Vite in Gioco

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a cura di Phoenix

Esistono personaggi che raccontano un mondo. Personaggi che raccontano la vita di innumerevoli vite, personaggi la cui storia non è raccontata, bensì vissuta. Personaggi che, al di là delle leggi reali, si finisce col tempo per ammirare in maniera sana e realmente consapevole. Solid Snake è sicuramente uno di questi personaggi. Un personaggio importante, quasi di culto, per molti un mito. Ed in effetti Snake ha posto, con la sua figura e con la sua essenza, un marchio indelebile all’interno della storia dei videogiochi. Solid Snake ha segnato un’epoca, e la sua figura, circondata da un’innegabile alone di “sacralità”, ci offre molti spunti critici, sulla guerra, sulla morale, sul futuro, sul dovere e sull’importanza dei propri sentimenti e dei propri ideali. Probabilmente, per trattare in maniera esaustiva tutti questi temi servirebbe un trattato, una lunga e generale visione globale su fatto che Snake, in fin dei conti, è soprattutto un uomo. Esaurire il ritratto strutturale di questa figura in poche righe è un’impresa che sono in grado di compiere; pertanto ho scelto di trattare solo alcune tematiche, le quali racchiudono solo una parte di riflessioni che Snake, con grande maturità e capacità dialettica, propone al videogiocatore attento e sufficientemente maturo. Non posso escludere, quindi, che in futuro questa rubrica torni nuovamente a parlare di Solid Snake, analizzandone altri aspetti, ma ugualmente importanti.
Il DNA non è abbastanza
Solid Snake è il soldato definitivo, partorito dalla mente geniale di Hideo Kojima, e dal progetto “Les Enfants Terribles”. Un progetto volto a generare il soldato perfetto, a partire dal DNA di Big Boss. Così nasce Solid Snake, da un progetto che comincia e finisce nell’utopia distorta che il DNA sia l’unica cosa che conta. Un progetto che parte dall’assurda convinzione che il DNA sia ciò che fa di un uomo ciò che è; un progetto che termina con il suo fallimento, poiché, al contrario di ciò che potrebbe sembrare, Solid Snake rappresenta la sconfitta di tutte quelle convinzioni. Egli non è un successo dell’ideologia positivista, bensì il suo più profondo fallimento; Solid Snake rappresenta, con la sua vita e le sue azioni, la consapevolezza che il DNA non può spiegare tutto, perché un uomo è qualcosa che va al di là della sua struttura eminentemente biologica. Un assunto con cui la scienza, oggi, sta imparando a convivere, una verità che la cieca medicina sembra non voler comprendere, una costatazione che la bieca psicologia non sarebbe mai disposta ad accettare. Solid Snake è un uomo, e attraverso le sue vicende e le sue battaglie, mostra al mondo intero quanto il patrimonio genetico sia nulla in confronto ai propri ideali; egli ci ricorda che un uomo è molto di più delle sue abilità. La forza delle proprie convinzioni e dei propri ideali è un qualcosa che il DNA non può comprendere, poiché si tratta di una forza che non viene dal proprio corpo, ma dal proprio spirito.
Ognuno di noi, compreso Snake, si estende oltre il semplice patrimonio genetico. In questo modo, solo in questo modo, si realizza la vera libertà, quella naturale libertà di scegliere, con i mezzi a disposizioni, il proprio destino e il proprio futuro. E allora non è un caso che le parole più belle e toccanti di Snake siano rivolte al futuro, al lascito di un eroe che, indissolubilmente, riesce a scorgere con chiarezza la propria via. E non è un caso, probabilmente, che queste parole arrivino nel secondo capitolo della serie Metal Gear Solid: Sons of Liberty.
Verso il futuro
Il monologo finale di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty è un piccolo saggio di filosofia; è il monologo di un uomo stanco che guarda al futuro con gli occhi sinceri di chi, ormai, ha visto tante cose, e ha combattuto troppe battaglie. Un piccolo saggio che fa riflettere, con parole semplici, ma giuste e precise, sul vero valore della guerra, sull’importanza della libertà, della vera libertà quella che guida il pensiero di un uomo verso la propria coscienza. Con una padronanza dialettica estremamente consapevole, Snake ci invita a riflettere sul fatto che le atrocità della guerra, e le sue continue prove di forza e di dolore, resteranno per sempre impresse nella mente di coloro che, ad essa, sono sopravvissuti. Egli ci rammenta che il baratro della dimenticanza è sempre pronto ad accogliere coloro che combattono, e armano la propria mano, senza gli ideali nel cuore. Ed ecco che si comprende, con chiarezza, il motivo per cui Solid Snake non può essere definito con il termine di “soldato”. Solid Snake, con il suo discorso profondo, ci consegna una riflessione importante, toccante, saggia. Il suo monologo è un insegnamento, è una riflessione sul lascito di uomo; è il monito di un “soldato” che ci invita, con una delicata armonia di parole, a guardare il futuro con il passato nel cuore.
Vivere non vuol dire solo tramandare i geni alle future generazioni. Possiamo lasciare di noi molto di più che il solo DNA. Con le parole, la musica, la letteratura e i film…ciò che abbiamo visto, sentito, provato – amore, odio e dolore – queste sono le cose che io lascerò. E per queste che vivo. Dobbiamo tramandare agli altri la fiaccola, e lasciare che i nostri figli leggano con la sua luce, nella nostra storia. Abbiamo tutta la magia dell’era digitale per farlo. Probabilmente la razza umana un giorno si estinguerà e nuove specie popoleranno questo pianeta. Anche la Terra potrebbe non essere eterna, ma abbiamo ancora la responsabilità sulle tracce che lasciamo nella vita.” 
Questo è solo un addio
L’addio di Solid Snake è e resterà uno degli congedi più sentiti da tutta la comunità videoludica. Il saluto ai suoi videogiocatori resta memorabile, indimenticabile, profondo. Eppure dobbiamo ammettere necessariamente che la storia più bella è quella che, irrimediabilmente, arriva alla sua conclusione. Forse il saluto di Snake lascia un po’ di amarezza, ma è giusto così; egli meritava che la sua storia finisse, e il videogiocatore impara ad accettarlo con la consapevolezza che non ci poteva essere un finale migliore. Snake lascia la sua eredità e saluta definitivamente il videogiocatore, il quale è cosciente del fatto che il suo lascito continuerà a vivere all’interno del mondo dei videogiochi, e nelle profondità del ricordo. Snake, con uno splendido ed emozionante addio, abbandona la scena videoludica per divenire, a conti fatti, leggenda.
Bisogna anche ammettere, però, che il vero protagonista di questo addio è Big Boss, che torna sulla scena portando con sé la verità, e consegnando al nostro protagonista un nuovo mondo, una nuova era, una nuova vita in cui Solid Snake non sarà più costretto a vivere come un serpente, ma come un uomo. Big Boss, che lo chiama fratello, consegna a Solid Snake il dono più grande che ci possa essere. Egli ha compreso, al termine della sua vita, che la lotta per la libertà aveva intrappolato tutti, nessuno escluso, nella gabbia di una guerra sanguinosa; ed è così che Big Boss consegna a Snake la vera libertà, la libertà di vivere come un uomo, la libertà dalla guerra, la libertà di poter posare le armi. Solid Snake è leggenda. Probabilmente il suo creatore, Hideo Kojima, non sarebbe affatto contento di leggere le parole che sto per scrivere; eppure devo farlo…perché questa è la realtà: così come Conan Doyle, nonostante avesse fatto moltissime cose, resta famoso per aver creato l’ immortale figura di Sherlock Holmes, allo stesso modo Kojima resterà sempre famoso per aver creato una figura che ha segnato, nel profondo, due decenni di storia videoludica. No, Solid Snake non è leggenda…Solid Snake è storia.

La figura di Solid Snake è ancora viva all’interno del panorama videoludico, la sua fiamma, si spera, resterà viva in altre produzioni e in altre storie. Il messaggio che Snake trasmette è maturo, intelligente, lungimirante. Un messaggio sempre attuale, che riesce, con forza, ad uscire dallo schermo, invitando, il videogiocatore, ad una riflessione per cui, forse, non si è mai pronti. Che sia vecchio o giovane Solid Snake è Solid Snake, ed è bene che l’articolo di questa settimana si chiuda con una delle sue frasi più belle, e più sincere.

“Costruire il futuro e lasciar vivo il passato sono la stessa cosa” (Solid Snake)