Anteprima

World of Warcraft: Legion

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a cura di FireZdragon

Ero intenzionato a scrivere un’anteprima su World of Warcraft Legion di quelle classiche, volevo raccontarvi dei contenuti esclusivi annunciati durante la presentazione ufficiale della Gamescom, ma poi mi sono fermato. Ho guardato al percorso di WoW fatto negli anni ed è scesa una lacrimuccia per quello che ha rappresentato.
Lo so, sembra uno di quei post scritti da un vecchio e raggrinzito giocatore (e un po’ forse ormai lo sono anche) ma in fondo, ogni volta che guardo quella dannata data di uscita di World of Warcraft Vanilla e penso che sono già passati ben dodici anni non posso che essere sommerso da una nostalgia terribile dei primi anni di gioco.
In dodici anni World of Warcraft è cambiato come mai nessuno si sarebbe aspettato, e persino la stessa Blizzard è cambiata in modi che non pensavamo fossero nemmeno lontanamente immaginabili. 
Dodici anni fa, quando veniva lanciata un’espansione o un nuovo contenuto, i pezzi del puzzle venivano rivelati poco alla volta, erano i più tenaci giocatori sul PTR a scoprire nuove zone e a portarli alla luce ed erano proprio queste cose che mi facevano prendere ogni notizia con piglio diverso, esaltato dalla scoperta e da quel silenzio sistematico dietro cui si trincerava Blizzard.
Facciamo allora un salto di dodici anni in avanti e arriviamo all’annuncio della scorsa settimana. Dal palco della Gamescom 2015 arriva il reveal di Legion, che più che un reveal pare un vero e proprio walktrough attraverso tutte le meccaniche di gioco, i dungeon, la nuova classe e addirittura l’intero lore. Viene rivelata ogni cosa.
In Legion c’è tutto quello che potrebbe interessare ai giocatori come me: c’è il ritorno di Illidan, sconfitto al Black Temple e ora imprigionato nuovamente da Maiev per fargli scontare una pena che si merita, ci sono le vecchie istanze tirate a lucido, arriva la classe del Demon Hunter alla quale i giocatori di Warcraft III sono affezionati come poche altre cose al mondo, dozzine di nuove aree e persino il ritorno degli artefatti in pompa magna.
So che però niente sarà più come prima. Sono cresciuto, il tempo per giocare ai MMO si è ridotto sempre di più e so che anche questa espansione verrà da me assaggiata per un paio di mesi, forse rinnoverò quando arriveranno content patch importanti, porterò al cap uno dei miei pg storici e lascerò indietro gli altri, come è sempre successo da dodici anni a questa parte.
Aprendo Battle.net e guardando la lista dei miei eroi si osserva un risultato disarmante, ci sono classi e personaggi dei cap di ogni singola espansione, c’è chi è al 60 ancora con il set da pvp addosso, chi al 70 abbandonato dopo l’avvento della Burning Crusade, chi all’85 dopo aver visto l’intero mondo venire stravolto dall’avvento del Lich King prima e di Deathwing poi, con quell’epico combattimento sulla sua schiena per abbatterlo, e poi ho un paio di personaggi al 100, aiutati anche al boost di Exp ottenuto con Warlords of Draenor.
Ognuno è un pezzo di storia, ognuno sono amicizie che si sono incrociate, momenti virtuali paralleli a una vita reale a volte sacrificata proprio per World of Warcraft e, badate bene, senza pentimento.
Con Vanilla e con gilde da cento persone, con raid da 40 ci si conosceva alla fine un po’ tutti. Ci si odiava anche un po’ tutti perché i loot erano condivisi e gestiti quasi completamente a mano, ma in fondo faceva pur sempre parte del gioco.
E poi è andato via via tutto svanendo, Blizzard ha seguito l’andamento del mercato e ha visto che i suoi giocatori avevano iniziato a dedicare sempre meno tempo all’universo di Jaina e King Magni, troll e orchi non riuscivano più a tenerci incollati decine di ore al giorno e allora si è adeguata, piuttosto che spegnere i server.
Ha fatto quello che tutti farebbero con la propria creatura, ha adattato World of Warcraft al mercato, semplificandolo e riducendo le ore di gioco necessarie per ottenere i loot.
Le nuove leve hanno invaso un prodotto che inesorabilmente si stava rivolgendo a loro, dimenticando quasi chi lo aveva supportato da sempre. Via i raid ultra impegnativi, via il farming forsennato e via anche tutta quella ricerca che un buon raid leader doveva fare per affrontare un boss con i suoi compagni ogni sera.
Wow si è trasformato in un gioco che non è World of Warcraft e in cui, dopo dodici lunghi anni di onorata carriera faccio fatica a riconoscermi.
L’impianto ludico è sicuramente migliorato, ora è persino conciliabile con la vita reale, ma non sono poi così sicuro che questo progresso fosse quello che volevo da Wow.
Forse avrei preferito continuare a lamentarmi del mio elmo del cenarion che non droppava mai per altri 10 anni, piuttosto che trovare oggetti a pioggia e ottenere vittorie in raid casuali con persone che non avrei nemmeno mai più rivisto, o con le quali nemmeno avrei mai più giocato.
Per farla breve ragazzi, Blizzard farà uscire Legion il prossimo anno, sarà la solita espansione solida e ricca di contenuti e tutti, me compreso, torneremo in massa anche questa volta a rimpolpare server in lento declino, nella speranza di incontrare i compagni di avventure che ci hanno accompagnato per questi lunghi dodici anni, giocare ancora insieme qualche mese e poi salutarsi di nuovo perché anche la nostra vita, quella vera questa volta, è cambiata… e forse molto di più di quanto non abbia fatto World of Warcraft.

– Una nuova classe

– Nuove zone da esplorare

– Artefatti

Legion sarà un’espansione di quelle ricche di contenuti, probabilmente mirata ad infarcire il lore di Warcraft con qualche nuova perla e in grado di garantire decine di ore di gioco aggiuntive. Tutti ci torneremo e in massa la abbandoneremo dopo qualche mese. È la storia che si ripete e Blizzard questo lo sa bene, i rumor su un nuovo Warcraft altrimenti non sarebbero mai trapelati. Che il free to play sia la soluzione ultima e sempre più vicina?