Recensione

X-Men: Destiny

Avatar

a cura di Aegrod

I mutanti Marvel sono ormai da anni protagonisti dei nostri schermi, sia cinematografici che videoludici, andando a guadagnare un discreto successo in entrambi i settori. Purtroppo non sempre le ciambelle vengono col buco e questo è il triste caso di X Men: Destiny per Nintendo DS. Non che le versioni disponibili per le restanti console possano definirsi dei capolavori, ma il lavoro svolto da Other Ocean Interactive su NDS non può che definirsi pessimo, sotto ogni punto di vista. 

Poteri mutanti? No, monotoni
Giocando a X Men: Destiny non si proverà mai la sensazione di gestire un personaggio dai super poteri mutanti: scordatevi infatti Wolverine, Ciclope e compagnia, in quanto verrete calati nei panni di un personaggio random provvisto di  poteri simil-mutanti. Subito nelle prime fasi di gioco si dovrà scegliere quale percorso intraprendere, uno indirizzato al bene e l’altro, proprio per non cadere nei soliti clichè, al male. Ogni “destino” scelto porta con sè il proprio repertorio di mosse eseguibili dall’alter ego, ma sia che si scelga un lato piuttosto che l’altro le mosse risulteranno sempre le stesse, sia in termini di potenza che per quanto riguarda le animazioni. 
Uno dei primi poteri a disposizione è un attacco base che permetterà di aumentare la potenza dei colpi circondando le mani del personaggio con un’aura dalla tonalità violetta, facendo assomigliare in questo modo le mani a due palloncini. Da un punto di vista estetico ciò rende il tutto un po’ ridicolo, dato che in tali frangenti sembrerà di indossare i panni di Doraemon.
Altro difetto concernente il sistema di combattimento è la quantità di tasti da premere per eseguire le varie combo: uno solo. Per la stragrande maggior parte del tempo si terrà costantemente premuto il tasto Y, e nel caso in cui si decidesse di sferrare una combo lo si dovrà premere tre volte. Solo a gioco inoltrato si sbloccheranno le prime mosse “di un certo livello”, ma anche queste sapranno regalare ben poche soddisfazioni al giocatore e si attiveranno a un ritmo estremamente lento. Oltre al tasto Y interverrà in soccorso anche il tasto Start, per mettere in pausa il gioco. 
Pecca epocale, soprattutto per un beat’em’up come questo, è il fatto che ogni volta che si scaglierà un colpo il personaggio sarà costretto a fermarsi: in parole povere, non ci si potrà muovere per colpire e questo, per un gioco datato 2011, è inammissibile. 
Un punto a favore del titolo in questione sarebbe dovuto scaturire dalla trama scritta da Mike Carey, già autore di X Men: Legacy ma, come tutto d’altronde in X-Men: Destiny, anche questa risulta frammentata, raccontata per mezzo di testi a schermo e piccoli spezzoni di immagini. Generalmente appariranno appena prima e dopo lo scontro con un boss o di una scelta da compiere, ma sempre in maniera incoerente con quanto sta accadendo a schermo, con tanto di apparizioni e sparizioni di personaggi mai visti nel corso dell’avventura. Un vero peccato, perché la storia poteva essere il fiore all’occhiello della produzione.
Grafica e suoni mutanti
Tecnicamente, come già facilmente intuibile, X Men: Destiny risulta insufficiente in ogni sua parte.Le animazioni sono ripetute, il dettaglio grafico pessimo, la varietà delle ambientazioni e dei personaggi pari a zero, con i nemici che si distinguono dall’eroe solo per il diverso colore dei vestiti. Anche per quanto riguarda l’interattività con gli oggetti non si può essere minimamente soddisfatti, sarà infatti possibile interagire con pochi oggetti. Tra questi spiccano curiosamente i cassonetti dell’immondizia, data la possibilità di scagliarli e vederli addirittura scoppiare. I bidoni di carburante infiammati invece no: loro, anche se colpiti, rimarranno tali e quali. 
Un repertorio audio come quello di X Men: Destiny non si sentiva dai lontani tempi dei primi cabinati delle sale giochi. Effetti sonori pessimi e spesso mal sincronizzati, accompagnati da musichette capaci di inebetire chiunque.

– La trama, almeno sulla carta

– Narrazione frammentaria

– Gameplay ripetitivo

– Tecnicamente infimo

3.0

Un gioco come X Men: Destiny non è consigliabile a nessuno, in particolar modo ai fan degli X-Men, i quali potrebbero sentirsi offesi dal lavoro (non) svolto dagli Other Ocean Interactive. Un piccolo modello di come non si dovrebbe lavorare in ambito videoludico.

Voto Recensione di X-Men: Destiny - Recensione


3