Recensione

Wild Arms 3

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a cura di Fabfab

E’ davvero un momento particolare per i giochi di ruolo su PS2: ai tempi della PSOne, grazie all’inaspettato (in Europa) e travolgente successo del “Final Fantasy 7” della Square, abbiamo goduto di una vera e propria sovrabbondanza di giochi di ruolo giapponesi convertiti in pal e addirittura localizzati nella nostra lingua.Da quando è uscita la PS2, invece, i giochi di ruolo giapponesi sembrano tornati ad essere un genere sottostimato, almeno per quanto riguarda gli importatori europei: dal lancio della scatoletta Sony i gdr disponibili si contano sulle dita di una mano. L’attesissimo “Final Fantasy X” ha goduto di una buona localizzazione ma di una pessima conversione, con tanto di ingombranti barre nere causate dall’assenza di un selettore per i 60hz; gli altri non sono stati nemmeno tradotti, anche se, paradossalmente, alcuni di loro sono stati convertiti con più attenzione del blockbuster Square.In quale categoria rientrerà allora questo “Wild Arms 3”?

La storiaLa serie di Wild Arms nasce su PSOne e si segnala subito per alcuni elementi caratteristici: l’enorme testone dei protagonisti, le tipiche ambientazioni e (soprattutto) le bellissime musiche in stile western! Tali elementi sono stati mantenuti nel successivo “Wild Arms 2”, sempre per PSOne, e vengono in parte riproposti anche in questo nuovo capitolo, il primo sviluppato su PS2 (dove non ci sono più i capoccioni, per fortuna!).Naturalmente si tratta di un concetto particolare di “western”, interamente rivisitato dalla fantasia tipica degli sviluppatori nipponici, ma che riesce a mantenere inalterato il suo fascino!Il gioco vi proietta fin da subito al centro dell’azione: nei panni dell’avventuriera (“Drifter”) Virginia Maxwell vi troverete a bordo di un treno sul quale viene trasportato un antico e prezioso artefatto. Ben presto nella carrozza sul quale è custodito accade qualcosa di strano e la nostra eroina, corsa ad indagare, si trova davanti ad altri tre tizi dalle oscure intenzioni: i quatto personaggi, che non si conoscono tra loro, si fronteggiano così armi in pugno, in un crescendo di tensione interrotto dalla comparsa del menù di selezione. Potremo allora rivivere, nei panni di ognuno dei quattro personaggi, singolarmente, rivivere gli avvenimenti che li hanno portati ad incontrarsi su quel treno!Grazie a questo piccolo espediente il gioco ci permette di fare la conoscenza dei quattro protagonisti che ci accompagneranno per tutto l’avventura: Virginia Maxwell, un’idealista alla ricerca del padre, Gallows Caradine, sciamano mancato, Jet Enduro, il “solitario” del gruppo e Clive Winslett, Drifter professionista, calmo e pragmatico.I quattro personaggi si troveranno a dover unire le forze ed insieme affrontare nuove e pericolose avventure ambientate sul pianeta di Filgaia (lo stesso degli episodi precedenti), un mondo devastato da un’antica guerra ed ora quasi interamente ricoperto dalle sabbie.Questo gdr della Media Vision eccelle nella qualità di storia e testi: gli innumerevoli dialoghi appaiono sempre interessanti, mai inutili o superflui, e spesso pervasi da quel tipico umorismo giapponese che contribuisce a renderne piacevole la lettura.

Il gameplayIl gameplay è molto simile a quello dei capitoli precedenti: “Wild Arms 3” è un gdr dalla struttura classica con alcuni elementi alla Zelda.Esplorerete il desolato mondo di Filgaia muovendovi su di una mappa tridimensionale in cui gli spostamenti possono avvenire a piedi, a cavallo, in treno oppure tramite particolari “navi” indispensabili per attraversare gli immensi oceani di sabbia: la mappa, inizialmente, è “vuota”, senza nessuna locazione segnata. Spetta al giocatore, seguendo le indicazioni che gli vengono via via fornite, esplorarla e scoprire, con l’aiuto di un apposito radar, città, templi, stazioni e tutte le altre strutture nascoste; da segnalare che, comunque, fino a quando non vi vengono fornite precise indicazioni su dove cercare, non troverete nulla neanche se vi trovate sul posto ove la struttura sorge. Le locazioni divengono disponibili solo quando la storia prevede che appaiano e questo obbliga il giocatore a prestare sempre molta attenzione ai discorsi!Le città appaiono abbastanza raccolte ma, proprio per questo, poco dispersive: all’interno di esse troverete sempre il mercante dove rifornirsi di pozioni, il fabbro in grado di potenziare le vostre armi da fuoco (a seguito dell’ambientazione pseudo-western, i personaggi utilizzano pistole, fucili ed altri gingilli simili…) e l’immancabile saloon presso il quale alloggiare e dove cercare remunerativi lavoretti.I templi ed i sotterranei da esplorare, invece, sono sempre abbastanza vasti, disseminati di trappole ed enigmi: per superarli senza subire danni è necessario sfruttare al meglio le capacità dei protagonisti. Questi sono dotati ognuno di una particolare abilità, da utilizzarsi “in tempo reale” (al di fuori, cioè, dei combattimenti): solo ricorrendo ad esse nei giusti tempi e modi è possibile risolvere gli enigmi proposti.Il gioco può essere salvato solo nelle città, parlando con appositi “robottini peones”: in alternativa all’interno delle strutture da esplorare è sempre possibile trovare le Gimel Coins, spendibili per salvare “in loco” i nostri progressi (1 moneta = 1 salvataggio).Da segnalare, infine, la possibilità di improvvisarsi orticoltori, seminando e facendo crescere gli item curativi, piuttosto che comprarli.

I combattimentiI combattimenti seguono il classico schema a turni a turni: quando incontrate un avversario venite si apre un’apposita schermata dove affrontare la battaglia. Le posizioni dei personaggi e degli avversari non sono statiche, i membri del party si muovono e corrono per l’area di gioco, rendendo gli scontri molto dinamici: a seconda della posizione in cui il personaggio si trova al momento di attaccare, questi può sorprendere l’avversario con uno sparo ai lati oppure alle spalle, che infligge una quantità maggiore di danni, oppure un compagno può proteggere l’altro frapponendosi al colpo del nemico. Peccato che tali spostamenti avvengano indipendentemente dalla volontà del giocatore e che quindi la componente strategica ne risulti notevolmente limitata!Oltre alle armi da fuoco ogni personaggio avrà a disposizione particolari poteri magici con proprietà offensive, difensive o curative dipendenti dall’elemento con cui sono stati associati (Terra, Acqua, Fuoco e Fulmine); sono presenti anche le classiche invocazioni ed ogni personaggio può richiamare in suo aiuto una particolare creatura che scompare una volta eseguito l’attacco.Il gioco ricorre al sistema dei combattimenti cosiddetti “casuali”, particolarmente inviso alla maggior parte dei giocatori odierni: consapevoli di ciò i programmatori della Media Vision hanno provveduto ad implementare un innovativo sistema che limiti l’incidenza degli stessi. Il nostro party dispone all’uopo di una barra Encounter (“Incontri”), che consente di evitare molti combattimenti casuali: prima che questi abbiano luogo, infatti, sulla testa del personaggio appare un punto esclamativo. Quando tale simbolo è di colore rosso la battaglia è inevitabile, ma se il colore è bianco o verde è possibile sfuggirlo premendo il tasto Cerchio; ogni scontro così evitato consuma lentamente la barra Encounter che può essere ricaricata sia mediante la raccolta di appositi cristalli, sia sostenendo le battaglie.Grazie a questo particolare accorgimento è possibile rendere meno frammentaria l’avventura, soprattutto in quei frangenti in cui ci troviamo alle prese con la risoluzione di qualche enigma e venire continuamente interrotti dagli assalti dei nemici potrebbe risultare alquanto seccante.Col procedere della storia, comunque, nelle aree esplorate in precedenza, potremo evitare direttamente i combattimenti contro mostri ormai troppo deboli.

Grafica e sonoroTecnicamente parlando, “Wild Arms 3” è stato realizzato con la tecnica del Cel-Shading: i personaggi sono molto colorati e piacevoli a vedersi, anche se le loro figure non sono troppo dettagliate e la linea nera che li contorna è forse troppo marcata. Si tratta comunque di particolari che non inficiano in alcun modo la godibilità del titolo.I paesaggi poligonali sono invece ricchi di elementi architettonici articolati (è il caso dei templi) e di elementi in movimento (le affollate città) che si muovono sempre fluidamente e senza incertezze.Sono inoltre presenti diversi tocchi di classe: se venite attaccati mentre montate un cavallo, ad esempio, combatterete cavalcando e dovrete sparare a nemici intenti a rincorrervi, mentre ogni volta che abbandonate il gioco partirà una breve sigla finale che riassume i vostri progressi fino a quel momento…..l’attenzione profusa dai programmatori a questi piccoli dettagli è davvero ammirevole!Una nota di merito va anche all’inserimento del selettore 50hz/60hz (qui, in realtà, rinominati pal/ntsc) che permette a chi abbia un televisore multistandard (praticamente tutti i televisori usciti negli ultimi anni lo sono) di godersi il gioco a schermo intero, senza le orribili barre nere che affliggono titoli tipo “Final Fantasy X”: un’aggiunta davvero gradita!Nel complesso, quindi, l’impatto grafico risulta più che soddisfacente ed il piacere che si prova nel giocare a questo titolo è impagabile.L’ottima impressione generale è rafforzata dalla fantastica colonna sonora che, con le sue melodie tipicamente western, ricorda non poco i mitici film di Sergio Leone ed i grandiosi arrangiamenti dell’inimitabile Ennio Morricone (per chi non lo sapesse è il compositore delle storiche colonne sonore di film del calibro di “Per un pugno di dollari”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il west”, “Gli intoccabili” e molti, molti altri) ed il sospetto che gli autori abbiano volutamente omaggiato il grande compositore sorge spontaneo.Se poi consideriamo la cura riposta nella realizzazione dei vari effetti sonori, spari compresi (-Ogni pistola ha la sua voce e questa io la conosco- diceva il mitico Eli Wallach ne “Il buono, il brutto, il cattivo”), è facile comprendere come davvero nessuna critica possa essere mossa anche sotto aspetto del gioco!

La mancata localizzazioneVeniamo ora all’unico, vero, punto dolente di questo prodotto: la mancata localizzazione in italiano!Il perché resta un mistero buffo. Secondo il rappresentante della Ubisoft la scelta è dovuta a mere esigenze economiche: in sostanza non c’erano soldi! Il che, forse, è anche vero, considerando che, contrariamente a quello che succede di solito, quando il gioco non è tradotto in italiano ma poi ci permette di scegliere tra francese, tedesco, spagnolo, catalano e finlandese, questa volta l’unica lingua presente è l’inglese.Però spiace constatare come, nel caso di altri giochi, i soldi si trovino: il problema della localizzazione riguarda principalmente i giochi di ruolo! Perché nessuno ritiene più opportuno tradurli? “Wild Arms 3” è un prodotto eccellente, probabilmente il miglior gdr giunto in Europa assieme a “Final Fantasy X”, ma la mancata localizzazione lo relega, per forza di cose, a diventare prodotto di nicchia e questo è davvero un peccato.E’ anche vero che una localizzazione “al risparmio” potrebbe comportare problemi di comprensione: chi ha giocato al primo episodio non può aver dimenticato l’oscena traduzione che rendeva del tutto incomprensibili alcuni passaggi del testo, nonostante questo fosse in italiano…D’altronde vista la complessità di un titolo dove la comprensione di trama e dialoghi è essenziale, la mancata localizzazione in italiano mi costringe a sconsigliarne (a malincuore) l’acquisto a tutti coloro che non possano vantare almeno una minima conoscenza della lingua inglese.

– Graficamente accattivante

– Ambientazione e storia coinvolgenti

– Ottima colonna sonora

– Meccanica di gioco molto classica

– Combattimenti casuali

– Interamente in inglese

8

“Wild Arms 3” è, insieme a “Final Fantasy X”, il miglior gdr per PS2 attualmente disponibile nel nostro continente: rispetto al titolo Square ha una grafica più fumettosa ed un sistema di gioco più classico, ma questi sono solo dei distinguo e non certo dei difetti.

La cura riposta nella sua realizzazione, nella creazione di una trama avvincente e di un’ambientazione “western” incredibilmente coinvolgente, traspare già dopo i primi istanti di gioco e, col procedere dell’avventura, verrete rapiti dalle vicende dei quattro avventurieri alle prese con un compito apparentemente al di là delle loro possibilità: scongiurare il ritorno dei demoni nel desertico mondo Filgaia.

L’unica, vera pecca del titolo Media Vision è riscontrabile nella mancata localizzazione dei dialoghi: il gioco è totalmente in inglese e chi non possiede una minima conoscenza di tale lingua non potrà gustare appieno la bellezza di questo prodotto. Se invece inglese e gdr sono il vostro pane quotidiano non posso che consigliarvi caldamente l’acquisto di questo ottimo “Wild Arms 3”!

Voto Recensione di Wild Arms 3 - Recensione


8