Anteprima

Welkin Road

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a cura di Forla

Proprio nei giorni scorsi sono emerse nuove notizie in merito a Mirror’s Edge Catalyst, titolo intorno al quale gira parecchio hype. La cosa non ci stupisce, dato che il predecessore è un gioco che ha saputo accaparrarsi una nutrita schiera di fan. Il suo concept adrenalinico fatto di corse a perdifiato nella giungla urbana e vissute dal punto di vista della bella Faith, si è rivelato vincente. Come per ogni buona idea che si rispetti, ci vuole poco prima che inizino a spuntare prodotti affini, che siano essi meri cloni o interessanti variazioni sul tema. C’è poco da fare, appena messo mano all’early access di Welkin Road la sensazione è stata quella di avere a che fare con una versione “mutilata” di Mirror’s Edge, ma ecco com’è andata di preciso.
Pendolo umano
Welkin Road non si spreca in preamboli narrativi, anzi, ad essere precisi non esiste narrazione di sorta; una volta selezionato il livello si spawna sulla prima piattaforma senza troppe cerimonie. Il titolo si configura come un puzzle platform in cui lo scopo è saltare da un punto all’altro e raggiungere la colonna di luce che rappresenta la fine del livello. All’inizio veniamo presi per mano da un breve tutorial che ci insegna le basi del movimento, la corsa, il salto e tutte quelle altre cose che chiunque abbia giocato ad un fps per più di dieci minuti sa già a menadito. Poco dopo impariamo anche come raccogliere le gambe sotto di noi, manovra utile per passare nei pertugi stretti o per allungare leggermente la traiettoria di salto. Si passa poi a roba un po’ più seria, come correre sui muri o usarli come appoggio per spiccare un balzo. Welkin Road però non è solo parkour: il protagonista indossa dei guanti con cui è in grado di “agganciare” dei globi sospesi ed utilizzarli come fulcro per oscillare nella direzione desiderata. Questa è la meccanica centrale del titolo, declinata poi in diverse varianti in base al colore del globo a cui ci andiamo a collegare. All’inizio infatti abbiamo a che fare principalmente coi globi rossi, a cui è possibile rimanere attaccati illimitatamente. Successivamente incontriamo quelli verdi, uguali ai precedenti ma funzionanti anche come degli interruttori, in grado di modificare l’ambiente di gioco una volta attivati. Poi ci sono i blu, che rimangono attivi solo per pochi secondi, lasciandoci precipitare nel bianco vuoto del cielo nel caso in cui perdessimo troppo tempo prima di mollare la presa.Ve ne sono di altri colori con diverse funzioni, anche se il loro utilizzo principale rimane quello di farci dondolare verso il globo o la piattaforma successiva. Detto così sembra tutto semplice, ma il titolo riserva una difficoltà punitiva e un sistema trial and error ai limiti della decenza. I salti iniziali infatti sono superabili con una manciata di tentativi, ma man mano che procediamo si incontrano passaggi sempre più ostici, che ci obbligano a riaffrontare la sezione parecchie volte. A fine schema però, a separarci dall’agognata colonna di luce che pare ormai a portata di mano, c’è sempre un salto al limite dell’impossibile. Ci è capitato di perdere anche un’ora su un singolo passaggio, alla disperata ricerca del “momentum” ideale in cui mollare la presa e affidarci dalla forza centripeta. La necessità di un timing perfetto, legato ad angolazioni di salto e calcoli della traiettoria altrettanto perfetti, ci hanno frustrato senza pietà. Il cielo bianco inoltre contrasta poco con alcune superfici calpestabili, rendendo complesso crearsi punti di riferimento in modo da modificare gradualmente l’approccio durante le varie prove.
Nuvole soffici e ginocchia sbucciate
Welkin Road prevede lo spostamento su piattaforme fluttuanti dalle forme più disparate. In base al livello in cui ci troviamo esse assumono anche diverse colorazioni dalle tonalità pastello. Per passare da una all’altra si utilizzano i sopra citati globi, ed indipendentemente dalla durata del salto, si arriva a terra senza subire danni di sorta. Alcune difficoltà legate al calcolo esatto del momento in cui saltare o ripiegare le gambe derivano anche dal fatto che, abbassando la visuale, non si vedono i piedi del protagonista. Questo causa non pochi problemi se la nostra intenzione è quella di spiccare il balzo proprio al limite della piattaforma, dando ad ogni nostra acrobazia un sentore di casuale che non abbiamo apprezzato. Il sistema di link inoltre ci è sembrato funzionante solo in parte, e ci ha restituito sensazioni ovattate, come se la gravità non stesse effettivamente facendo il suo lavoro come si deve. Le innumerevoli cadute nel vuoto e l’elevato tasso di difficoltà di alcuni passaggi sono stati per fortuna mitigati da un sistema di checkpoint comprensivo. Il gioco salva infatti i nostri progressi ad ogni piattaforma, costringendoci di fatto a ritentare solo l’ultimo salto prima della disfatta. Anche così però la nostra prova prelude ad un livello di difficoltà che se non verrà limato rischia di circoscrivere gli interessati al prodotto ad una cerchia molto stretta di masochisti con l’inclinazione a gettarsi nel vuoto.

– Un’ardua sfida per gli amanti dei puzzle platform

– Se vi piacciono i giochi sul parkour tenetelo d’occhio

Welkin Road fa il verso a Mirror’s Edge eliminando però tutta una serie di elementi che hanno reso grande il prodotto. Quello che ne emerge è un titolo scarno, con poca personalità e che basa tutto su un sistema trial and error frustrante e, in fin dei conti, nemmeno troppo soddisfacente. Se con la release il titolo non verrà reso più accessibile e non saranno implementate delle feature per dare al giocatore qualche strumento in più per affrontare la sfida, prevediamo un brutto tonfo.