Recensione

Valkyria Chronicles

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a cura di Folken

Dal lancio, avvenuto ormai un paio di anni fa, i giochi di ruolo per PlayStation 3 non sono stati certamente numerosi. In particolare, tutti i fan delle console Sony sentivano da tempo la mancanza di produzioni giapponesi di livello pari a quelle uscite in gran numero sulla precedente generazione. Finalmente gli amanti del genere possono contare su di un titolo di grande spessore, prodotto da SEGA, in esclusiva per la console Sony: Valkyria Chronicles.

Libertà!La storia narra che in Europa, intorno al 1930, l’Alleanza Imperiale est europea, in guerra contro la Federazione Atlantica, lanciò un offensiva contro la Gallia, paese rimasto fino ad allora estraneo alle guerre che insanguinavano le terre vicine. La ragione di tutto era un minerale, chiamato “ragnite”, fonte di energia primaria in questo mondo parallelo al nostro. La Gallia ne era ricca e l’Alleanza Imperiale non poteva farsi scappare l’occasione di aumentare la propria forza. Il giocatore impersonerà Welkin, un ventiduenne di ritorno a casa, in questo periodo di crisi. Nonostante non sia un soldato, si ritrova a dover combattere a fianco dei suoi compatrioti per difendere le proprie terre, come tutti gli altri “galliani”, richiamati alle armi. La storia, che vi abbiamo qui solo accennato, è sicuramente uno dei punti più importanti e meglio sviluppati dell’intera produzione. Sebbene non perfetta, risulta comunque intrigante, grazie ai numerosi e ben caratterizzati personaggi che avrete modo di conoscere e comandare durante le vostre immersioni nel belligerante mondo di Valkyria. I temi trattati sono molto adulti e avvicinano il titolo SEGA più a produzioni cinematografiche di guerra che ai tipici stlemi dei giochi di ruolo alla Final Fantasy. Così la storia viene raccontata con maturità, riuscendo a coinvolgere il giocatore e stimolandolo con spunti di riflessione sulla guerra ma non solo, grazie a piccole sotto trame, come ad esempio quella dedicata all’etnia Darcsen, vittima di discriminazioni razziali da parte di alcuni dei vostri stessi soldati. Il gioco è diviso in due grosse sezioni. La prima è propria quella dedicata alla storia, dove attraverso filmati non interattivi, verranno raccontate le gesta dei protagonisti da voi controllati. Qui viene alla luce il primo limite di Valkyria, in quanto non tutti i giocatori occidentali digeriranno con facilità la mole di dialoghi scritti dagli sceneggiatori di SEGA. Inoltre non aiuta la mancanza di un doppiaggio in italiano, che, se da una parte noi riteniamo una fortuna vista la media della qualità con cui solitamente viene fatto, per alcuni utenti potrebbe rappresentare un grosso scoglio da superare. La seconda è quella di gioco vera e propria, che vi vedrà scendere in campo al comando di un manipolo di uomini in combattimenti a turni.

Chiamata alle armiDa un menu di gioco rappresentato graficamente in modo molto accattivante, potrete scegliere se avanzare nella campagna principale, scegliendo uno dei vari capitoli, che possono essere semplici cut-scene o missioni vere e proprie, oppure potrete dedicarvi alla gestione della vostra squadra, fase essenziale per poter avere la meglio nelle battaglie. Scesi in campo, vi troverete davanti una mappa del terreno di scontro. Da qui potrete pianificare la vostra strategia disponendo i vostri soldati scegliendoli tra quelli da voi reclutati precedentemente. I vostri combattenti sono suddivisi in 5 classi: Scout, Shocktrooper, Lancer, Sniper e Engineer. I primi, veloci ma poco efficaci in attacco, sono perfetti per l’esplorazione, al contrario degli Shocktrooper, dotati di mitragliatore. I lancer sono le unità anti carro, pensate per abbattere i carri armati nemici. Gli Sniper non sono altro che dei cecchini, mentre gli ingegneri non hanno alcuna capacità offensiva, potendo essi disarmare mine, riparare le coperture e rifornire di munizioni le altre unità. Viste le caratteristiche molto diverse di ognuna di esse, dovrete imparare a sfruttarne pregi e difetti. Conclusa la disposizione delle vostre forze armate, potrete scegliere uno dei soldati, iniziando così il vostro turno di attacco. La visuale cambierà, portandosi dietro alle spalle del personaggio da voi selezionato e dandovene il controllo diretto. Avrete qui principalmente due possibilità: muovervi o attaccare. La prima consuma una barra di energia, mentre la seconda può essere fatta una sola volta. Nonostante le limitazioni di tempo, spostarsi per la zona di combattimento lascia molta libertà di scelta, potendo infatti far accovacciare dietro ad un riparo il proprio soldato o sdraiandolo nell’erba per occultarlo alla vista del nemico, o ancora facendolo salire sul tetto di una costruzione se questa dovesse avere una scala, ponendolo così in posizione di vantaggio. Premendo invece il tasto R2 la visuale cambierà ancora, posizionandosi sulla spalla del personaggio controllato e dandovi la possibilità di mirare dove indirizzare i vostri colpi, scegliendo così se rischiare un colpo alla testa, molto potente ma anche più difficile da effettuare, o una più sicura, ma meno efficace, scarica di colpi al petto. Mentre vi muoverete, i nemici non rimarranno inerti, in quanto vi attaccheranno, smettendo non appena inizierete a farlo voi. Nel caso il personaggio da voi controllato dovesse morire, questo rimarrà a terra, in attesa di essere soccorso. Se però entro un massimo di tre turni nessuno dei compagni riuscirà a raggiungerlo, questo morirà e perderete l’unità per sempre. Sì, non potrete più giocare con quel personaggio. Se da un punto di vista di gameplay, questa caratteristica non vi creerà alcun problema, in quanto l’esperienza acquisita verrà assegnata a tutti i soldati della stessa classe, rendendoli di fatto sostituibili a piacere, la probabile affezione che proverete per i vari personaggi vi porterà comunque a manifestare preferenze per uno piuttosto che un’altro, causandovi il giusto rammarico in caso di morte. Va comunque sottolineato come ogni personaggio possieda la propria caratterizzazione, non solo visiva, con una voce propria e alcune caratteristiche particolari, come l’orientamento sessuale o pregiudizi razziali che, in base a chi gli affiancherete, influenzeranno il rendimento sul campo. Fortunatamente questi sono solo dei dettagli che non sarà necessario dominare fino in fondo per poter aver la meglio contro il nemico.Purtroppo l’impianto di gioco su cui si basa tutta la fase di combattimento non è perfetto, vittima di alcune leggerezze come un intelligenza artificiale tutt’altro che entusiasmante. Inoltre il sistema “sasso-carta-forbice” è molto rigido, togliendo così al giocatore una parte di libertà nelle scelte strategiche. Anche il sistema di copertura soffre dello stesso difetto, lasciandovi accucciare dietro alle trincee di sacchi di sabbia, ma non dietro a qualunque altro riparo, agli occhi dell’utente equivalente in termini di potere difensivo. Tutti difetti comunque più su cui sorvolerete volentieri vista comunque l’altissima qualità dell’esperienza di gioco generale, assolutamente immersiva e appassionante.

Un gioco dipinto a manoTecnicamente parlando, SEGA ha scelto di donare al proprio titolo una personalità propria dotandolo di un impatto grafico davvero eccezionale. Non è però la tecnica o il numero di poligoni ad impressionare, quanto piuttosto l’ottimo cel-shading adottato, che fa sembrare Valkyria Chronicles un cartone animato disegnato a mano e colorato con gli acquerelli. E’ certo che una personalità così forte potrebbe non piacere a tutti e quelle ombre tratteggiate con la matita potrebbero dar fastidio agli amanti della grafica di nuova generazione. La nostra sensazione è che invece questa caratterizzazione sia essenziale ai fini dell’esperienza di gioco, arricchendola come in pochi altri titoli e legandosi indissolubilmente allo story telling. I personaggi sono così disegnati con attenzione e animati con altrettanta cura, con un’espressività davvero notevole. Gli ambienti di gioco risultano un po’ spogli, ma sono funzionali al gameplay e affini alla direzione artistica generale. Il sonoro può contare su musiche di ottimo livello, anche se prive di quella personalità di altre produzioni nipponiche, mentre gli effetti sono nella media degli RPG giapponesi, quindi piuttosto mediocri. In conclusione, la longevità è garantita da una campagna principale lunga, che vi impegnerà per ben più di venti ore. Valore che comunque è direttamente influenzato da quanto a fondo deciderete di dedicarvi a Valkyria Chronicles.

– Storia ben sviluppata e appassionante

– Gameplay fresco ed intrigante

– Direzione artistica curata e accattivante

-Mancanza di concorrenti su PS3

– L’AI non è particolarmente brillante

– Sistema di combattimento comunque un po’ troppo rigido

– Non per tutti

8.5

Il nostro giudizio su questo RPG strategico è decisamente positivo. Grazie ad una struttura profonda, appagante, e in parte innovativa, ci sentiamo di consigliare senza riserve Valkyria Chronicles a tutti gli appassionati del genere. In realtà la semplicità e immediatezza del titolo, soprattutto nelle fasi iniziali di apprendimento delle meccaniche di gioco, permettono a qualunque giocatore di approcciare con soddisfazione il titolo SEGA. La storia, la grafica molto particolare e, in generale, la sensazione di desiderio di proporre qualcosa di nuovo che traspare dall’intera produzione, non meritano altro che una promozione a pieni voti. Se a tutto ciò aggiungete una totale mancanza di concorrenza sulla console Sony, non vediamo veramente motivi validi per cui non dovreste giocare a Valkyria Chronicles.

Voto Recensione di Valkyria Chronicles - Recensione


8.5