Recensione

Vampire Night

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a cura di Disco Uno

AMMAZZAVAMPIRI, CHIARO?I vampiri sono gente strana. Dormono di giorno e di notte succhiano il sangue. Quando si organizzano in una squadra, sono capaci di montarsi la testa con progetti ambiziosi, come infettare il mondo, partendo da un antico borgo dell’Europa del nord. È ciò che accade in Vampire Night, videogioco per PS2, figlio di un altro sparatutto horror, House of the dead e, non a caso, forgiato dagli stessi programmatori.Vampire Night è uno videogioco entusiasmante. Brevemente: il punto forte di questo titolo è la grafica, il punto debole, la longevità. Se il morbo videoludico si è sviluppato in voi allo stadio terminale e una mattina vi svegliate non troppo tardi, prima di pranzo potreste aver terminato Vampire Night. La brevità è un difetto enorme: primo perché proprio la durata dovrebbe fare la differenza tra gli sparatutto classici da sala giochi e quelli da piattaforma casalinga. Chi deposita un rotolo di euro sul tavolo del negozio, si aspetta di comprare un videogioco che non gli faccia pensare ai pessimi risultati scolastici o alla ex ragazza per almeno una settimana. Mentre, come detto, Vampire Night, procura un piacere videoludico intenso, ma breve. Brevissimo. Secondo, proprio per la bellezza del videogioco, fa rabbia che finisca così presto. A console spenta, si rimane con una sensazione di inappetenza da far torcere le budella.A parte la longevità pessima, il titolo offre solo divertimento. Qualcuno potrebbe imputargli voti bassi per quanto riguarda il sonoro. La musichetta è un po’ stridula e il doppiaggio è un’ottima dimostrazione di cosa significhi non avere talento per recitare. Ma lasciate che vi dica una cosa: questi, che a prima vista potrebbero sembrare difetti, alla lunga sono quasi dei pregi. In uno strategico d’esplorazione le scene animate e i dialoghi hanno la loro importanza e meglio sono recitati, meglio è. Negli sparatutto, la cui semplicità di gioco ci riporta ai tempi antichi delle sale giochi dove le dita si sfracellavano su tasti bruciacchiati e leve decapitate, una certa rozzezza, alla fine, risulta l’approccio migliore. Si spara, si spara, si spara! A che pro, parlare? Battute secche, che perfino nel peggiore film horror di serie Z suonerebbero male (un esempio: “Chi siete?” – “Andiamo a caccia di creature delle tenebre” – “Ammazzavampiri!”), in un titolo arcade come questo, sembrano quasi una scelta di stile. Torniamo alla grafica: l’ambientazione fonde svariate suggestioni: gotiche come avveniristiche. Ci muoviamo per bui e stretti vicoli, per imbatterci in vampiri che sembrano sbucati dal futuro. Ad ostacolarci la via non solo sanguisughe coi denti affilati, ma lupi mannari, nanerottoli che sputano roba verdastra, demoni volanti che sbucano da un cielo di tenebra, palle di fuoco…Il gioco è condotto sempre in visuale soggettiva, tranne per le scene animate. Tutta la vicenda è quindi un’esplorazione guidata, intervallata dall’eliminazione del nemico. Il gamer è condotto lungo distese innevate, vicoli, piazze, corre per tetti a colombaia, sale scale a chiocciola, attraversa stanze sontuose che ricordano gl’interni della villa di Resident Evil Code Veronica e intanto spara e ricarica, spara e ricarica. L’ambientazione è ottima, onirica. La si subisce piacevolmente, nel senso che non potendo scegliere quale percorso prendere, si viene sballottati e si attende, con un misto di trepidazione e felicità, cosa riserva l’angolo svoltato.

GIOCABILITÀQuesto gioco ha tre modalità: arcade, speciale, allenamento. L’arcade è la modalità semplice e lineare. Si gioca con un certo numero di vite a disposizione. La modalità speciale comporta dei cambiamenti. Prima di tutto si allarga il raggio d’azione. Nella speciale esplorate stanze/piazze/vie che nell’arcade non incontrate. Inoltre, nella speciale, raccogliete bonus o denari lungo la via che, ad ogni intervallo di missione, vi permettono di potenziare il vostro armamentario comprando, ad esempio, proiettili più efficaci. Una novità assoluta rispetto agli sparatutto precedenti: le missioni si biforcano, cambiano a seconda di determinate scelte fatte. Quindi può accadere che, presa una certa decisione, voi affrontiate più tardi o più presto il boss finale. Sempre nella modalità speciale, la gestione del gioco vi dota di un’opzione file, graficamente un quaderno ad anelli nel quale vengono catalogati i vari obbrobri che incontrate nel corso della vicenda.Come detto sopra, i nemici non sono solo vampiri ed eliminare il pericolo non equivale sempre ad ammazzare. Ad esempio ci sono i poveri cittadini del borgo (prima missione, “Neve scarlatta”) che barcollano in uno stato semicomatoso perché infettati da un insulso organismo che somiglia ad un Alien allo stato germinale. Se centrate l’Alien, liberate la vittima dall’infezione e sarete premiati da una breve scena animata durante la quale, l’ ex zombie, grato ed incredulo, esclamerà frasi del tipo: “C’era bisogno di uomini come voi!”. Se non beccate l’alien, a colpo ricevuto la vittima verrà avvolta dai suoi tentacoli, un secondo colpo accelererà la trasformazione, mutandola in un lupo mannaro, il terzo la stecchirà senza possibilità di resurrezione.Più o meno tutti i nemici hanno un punto debole, evidenziato con un colore speciale. Per i più cattivi, prima di ogni battaglia, una specie d’ interfaccia vi spiega come affrontarli, delineando la sagoma del mostro ed evidenziando in rosso il punto da colpire.I boss da uccidere sono cinque: un tizio che corre e si trasforma, scagliandovi addosso lame rotanti; un altro, sul nevrotico andante, che ridacchia e spara raggi laser; un bambino telepatico che controlla un bestione a distanza; una vampiressa che si tramuta in un mostro acquatico e infine un vampiro old style con tanto di mantello e capelli grigi. Cinque mostri per sei missioni: Snow, Stone, Fire, Darkness, Water, Moon. Considerato che questo videogioco non ha richiesto uno sforzo creativo eccezionale (molto semplicemente è stato trasferito dai programmatori il codice originario su System 246 senza perdere mesi e mesi di ricerche hardware), i programmatori meritano un applauso.

GRAFICABuona. Nel senso che è curata quel tanto che si richiede a uno sparatutto classico e offre una varietà di ambientazioni davvero notevole.

SONOROPessimo, se vogliamo adottare schemi classici di giudizio (i dialoghi fanno ridere, la musica non è niente di speciale). Ma assai compatibile col prodotto, quindi, non ottimo, ma giusto.

Ambientazione varia.

Caratterizzazione dei personaggi comica, ma non patetica.

Giocabilità semplice ma accattivante.

Longevità da carcere di massima sicurezza. Come si fa, in pieno XXI secolo, a proporre un videogioco che dura il tempo di una mattinata scolastica? Dalla PS2 ci si aspettano tempi più vasti.

7.2

Concludendo, Vampire Night è uno sparatutto dalle modalità classiche, semplici, che non delude. Con un po’ di furbizia, mestiere e una dose indispensabile di creatività, i programmatori sono riusciti a forgiare un titolo simpatico, che diverte e appassiona, peccato per la longevità troppo breve che compromette il giudizio finale.

Voto Recensione di Vampire Night - Recensione


7.2