Recensione

Yakuza: Dead Souls

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a cura di Nitro

La scelta da parte degli sviluppatori di creare ad uno spin off basato sulle avventure dei personaggi di Yakuza ha lasciato piuttosto basita e perplessa una discreta quantità di fan, la quale temeva che tale direzione avrebbe potuto dar vita ad un prodotto scarno e di bassa qualità.A circa un anno dal rilascio di Yakuza 4, SEGA porta dunque sugli scaffali un titolo che vede come protagonisti i maggiori esponenti della serie uniti contro un’inarrestabile invasione di non morti. Nel complesso l’humor e gli elementi caratteristici mutuati dalla saga principale hanno saputo dimostrare la bontà del titolo, nonostante alcuni elementi tecnici che hanno influenzato negativamente l’esperienza di gioco. Vediamo quali.

It’s collection time!L’avventura ha inizio a Tokyo durante una normalissima giornata che ci vede calati nei panni di Shun Akiyama, trentaduenne possessore di Sky Finance, una società di prestiti, presente dal quarto capitolo della saga. Tutto pare tranquillo, quando all’improvviso irrompe sulla scena un infetto che inizia a spaventare ed assalire la folla. Le autorità intervengono non appena possibile, ma con scarsi risultati: il non morto riesce ad avere la meglio e spetta ad Akiyama risollevare la situazione e debellare la minaccia. Questa prima parte introduce quindi il battle system con un breve tutorial atto a spiegare le meccaniche di gioco basilari ai meno avvezzi del genere.Quando ormai l’ordine sembra ristabilito, ecco che la città precipita nel caos, e viene invasa in pochissimo tempo da migliaia di zombie. Questo porterà  all’emanazione di un’ordinanza di quarantena per isolare il prima possibile la minaccia, dividendo la città in due distretti: da una parte la vita continuerà tranquilla ed indisturbata, mentre dall’altra Akiyama e gli altri tre comprimari, rispettivamente Goro Majima, Kazuma Kiryu e Ryuji Goda, dovranno tentare, armati fino ai denti, di debellare una volta per tutte la piaga che sta via via dilagando.

Orde di temibili zombie, tremate!Yakuza: Dead Souls mischia componenti ruolistiche a meccaniche tipiche degli sparatutto in terza persona. Ognuno dei personaggi che impersoneremo avrà il proprio arsenale: chi una semplice pistola, chi un fucile a canne mozze o addirittura una devastante mitragliatrice Gatling.Il sistema di controllo risulta tuttavia poco efficace. E’ da sottolineare in prima istanza come la meccanica relativa al puntamento sia realizzata in modo piuttosto bonario: sarà possibile sparare semplicemente premendo il tasto adibito durante la corsa grazie al sistema di autoaim presente, oppure premere il dorsale superiore sinistro che ridurrà la mobilità del nostro alter ego in favore di maggiore precisione, o, in ultima istanza, ci si potrà fermare far comparire il reticolo di mira e riuscire a colpire i nemici in punti specifici (un sistema di mira analogo a quello di Resident Evil 5, insomma). Se da un lato il titolo lascia totale libertà di scelta per quanto riguarda l’approccio al combattimento, dall’altro è da sottolineare come ben presto, trovandosi in una bolgia di non morti, ci si accorgerà come il terzo approccio descritto sia il peggiore da utilizzare a causa del cattivo funzionamento della telecamera, altra piaga della produzione SEGA. Molte volte, soprattutto in spazi stretti, questa impedirà di mirare con precisione, finendo davanti al personaggio e non consentendo dunque di vedere con precisione quale direzione prenderanno i colpi. Oltretutto dando le spalle ai non morti e procedendo frontalmente verso la telecamera, premendo il tasto adibito all’orientamento dell’arma il personaggio non mirerà ai nemici girandosi, anzi, la visuale cambierà improvvisamente portando alle sue spalle con uno scatto di inquadratura lampo che precluderà la possibilità di vedere cosa stia facendo la squadriglia di infetti che posta alle nostre calcagna. Se all’inizio si riesce a farne l’abitudine, procedendo nel gioco tale problema porterà presto a game over inevitabili e ad un senso di frustrazione inimmaginabile, anche a causa di altri fattori tecnici che avremo modo di approfondire successivamente.Il titolo nel complesso risulta tuttavia godibile, in particolar modo grazie alla componente GDR presente: ogni uccisione e ogni completamento di missione attribuirà al personaggio un quantitativo di punti esperienza che sbloccheranno delle medaglie da utilizzare in seguito nel menu contestuale per incrementare statistiche ed apprendere nuove mosse. Le opzioni e i miglioramenti proposti sono davvero validi, essi spaziano infatti dal semplice aumento degli oggetti trasportabili a dei veri e propri potenziamenti, come una maggiore precisione nella mira alla testa dei personaggi o nuove e devastanti mosse che più volte potrebbero salvare la vita. Saranno oltretutto modificabili anche armi e armature, a patto ovviamente di avere i materiali necessari. Eventuali altre abilità potranno essere acquisite grazie alla presenza di campi d’addestramento e numerose subquest attivabili in Kamurocho.Per poter fronteggiare la grandissima quantità di nemici che si pareranno sin da subito lungo la strada vi sarà la possibilità di utilizzare l’Heat Snipe, una mossa che consente di interagire con gli oggetti presenti a schermo provocando devastanti e spettacolari esplosioni. Una volta riempita la barra apposita, infatti, comparirà un’icona su autocarri, bombole di gas ed altri elementi che consentirà di entrare in Bullet Time. Sparato il colpo verso questi, tramite un semplice Quick Time Event si potranno generare scoppi a catena o cadute di travi dai cigli dei grattacieli che consentiranno di sbaragliare grandi quantitativi di nemici e di spezzare un po’ la monotonia che potrebbe generarsi utilizzando continuamente un medesimo approccio.A tal proposito non può non essere citata la seconda possibilità di interazione con gli oggetti a schermo: si potranno infatti prendere in mano alcuni elementi come biciclette, divanetti e motocicli e scaraventarli brutalmente contro i nemici o utilizzarli come armi corpo a corpo. E’ da sottolineare tuttavia che queste non sono eterne, dato che dopo un quantitativo predefinito di colpi andati a segno si danneggeranno e piano piano si andranno ad utilizzare oggetti sempre più piccoli (la bicicletta avrà tre stadi diversi, un primo quando ancora sarà integra, un secondo quando sarà lievemente danneggiata ed un terzo dove il personaggio avrà solamente una ruota in mano). Tra le armi secondarie si annoverano anche motoseghe e lanciafiamme, la cui implementazione non risulta pienamente soddisfacente: l’utilizzo della prima deve essere infatti dosato, poiché se si inizierà una combo nella direzione sbagliata sarà impossibile fermarsi prima della sua normale conclusione. Ciò renderà il personaggio praticamente incontrollabile durante questi pochi istanti che potrebbero fare la differenza nel caso in cui la salute si trovasse a livelli critici. Oltretutto, avendo in mano una di queste armi poco prima di una cutscene, non appena questa inizierà l’arnese verrà automaticamente lasciato a cadere a terra e sarà necessario equipaggiarlo nuovamente con il tasto adibito: fattore piuttosto frustrante, data la difficoltà di recuperare gli oggetti qualora nel frattempo comparisse una corposa orda di zombie. Un sistema di controllo e di gestione delle armi migliori avrebbe sicuramente giovato alla qualità complessiva di Yakuza: Dead Souls.

Relax, don’t do it!Anche gli eroi di Kamurocho hanno diritto a rilassarsi, e lo fanno in una maniera davvero esemplare. Lungo il corso del gioco sarà possibile dedicarsi a subquest che richiederanno ad esempio la disinfestazione di locali o dedicarsi al gioco d’azzardo con roulette, slot machines o fare una partita a bowling. Non mancano altri sport come il baseball, freccette, table tennis e la pesca. Presente come sempre anche il karaoke, le cui meccaniche da rhythm game riusciranno a intrattenere per svariato tempo e a divertire grazie all’umorismo trasmesso dal pazzo Goro Majima durante le sue performance vocali.

Bang, Bang, BaaangAnalizzando la componente tecnica dell’ultima fatica di SEGA non si può certo gridare al miracolo.Oltre ai difetti riguardanti il sistema di controllo, il comparto grafico non risulta particolarmente sorprendente a causa di un aliasing piuttosto marcato e di modelli poligonali scarni e deludenti. Nemmeno le texture riescono a convincere pienamente, a causa di una qualità non eccelsa e di una risoluzione decisamente bassa. Nonostante la scarsa mole di elementi da elaborare, è da sottolineare come il motore grafico si riveli più volte inefficiente, con dei crolli di frame rate che si verificheranno spesso e volentieri durante le scene di gioco più concitate, inficiando l’esperienza di gioco e aumentando le probabilità di game over. Da sottolineare in ultima istanza la presenza di numerose compenetrazioni poligonali tra personaggi ed oggetti.Poco ispirato anche il level design, con delle ambientazioni che mancano di varietà, così come i nemici, dato che alcuni infetti sembrano essere stati presi direttamente da Left 4 Dead: ad esempio il Fattie, Meathead, Monkey Boy e la Cry Baby ricordano rispettivamente il Boomer, Tank, Hunter e Witch della saga Valve. Diverso discorso invece per quanto riguarda i prototipi, boss che più volte riusciranno a mettere alla prova.Per quanto riguarda il sonoro, unica vera pecca risulta essere il mancato doppiaggio di tutti i dialoghi presenti nel titolo. Buona invece la soundtrack, grazie anche alla presenza di diversi brani all’interno dei minigiochi proposti.

– Atmosfera

– Buon numero di subquest

– Divertente e longevo

– Sistema di crescita del personaggio

– Tecnicamente non eccelso

– Telecamera e controlli da rivedere

– Design degli infetti poco ispirato

– A volte ripetitivo

7.0

Yakuza: Dead Souls è uno spin off piuttosto valido. L’ottima componente GDR implementata a delle meccaniche tipiche dei TPS è riuscita a convincerci pienamente grazie anche alla sua varietà. Tali fattori vengono tuttavia compensati negativamente da una realizzazione tecnica poco curata, con un sistema di controlli e di regolazione della telecamera da rivedere e un comparto grafico assolutamente non all’altezza.

Nonostante queste pecche, la buona longevità data da una storyline arricchita con diverse subquest e minigiochi divertenti saprà sicuramente tenere incollati i giocatori davanti allo schermo per tutta la durata dell’avventura.

Voto Recensione di Yakuza: Dead Souls - Recensione


7