Recensione

Vampire The Masquerade: Bloodlines

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a cura di Chomog

Dopo 4 anni ritornano i vampiriSono ormai passati quattro anni da quando il mercato dei videogiochi fu invaso dal fenomeno Vampire The Masquerade. Questo titolo riuscì a portare in terza dimensione le atmosfere dark-gotiche viste precedentemente in un titolo bidimensionale come Diablo. La sorpresa più grande fu che non solo il gioco riproponeva una giocabilità di pari valore, ma dava anche più importanza alla storia, all’esplorazione dei luoghi cittadini ed all’interazione con i PNG (Personaggi Non Giocanti).Con questo secondo episodio di Vampire The Masquerade ritorniamo alle ambientazioni viste nell’omonimo gioco di ruolo cartaceo della White Wolf: grazie al magistrale lavoro del team Troika Games (i cui membri hanno partecipato a titoli come Il Tempio del Male Elementare, lo stupefacente Arcanum e Fallout) ci reimmergiamo in questa interpretazione moderna del mondo dell’occulto, con i vampiri inseriti in quella che è la società di oggi. Un titolo dalla grande ambizione che ha richiesto circa 2 anni di sviluppo.Interessante notare come il fenomeno Vampire sia stato anche ben visto dall’industria cinematografica tanto che la New Line Cinema ne ha acquistato i diritti per un lungometraggio che verrà diretto da Adam Fields.

Il nostro clan tra i 7A differenza del primo Vampire, dove la scelta del nostro clan era limitata ai soli Bruja, in Bloodlines avremo la possibilità di scegliere tra ben sette differenti razze di vampiri: ognuna non solo con proprie caratteristiche estetiche ma anche con abilità specifiche da utilizzare in gioco.Pur non essendo disponibili proprio i clan Bloodlines (vi sono comunque degli accenni con i Sabbat ed i Gargoyle), per il videogiocatore la scelta sarà comunque più che vasta date le differenti caratteristiche delle razze, comprendenti quelle dei Camarilla: il nostro personaggio, appartenente ad una di queste, potrà, nel corso del gioco, effettuare delle vere e proprie scelte integrandosi o meno con la società degli umani oppure riscattandosi contro questi regnando, sempre nell’ombra, su di loro.La storia verte intorno all’apparizione di un nuovo principe dell’oscuro, un messia nero che vuole acquistare il potere sulle sette razze di vampiri stanziate a Los Angeles. Nel gioco sono presenti i Ventrue (classe nobile di vampiri), i Malkavian (i folli distruttori), i Nosferatu (orridi alla vista, solitari nel comportamento ed ottime spie), i Brujah (dotti esseri della notte dallo spiccato intelletto), i Gangrel (druidi – vampiri quasi sempre isolati dalle lotte tra clan), i Toreador (una delle razze più antiche di vampiri), ed infine i Tremere (esperti nelle arti magiche), che si daranno battaglia in quattro principali zone della città corrispondenti a Downtown, Hollywood, Chinatown e Santa Monica.

Il motore grafico di Half-Life 2Se il primo titolo di questa saga lasciava ben allietato il videogiocatore mostrando una rappresentazione del mondo circostante appagante, questo suo seguito fa di più utilizzando una tipologia RPGistica innovativa (cosa che vedremo più avanti), mischiando gli attacchi da mischia alla Diablo con l’uso delle armi da fuoco con visuale in prima persona come un FPS. I Troika, forse proprio per questa seconda ed insolita caratteristica, hanno ben pensato di prendere in concessione il motore grafico del team Valve (padri di Half-Life), il famoso e tanto curato Source Engine, arrivando a mostrare una delle migliori, se non la migliore, rappresentazione tridimensionale per un gioco di ruolo.Quel che subito lascia di stucco sono le stupende architetture presenti nel gioco, il loro dettaglio e la realistica modellazione: sono davvero il frutto di un motore grafico sviluppato ed aggiornato negli anni. I colori scuri e tetri per rappresentare l’ambiente di gioco sono poi penetrati da splendenti effetti di luce, ancora più evidenti per questo gioco di chiari e scuri.Altra particolarità di rilievo sono le espressioni facciali dei personaggi: sembra di assistere ad un film horror e si tende ad allontanarsi dal monitor durante i primi piani, quasi nel timore che gli orridi Nosferatu possano uscirne fuori.Buone anche le animazioni del resto del corpo che presentano varietà nei riconoscibili movimenti di mostri e clan divisi per razze. Purtroppo però la qualità delle texture che compongono le skin dei personaggi non arriva ai livelli del titolo proposto in questi giorni da Valve sul mercato mondiale; sarebbe stata più appropriata una cura di pari livello anche per questo aspetto.Ben realizzato il comparto sonoro: ottimi gli effetti campionati ed entusiasmanti le tracce rock che accompagnano l’esplorazione per i bui quartieri della città e le nostre battaglie condite di gore.

Il gioco di ruolo incontra lo sparatuttoNovità fondamentale di questo titolo è l’unione dell’action-gdr con lo sparatutto in prima persona. Per fondere al meglio queste due tipologie, i Troika hanno ben pensato di relegare i combattimenti con armi bianche alla visuale in terza persona, mentre per le armi da fuoco, tipiche degli FPS (vi sono ovviamente delle eccezioni come in Hexen), vi è l’uso della visuale in prima. Questa ultima permette di utilizzare “da vicino” elementi della scenografia in modo più semplice e diretto: potremo infatti ripararci facilmente dietro casse o muri, spostandoci in modo più preciso per evitare gli attacchi avversari. Questa soluzione lavora in modo egregio e dà un tocco di originalità al titolo, disancorandolo dalla tipicità degli action-gdr già visti in passato. L’armamentario è molto vario e presenta coltelli, spade, asce, come armi bianche; insieme a fucili, pistole, mitragliatori, eccetera. Presenti anche magie sia di tipologia bianca (strano a dirsi vista la natura oscura degli esseri interpretati), con le quali potremo aumentare le statistiche come forza e velocità oppure curarci, che nera, come le magie elementali e le evocazioni di spiriti che ci affiancheranno nella battaglia.Il gioco presenta una grande libertà di azione, con una trama non lineare che si plasma in base a cosa facciamo durante la partita: pur essendoci una storia principale sul quale ruota il titolo, le numerosissime sub-quest e il modo con cui ci poniamo ai PNG può variarne l’evolversi portandoci ad una delle quattro possibili conclusioni del gioco.La cura con la quale sono studiati i dialoghi (dai toni a volte molto accesi e dai diretti riferimenti sessuali) tra il nostro alter-ego digitale ed i personaggi non giocanti è davvero maniacale, sia per la facilità data al giocatore nel non ripetere le stesse frasi già dette, evidenziando quelle precedentemente formulate, che per la differente risposta che il mondo circostante darà alla nostra presenza.Altra particolarità rpg-istica del titolo sono le statistiche nelle quali la nostra “classe” di vampiro è più o meno abile; questo aspetto richiama alla mente quelle tantissime specializzazioni ottenibili in Fallout e l’inserimento di particolarità da stealth game, fino ad oggi relegati a titoli come Thief e Splinter Cell.La rigiocabilità del titolo è poi garantita dalle sette razze vampiresche presenti e dalle quattro possibili fini.

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore 1,2 Ghz, 512 MB di RAM, scheda video con 64 MB, 3300 MB di spazio libero su disco fisso

MULTIPLAYER

Assente.

– Animazioni facciali ed ambienti ottimamente realizzati

– Nuova concezione di action-gdr

– Ottima longevità grazie ai diversi percorsi ed alle 7 razze

– Skin dei personaggi non all’altezza del Source Engine dei Valve

8.0

Vampire The Masquerade: Bloodlines è un actiong-rpg che porta una ventata di freschezza con una innovazione sia concettuale (la presenza della visione in prima persona durante i combattimenti con armi da fuoco) che tecnica (grazie al motore grafico dei Valve, utilizzato per Half Life 2).

Quel che però più importa è che sia divertente e vario, soprattutto non stanca il giocatore ed anzi lo invoglia a completare al più presto il gioco per rigiocare con un membro di un altro clan utilizzando un approccio differente con i personaggi non giocanti.

L’unica pecca riscontrata è una cura non troppo ottimale delle skin dei personaggi, ma può questo minare profondamente un gioco dai così tanti pregi? La nostra risposta è, felicemente, no.

Voto Recensione di Vampire The Masquerade: Bloodlines - Recensione


8