Anteprima

Wolfenstein 2: The New Colossus

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a cura di YP

L’autunno è indubbiamente un periodo intenso per tutti gli appassionati di videogiochi. Tra le molteplici uscite che invaderanno il mercato negli ultimi mesi del 2017 c’è anche Wolfenstein 2: The New Colossus, il nuovo capitolo dello sparatutto sviluppato da MachineGames che si carica sulle spalle l’eredità della sua precedente incarnazione. Dopo la prova all’E3 2017 siamo tornati a Londra, negli studi Bethesda, per toccare con mano una seconda volta il titolo: tra build vecchie e sezioni di gameplay totalmente nuove, ecco il resoconto del nostro hands-on.
Nazi Hunter
Blazkowicz è vivo e cerca vendetta. Ottenerla però non sara facile, perché l’esercito tedesco accresce giorno dopo giorno la sua potenza e studia tecnologie aliene per ricavarne potenti armi. Se la prima parte della prova era la stessa di E3 2017 (stragi su sedie a rotelle, ricordate), la seconda missione era totalmente inedita e ci ha permesso di capire molto bene l’anima del nuovo Wolfenstein. Siamo in New Mexico, in una piccola città nelle vicinanze di Roswell (incidenti UFO, area 51, proprio quella) e il nostro scopo sarà quello di entrare in contatto con un nostro alleato sul campo che ci condurrà a dei tunnel sotterranei che sbucano esattamente sotto… l’Area 51. Si perché pare che i nazisti conducano esperimenti di retroingegneria proprio lì, e noi non possiamo stare a guardare. L’incipit narrativo intrigante ci catapulta quindi in città, travestiti da pompieri (siamo ricercati) e in possesso di una potentissima bomba da usare per far esplodere la base segreta. La contestualizzazione è meravigliosa: il piccolo paesino è in clima di vesta per via di una parata nazista. Locali addobbati, generali tedeschi che passeggiano in uniforme e coreografie nella strada principale. Individuiamo il diner dove si trova il nostro contatto ed entriamo. L’accoglienza è fredda, non si fida. Dobbiamo identificarci prima che si senta sicuro di parlare, ma proprio quando il discorso sta per entrare nel vivo ecco che arriva un soldato di alto rango nazista. “Un milkshake!”, si siede al bancone e inizia a chiaccherare. Vede qualcosa di famigliare in noi… fino a quando il televisore alle nostre spalle trasmette il telegiornale con il nostro faccione in primo piano. “Ricercato”, così recita la scritta di fianco alla foto, e prima che il generale nazista riesca a reagire alla scoperta viene freddato dal nostro compare dietro il bancone. La sequenza pesca a piene mani dal cinema di genere, ricorda per certi versi la scena iniziale di Bastardi Senza Gloria, dove una vittima indifesa subisce la politica di terrore delle truppe naziste. Tutto molto bello, e coinvolgente. Segue una cut-scene d’intermezzo che ci porterà nel vivo dell’azione. Quest’ultima si conferma peculiare, ritmata e adrenalinica, complice anche un design di tutto rispetto: dalle armi ai nemici, tutto è accattivante. La componente shooting si avvicina all’anima di Doom, grazie alla velocità aumentata, alle esecuzioni ravvicinate e alla possibilità di utilizzare due armi (diverse!) contemporaneamente. Insomma il ritmo di Wolfenstein 2 è superiore rispetto al capitolo precedente, e ne consegue molta più dinamicità e divertimento, accentuato dalla diversità dei nemici, che spaziano dai semplici soldati ad altri più grossi e corazzati, per finire con dei ninja cyborg letali. Potremo poi accrescere le nostre skill soddisfacendo alcuni requisiti nello “skill tree” di Blazkowicz. Uccisioni silenziose, reboanti e tramite i vari gadget ci permetteranno di perfezionare le abilità nella categoria d’appartenenza, ovvero Stealth, Mayhem e Tactical. Ci sono poi le bocche da fuoco (nella demo cinque tipologie: Pistole, Sturmgewehr, Machinenpistole, Handgranata, Dieselkraftwerk) anch’esse modificabili tramite l’utilizzo di particolari kit (updgrade kits) che si trovano lungo il percorso, all’interno del quale potremo anche raccogliere indizi e chiavi che ci apriranno sezioni nascoste. L’impressione generale è che questo sistema di gioco sia ben architettato e capace di amalgamare sapientemente tutti i suoi elementi al suo interno. L’unica pecca che possiamo ipotizzare è che questo ritmo possa in qualche modo facilitare l’esperienza dopo che il giocatore avrà capito come sfruttare ogni esecuzione e movimento a suo favore, ma è anche vero che ci sono diversi livelli di difficoltà, e che il grado della sfida dipenderà anche, e soprattutto, dalla nostra volontà. Per il resto Wolfenstein 2 si conferma uno shooter solido, uno dei pochi davvero capaci di unire una trama intrigante e ritmata a un gameplay unico e impegnativo. 

Gameplay più dinamico e veloce

Incipit narrativo intrigante e curato

La nostra seconda prova di Wolfenstein 2 ci ha convinto quasi in modo totale: l’anima del gioco si conferma essere il perfetto mix tra narrazione e componente shooter. La porzione di trama da noi giocata invece sfrutta un argomento assai inflazionato, inserendolo però in maniera funzionale all’interno dell’universo di Wolfenstein. Abbiamo ancora qualche dubbio sul bilanciamento della difficoltà, ma per il resto il titolo ci ha convinto: in attesa dell’uscita ufficiale ci sentiamo quindi di rassicurare i fan del brand. Wolfenstein sta per tornare, e lo farà in forma smagliante.