando i nemici). Ovviamente chi viene ucciso prima di arrivare ai 1000 metri perde.Lo schermo superiore mostra il progresso del secondo giocatore.Interessante anche l’opzione Pictochat Warning: si viene avvisati dell’attivazione di pictochat all’interno dell’area coperta dal DS. In questa maniera è possibile passare alla chat per sfidare il nuovo arrivato.

DubbiGli stessi dubbi che sorgono in relazione ai giochi per PSP e NDS.Innanzi tutto la portabilità: le due nuove console non sono il GBA-SP e si sente. Spesso è necessario trovare una superficie d’appoggio e sempre si deve avere una presa salda sulla console. Chi gioca a letto o sul divano (quindi di lato) avrà dei problemi dovuti alla misura della console e faticherà ad eseguire le bolle (è richiesta una certa precisione). Poi lasciamo perdere la giocabilità in pubblico: a parte l’aria da imbecille che si può avere soffiando sulla console durante un viaggio in metropolitana (o autobus), la sensibilità del microfono (che è comunque regolabile) può creare problemi; per esempio, mentre Yoshi passeggia su un ponte di nuvole basta che il vicino parli ad alta voce o tossisca per far precipitare il dinosauro nel nulla. Anche se è possibile scegliere se riprendere dalla prima o dalla seconda fase non è divertente.Riguardo il gioco in esame il consiglio è: provatelo bene o fatelo dimostrare da chi abbia già una certa padronanza dei comandi. La prima prova può essere molto frustrante, specialmente nella seconda fase: un contatto basta per uccidere Yoshi e rimandare all’inizio del livello.

– La magia di Yoshi reinterpretata per il pennino

– Grafica curatissima

– Sonoro

– Giocabilità eccezionale

– Assenza dello story mode

7.4

Yoshi non solo costruisce sulle solide fondamenta gettate da Yoshi’s Island, del quale mantiene grafica e sonoro, ma ci “mette del suo” mostrando una padronanza dei sistemi di controllo che è propria della Nintendo. Il gioco può essere un pò troppo sopra le righe per alcuni e limitato per altri. In realtà non si può parlare di limite del gioco quanto piuttosto di limite del giocatore (della fantasia del giocatore).

Insomma un gioco consigliato ai fans di Yoshi ed a tutti quelli che chiedono a gran voce innovazione nel mercato. Di certo chi ha preso il DS e non capisce questo gioco forse ha sbagliato console.

Voto Recensione di Yoshi touch and go! - Recensione


7.4