Recensione

Wonderbook

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a cura di Pregianza

L’E3 è ogni anno teatro di presentazioni bombastiche, spesso e volentieri portate all’eccesso in pieno stile americano, o preparate a puntino per risultare impeccabili anche con un prodotto estremamente acerbo alla base. Ciò che si tende a ricordare di più dell’enorme fiera sono però gli strafalcioni, tutte quelle dimostrazioni che, per un motivo o per un altro, vanno orribilmente storte. 
La cosa non deve sorprendere, dopotutto dalle difficoltà di Miyamoto con Skyward Sword, al Giant Enemy Crab di Genji, queste occasioni fallite di dimostrare la potenzialità di un videogame sono divenute quasi leggendarie, e hanno intasato la rete con battute e meme di ogni tipo. 
Nel 2012 i momenti ilari sono stati pochi, vuoi per uno spettacolo un po’ più spento del solito, vuoi perché le case hanno deciso di stare più attente durante gli show, e giocato le loro carte in modo più oculato. Sony è tuttavia riuscita comunque a regalare una piccola perla agli internauti durante la dimostrazione di Wonderbook, prodotto presentato come rivoluzionario e in grado di cambiare per sempre il mondo dei giochi dedicati ai più piccini, supportato peraltro dal nome mastodontico di J.K. Rowling. Durante la prova della curiosa periferica a forma di libro, infatti, milioni di spettatori hanno potuto osservare una povera tester sventolare per alcuni lunghissimi secondi il Move, nel disperato tentativo di far riconoscere al Playstation Eye un movimento alquanto basilare. 
Non un buon modo di partire, ma gli sviluppatori di London Studio hanno voluto rassicurare i fan di Harry Potter e della Rowling, affermando che il prodotto finito non avrebbe avuto alcun problema di riconoscimento. Noi l’abbiamo potuto finalmente testare a dovere, e oggi possiamo dirvi che… non hanno mentito.
Un buon mago deve avere le articolazioni solide
Cominciamo dalla periferica: nella confezione di Wonderbook troverete un bel libro cartaceo blu, chiaramente strutturato per essere una base perfetta per la tecnologia augmented reality su cui si basano i dischi a esso dedicati. I futuri titoli saranno a parte e il primo, quello con cui il magico tomo uscirà al lancio, si chiama Book of Spells, scritto dalla Rowling in persona. 
La trama di base del gioco è piuttosto semplice. Voi sarete uno studente di Hogwarts appartenente a una casa di vostra scelta tra le solite quattro, venuto per caso in possesso di un misterioso libro magico scritto dalla strega Miranda Gadula. Il tomo non è il solito noioso testo di magia, bensì un potente artefatto, capace di insegnare le arti magiche tramite lezioni pratiche. Una volta scelta una bacchetta, potrete buttarvi nel primo dei cinque capitoli di gioco e apprendere gradualmente tutti i trucchi del mago perfetto.
La premessa è semplice, ma perfetta per il pubblico dei più giovani, a cui l’opera di London Studio è diretta. Il target è evidente fin dalle prime battute, durante le quali vi verrà chiesto di calibrare il Playstation Move e il Playstation Eye seduti per terra, con il libro ben aperto di fronte. Non è difficile settare il tutto con precisione, ma un bambino avrà certamente meno difficoltà a rientrare nell’inquadratura e a restare seduto a terra per ore senza risentire degli acciacchi (non temete, è possibile anche utilizzare il tutto comodamente seduti su un divano, seppur sia necessario stare più attenti con il posizionamento in quel caso).
Una volta sistemato il sistemabile, il libro cambierà forma e colore, mostrando ad ogni pagina girata nuovi incantesimi e sottogiochi a essi legati. Gli sviluppatori sono riusciti a fare un lavoro realmente degno di lode con la realtà aumentata, tanto che persino il datato Playstation Eye riesce a risultare preciso e affidabile durante l’esperienza. Le pagine del libro una volta inquadrate si animano quasi subito con colori accesi e disegni dettagliati, e la trasformazione in “bacchetta” del Move diventa rapidamente uno strumento perfetto per esplorare i vari contenuti.
Questi contenuti altro non sono che le magie più note del mondo di Harry Potter (Expecto Patronum, Alohomora e compagnia bella), introdotte in ogni facciata tramite brevi storie narrate da Miranda e spesso animate sotto forma di diorama in tre dimensioni. Una volta completata la fase narrativa, il libro vi metterà davanti ad alcune facili prove, atte a insegnare il movimento necessario all’esecuzione della magia e a svelarne le principali utilità. Concluse le lezioni di un capitolo, dovrete affrontare un esame che vi chiederà di combinare i poteri acquisiti per passare a quelli successivi.
“Wingardium Leviosa” e “paguro” sono apparentemente lo stesso incantesimo
Come avrete capito, lo scheletro alla base della produzione è tutt’altro che complesso. “Accessibilità” è la parola d’ordine, e chiunque sarà in grado di superare senza difficoltà alcuna le sezioni presentate. Wonderbook non cerca di essere uno skill game o un’avventura a enigmi semplificata, vuole essere una fiaba interattiva, una storia godibile legata alla mitologia creata dalla Rowling. 
I London Studio sono a nostro parere riusciti nell’intento, grazie a un comparto tecnico che riesce a tratti a stupire per la sua affidabilità e le ottime trovate. A seconda della situazione la telecamera si avvicinerà o allontanerà, dando modo al libro di creare ambientazioni con cui interagire per provare le magie, o al giocatore di analizzare meglio le pagine per svelarne i segreti. Il lavoro fatto è impeccabile non solo per la cura nella gestione dei controlli, ma anche per la bellezza delle strutture che vanno a formarsi. Le ambientazioni sono spesso estese e curate, e il loro livello di dettaglio stupisce, specie se si è abituati alle poco esaltanti esperienze di realtà aumentata offerte da altre software house. Presto diverrà naturale usare il motion controller come un’estensione del proprio corpo, spostare le parole dei paragrafi e districarsi tra le sfide offerte dal misterioso oggetto. L’atmosfera di Hogwarts e del magico mondo di Harry Potter è catturata alla grande, al punto che persino i fan più grandicelli della saga potrebbero apprezzare questo peculiare titolo. 
L’unica reale mancanza del gioco sta proprio nell’interattività: le storie scritte dalla Rowling sono, come prevedibile, ben congegnate e piacevoli da seguire, ma non richiedono reali interventi tolte alcune scelte durante le animazioni narrate o la possibilità di sveltire i testi con un rapido movimento di bacchetta. 
A tutti gli effetti la parte più “giocabile” di Wonderbook sono gli esami finali, specie quelli più avanzati che richiedono un minimo di coordinazione, ma non sperate di trovarvi mai in difficoltà. Il gioco non penalizza in alcun modo l’utente durante i test, e si limita ad affibbiargli un voto finale dopo il loro completamento, poca cosa anche per i perfezionisti. 
Ci sono altri piccoli nei a livello tecnico, tra cui brevi rallentamenti e sessioni leggermente meno precise di altre, ma nulla di tutto ciò è in grado di lasciare seriamente il segno. Abbiamo però trovato piuttosto divertente la scarsa precisione del riconoscimento vocale del Playstation Eye nel momento in cui viene proferita ad alta voce una formula magica. Potrete dire qualunque cosa, e il narratore si complimenterà comunque con voi per l’ottima pronuncia. Se al prossimo Halloween vedrete un ragazzo vestito da mago sventolare la bacchetta e urlare a squarciagola “Ornitorinco”, invece di “Wingardium Leviosa”, non stupitevi. Uomo avvisato mezzo salvato.
Non ci metterete molto a studiare tutte le pagine del libro, e alcune filastrocche/enigma sbloccabili unite a collezionabili sparsi per i livelli non bastano certo ad aumentare la longevità. La natura fiabesca del prodotto rende ad ogni modo questa pecca meno significativa rispetto al solito. Impossibile infine non citare l’ottimo doppiaggio, per una volta privo di sbalzi anche nella lingua del bel paese. Di sicuro Wonderbook è un pacchetto confezionato a dovere, non c’è che dire.

– Ottimo uso del Playstation Eye e della realtà aumentata

– Cattura alla grande l’atmosfera del mondo creato da J.K. Rowling

– Comparto tecnico estremamente curato

– Accessibilissimo e perfetto per i più piccini

– Interattività piuttosto limitata nelle lunghe sessioni narrate

– Difficoltà praticamente nulla per i più cresciuti

– Se avete le articolazioni arrugginite può essere una tortura

8.0

E’ difficile definire Wonderbook: Book of Spells “videogioco”. Il lavoro di London Studio è principalmente una fiaba interattiva, capace di immergere grandi e piccini nel mondo creato da J.K. Rowling e di stupire grazie al brillante uso della realtà aumentata e alla cura con cui tutto è stato sviluppato. Non sarà certo un prodotto appetibile per chi mangia pane e videogames a colazione, ma resta un titolo ben al di sopra delle aspettative, perfetto per le famiglie e i piccoli fan del maghetto più famoso del mondo.

Voto Recensione di Wonderbook - Recensione


8