Recensione

WWE SuperCard

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a cura di JinChamp

Con l’acquisizione dei diritti sulla WWE da parte di 2K, a seguito della dipartita di THQ, la casa di sviluppo ha da subito espresso la sua intenzione di sfruttare la licenza della federazione numero uno nel campo del wrestling a tutto tondo, senza limitarsi ai soli videogiochi per console e pc, e sbarcando prepotentemente sul mercato mobile, rivisitando ad hoc una formula già attuata con l’NBA e affidando l’intero progetto ad uno studio più piccolo. Stiamo parlando di Cat Daddy e del loro titolo WWE SuperCard, disponibile in formato free-to-play su tutti i dispositivi iOS e Android da circa un annetto. Una mera trovata commerciale o un qualcosa di portatile a cui i fan dello sport di intrattenimento non potranno fare a meno?Road to WrestleManiaLa struttura base del gioco è molto semplice, consta di un vastissimo catalogo di carte raffiguranti stelle del business presenti e passate, suddivise in specifiche categorie e tier.La prima netta differenza si ritrova tra personaggi e carte supporto. Queste ultime sono adibite a potenziare le proprie carte – o depotenziare quelle avversarie – durante le sfide, in genere utilizzabili soltanto una ad incontro ma non vengono consumate nel processo. Le carte dei personaggi invece si distinguono innanzitutto in Superstars, ossia gli uomini, e le Divas, la controparte femminile, che possono solo affrontare loro pari. Ogni carta ha dei valori unici di forza, resistenza, velocità e carisma, talvolta abbinate a dei power up riferiti a mosse tipiche del wrestler in questione che vanno a potenziare due statistiche di un valore variabile in base al tier della carta. E qui veniamo al pezzo forte, i tier. Si inizia dalle comuni e si sale fino alle leggendarie, seguendo la catalogazione standard dei vari giochi di carte e arrivando infine al livello Survivor, inaugurato proprio nel periodo del pay-per-view Survivor Series. Lo stesso avviene per il tier WrestleMania, che comprende tutte le carte ad oggi più forti. Ogni tier ha un livello massimo per le varie carte, che possono essere “allenate” dando loro in pasto i nostri scarti, altre carte sacrificabili che si tramutano di fatto in punti esperienza per potenziare le nostre preferite. Anche i doppioni non sono da sottovalutare, poiché non appena avremo due carte identiche – stesso personaggio, stesso tier e stesso modello – potranno essere combinate per dare vita alla versione Pro, contrassegnata da una stellina, che rappresenta il massimo potenziale esprimibile da quella singola carta e che vede anche il livello massimo salire di cinque punti. Di norma, dunque, una carta pro è più forte di una semplice del tier immediatamente successivo. Per collezionare carte, renderle pro e raggiungere i livelli più alti è possibile spendere denaro reale per acquistare crediti e, dunque, pacchetti il cui costo cresce all’aumentare del tier che può essere trovato al suo interno. Il metodo meno preoccupante per le vostre tasche, invece, consiste nel partecipare a incontri di esibizione, senza alcun limite, che danno il diritto a pescare una carta in caso di sconfitta o due in caso di vittoria da un tabellone di 25 carte coperte, in cui è sempre garantita almeno una carta potenziamento o una rara, in base ovviamente al livello già raggiunto del proprio team, composto da quattro Superstars e una Diva accompagnate da due carte supporto.Raddoppiano le dimensioni del team invece con la modalità King Of The Ring, un vero e proprio torneo con altri 14 partecipanti che dura in media due giorni, avviabile in qualunque momento e dà a tutti una facile opportunità di vincere carte sempre più rare senza dover giocare troppo, se non per ricaricare, potenziare o ruotare le proprie carte tra titolari e panchina ogni tot incontri, che si svolgono ad intervalli di un’ora. Il torneo si conclude poi con un tabellone da eliminazione diretta partendo dai quarti, e i premi migliorano via via ad ogni passaggio del turno.L’ultimo metodo standard, anche se relativamente recente, di ottenere delle carte sempre più forti è utilizzare la camera di fusione, che consiste nel scegliere un certo numero di carte da quelle in proprio possesso e di rarità prestabilita per ottenere, dopo un po’ di tempo (che può variare da pochi minuti per una carta comune a cinque giorni per una WrestleMania) o istantaneamente pagando con moneta reale, delle carte nettamente più forti, le quali rappresentano il non plus ultra di quel tier.

Welcome to the Main Event!Inizialmente il gioco comprendeva solo la modalità esibizione e il KOTR, andando ad arricchirsi poi con nuove feature nel corso dell’anno, partendo innanzitutto da un sistema di ricompense dopo un certo numero di partite giocate che regala a tutti gli utenti carte sempre più rare – e anche abbastanza forti – di John Cena e Paige. Anche la camera di fusione, che ha introdotto le carte Fusion, ha dato una grande scossa al modo di giocare; eppure ciò che ha veramente scombussolato tutto sono senza dubbio gli eventi settimanali. Ad oggi ne esistono di tre tipi: People’s Champion Challange, Road To Glory e l’ultima arrivata Ring Domination. Vengono svolti a rotazione nei week end, durano circa 4 giorni ed hanno meccaniche uniche. Ogni evento è caratterizzato da una carta speciale, ottenibile soltanto nel corso di quel fine settimana e a determinate condizioni, insieme ad altre carte semplici di tutti i tier disponibili. Se nel PCC si tratta semplicemente di una sostanziale gara di nerding, dovendo vincere quanti più incontri di esibizione per ottenere più punti e scalare le classifiche per ottenere i premi migliori, la formula cambia radicalmente negli altri due. Nella RTG il deck viene esteso a 20 carte ed ogni incontro dura circa il quadruplo delle normale esibizioni, vengono introdotti anche i tag team match per le Divas e il sistema di reward non è più a classifica generale ma ad obiettivi al raggiungimento di un certo numero di punti. Proprio per questo non si può giocare ogni volta che si vuole, ma si ha a disposizione un gettone gratuito per giocare ogni 15 minuti (potendone conservare un massimo di 5 alla volta) a meno che non si voglia pagare per avere gettoni extra o raddoppiare la posta in palio. Lo stesso sistema viene utilizzato per il RD, dove la struttura di gioco ricorda molto le meccaniche viste in Final Fantasy VIII, con un tabellone a 9 caselle in cui vince chi riesce a “girare” il maggior numero di carte a proprio vantaggio. Il punto è che se per ogni carta speciale durante i PCC e RTG ne vengono messe in palio due, nel Ring Domination ne viene messa in palio soltanto una e riproposta nuovamente in un secondo evento a distanza di una o due settimane, raddoppiando dunque gli sforzi ed eventualmente anche la spesa.Gli eventi sono senza dubbio l’aspetto più interessante del gioco, sia perché portano con sé sempre nuove carte, sia perché queste sono uniche e sempre molto potenti, seconde solo alle Fusion. Il rovescio della medaglia è che ogni evento richiede, per ottenere un risultato soddisfacente, di giocare costantemente per quattro giorni alla settimana, ogni settimana, e fare uso di crediti dà incredibili vantaggi, addirittura in molti casi ottenibili solo ed esclusivamente spendendo soldi, come accade prevalentemente per i premi migliori del PCC e del RD, mentre la Road To Glory è più facilmente completabile a patto di avere già un deck comprendente molte delle carte più competitive del gioco. Parlando di numeri, sia di soldi potenzialmente spendibili e sia di ore di gioco, se per la RTG e la modalità Ring Domination basta giocare quei 7-8 minuti ogni ora (ma con costanza!) e una decina di euro potrebbero bastare per acquisire il premio massimo raggiungibile, il People’s Champion Challange è assolutamente un’idrovora in grado di prosciugare la vita sociale e le tasche di chiunque voglia ambire ai premi migliori. Si parla tranquillamente di 12-14 ore al giorno di gioco ininterrotto per arrivare tra le prime 200 posizioni, ed assicurarsi le due carte speciali, mentre chi è intenzionato ad arrivare nella top ten è assolutamente costretto a spendere qualche centinaio di euro per raddoppiare i punti ottebili e competere con gli altri. Ciò che risulta più assurdo è però vedere costantemente nelle prime posizioni di ogni PCC sempre gli stessi nomi…

If you smell what Cat Daddy is cookin’!Dopo aver a lungo parlato degli aspetti oggettivi del gioco, è il caso di fare qualche riflessione su come tutte queste meccaniche funzionano in un unico contesto e se il risultato può o meno giustificare un impegno, sia sociale che eventualmente economico, così ingombrante.A primo sguardo il gioco si presenta abbastanza accattivante e con una vasta gamma di chicche che non possono che esaltare l’utente medio, ovviamente a patto che sia un appassionato di questo sport di intrattenimento. Pur partendo da un team discreto di bassa rarità, già lì quasi tutti possono ritrovare i propri beniamini in attività o vecchie glorie che hanno fatto la storia, senza contare l’assoluta emozione che può regalare riuscire a vincere durante un evento settimanale la carta speciale – e non dimentichiamo unica – del proprio atleta preferito. Anche le animazioni degli incontri sono molto simpatiche e abbastanza variegate, anche se dopo qualche migliaia di partite può stufare e non poco vedere sempre gli stessi incontri uno dopo l’altro. Peccato la totale assenza di una modalità che possa permettere di sfidare gli amici, anche se di recente è stata implementata almeno la possibilità di vedere le loro carte a patto che l’account sia collegato al profilo Facebook.Ciò che più di tutto invece dà fastidio è vedere come nei mesi, soprattutto grazie all’introduzione degli eventi e delle Fusion, Cat Daddy abbia voluto premiare sempre più coloro che sono disposti a spendere cifre anche importanti, rendendoli di fatto fin troppo forti ai limiti dell’imbattibilità. Se nei primi mesi dal lancio spendere soldi veri voleva dire prendere una scorciatoia verso le carte leggendarie più potenti, ora oltre a questo va considerato che spendendo si ha accesso alle carte speciali, nettamente più forti delle varianti semplici, e ad una quantità molto maggiore di carte Fusion, le più forti in assoluto.Anche in termini pratici WWE SuperCard è un gioco meno portable di quanto non possano essere i dispositivi sui quali è stato programmato. Fermo restando che qualche match di esibizione e una occhiatina qualche volta al giorno al King of the Ring si può tranquillamente dare mentre si è in metro, in pizzeria oppure, visto il periodo, sotto l’ombrellone, gli eventi risultano talmente invadenti da essere difficilmente fruibili quando si è fuori casa, sia perché spesso richiedono una attenzione prolungata e sia perché i consumi di batteria non sono proprio trascurabili.Se utilizzate il titolo su un dispositivo dotato di una batteria nuova e particolarmente performante, non dovreste avere problemi anche se doveste giocarci per qualche ora al giorno. In caso contrario, fareste bene a girare con il caricabatterie sempre pronto e a trovare una presa disponibile. Nel caso limite in cui aveste uno smartphone piuttosto datato e con una batteria malandata, potrebbe addirittura capitarvi di non riuscire a giocarci durante la ricarica, poiché il dispositivo tenderebbe a consumare corrente più di quanto non riesca ad ottenerne dal caricabatterie.

– Roster di carte vastissimo ed in costante aggiornamento

– Molto appassionante per un fan del wrestling

– Non è indispensabile fare acquisti con moneta reale…

– … ma si rende quasi necessario se si ambisce a certe carte

– Il rapporto prezzo/crediti è piuttosto alto

– Potrebbe portarvi via la vita sociale, specie nei week end

– Manca una modalità diretta per sfidare gli amici

6.0

Cosa dire quindi di WWE SuperCard? Per ogni appassionato di wrestling e della WWE può diventare una vera e propria “droga” in grado di invadere prepotentemente la vita quotidiana come un tornado. L’offerta videoludica è sicuramente divertente ma può rivelarsi frustrante nel caso si voglia puntare alle carte più potenti e, soprattutto, quelle speciali di ogni evento senza voler metter mano al portafogli. Noi consigliamo una prova con mano a tutti i fan di RAW e SmackDown! considerando soprattutto la natura f2p del titolo, avvertendo comunque che si tratta di un gioco molto “impegnativo”, non per la difficoltà quanto per la costanza richiesta, paragonabile per molti versi ai gestionali in tempo reale.

Voto Recensione di WWE SuperCard - Recensione


6