Anteprima

Urban Empire

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a cura di Matteo Bussani

Dagli sviluppatori di Tropico è in arrivo un titolo con tutte le carte in regola per stupire i fan dei gestionali più estremi: quei giochi che non lasciano nulla al caso e che, con un’infinità di elementi da tenere sotto controllo, possono davvero soddisfare i più reconditi e perversi desideri di questo genere di giocatori. In questo caso stiamo parlando di Urban Empire, nuova IP dei Reborn che vuole rinnovare a suo modo i city builder, introducendo variabili inedite e portando finalmente in rilievo uno degli aspetti più inesplorati ma al contempo fondamentali che governano le sorti di una città: la politica.
Non più i padroni indiscussi
Nel corso della vita dei city builders, siamo partiti da una struttura di crescita basata principalmente sull’accumulo di risorse e sullo sviluppo economico per arrivare a un sistema di gradimento delle nostre scelte da parte degli abitanti sotto variegate forme più o meno complesse. Aver vissuto i giochi passati nei panni di un sindaco di queste fittizie città voleva dire essere i padroni indiscussi del mondo e ogni scelta, per quanto sciocca o dissoluta, aveva come unico freno l’eventuale esborso economico fuori budget oppure l’incipit di un circolo vizioso tale da portare al fallimento o al collasso del sistema cittadino. Sia ben chiaro, niente di tutto questo è destinato a sparire perché, anzi, proprio queste sono le basi solide su cui poggia Urban Empire, ma oltre a ciò c’è anche molto altro.
Destra o sinistra, questo è il problema
Ogni partita copre un arco di tempo di ben 200 anni, dal 1820 al 2020, passando attraverso realtà estremamente diverse fra loro. In pratica rivivremo tutta la crescita industriale e potremo ripercorrere i momenti salienti che hanno caratterizzato l’evoluzione economica e scientifica di questi due secoli. Ad accompagnarci in questa avventura ci sarà questo forte e articolato sistema politico, basato su partiti che appoggeranno le nostre proposte o vi si opporranno  ferocemente. Il loro comportamento dipenderà principalmente da noi, una buona gestione potrebbe convincere i cittadini a votare in favore del partito che ci supporta, mentre al contrario scelte sbagliate potrebbero finire col farci avere un parlamento ostruzionista, che renderà davvero difficile esercitare i nostri poteri. Con questo elemento a fare da sfondo a qualsiasi attività, ci ritroveremo così a compiere le solite faccende a cui siamo abituati. 
Per far progredire la nostra metropoli potremo ricorrere a un grafo diviso nelle varie età e concentrare le risorse nello sviluppo di un’area di ricerca piuttosto che un’altra; a seconda dell’ordine con cui decideremo di perseguirle, cambieremo radicalmente la faccia della città. Per esempio investire nelle industrie farà sì che saranno costruiti molti palazzoni per ospitare gli operai, situazione che a sua volta allontanerà sempre di più da quel quartiere le famiglie abbienti della città, andando a formare il variegato mosaico cittadino.
Ben più di una città
Ciascuna zona, per quanto sviluppabile e personalizzabile, avrà strutture predefinite a seconda della collocazione geografica rispetto al territorio e rispetto agli altri quartieri. Nel momento in cui daremo il via all’urbanizzazione di un’area nei pressi di un fiume troveremo infrastrutture fluviali e così anche per tutte le altre configurazioni morfologiche. Saremo poi noi a decidere le dimensioni e le forme di ciascun distretto, con un editor che, in questo senso, lascia una libertà pressochè totale; sarà facilissimo incastrare fra loro quartieri che, per adeguarsi al territorio, dovranno assumere conformazioni tutto fuorchè lineari.
Tantissimi elementi che ricordano molto il mondo degli strategici a turni, ma che sono visti da un punto di vista cittadino: niente popoli o nazioni, ma realtà sociali ben definite come i partiti, di cui abbiamo già parlato, e le famiglie di potere. Quest’ultime costituiranno un altro elemento importante nell’intricato gioco delle parti, andando a formare un’abbozzata componente ruolistica parallela alla struttura gestionale del titolo, anche se non è ancora chiarissimo in che modo questa andrà a realizzarsi: macro gestione e micro gestione sono dunque chiamate in Urban Empire ad alternarsi in ogni singolo momento della partita.  

– Gestione politica profonda e inedita

– Gioco dalle numerose sfaccettature

– Interessante editor dei quartieri

Urban Empire sembra proprio un titolo in grado di portare nuova linfa al genere dei gestionali. L’inserimento della politica in maniera così approfondita e dettagliata è qualcosa di inedito a questo genere e aggiunge nuove anime al gioco; il titolo è così non soltanto un city-builder, ma anche in parte strategico a turni e gioco di ruolo. Poco da aggiungere alle considerazioni se non che siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla presentazione di questo gioco, che sinceramente non ci aspettavamo potesse mostrare tutte queste sfaccettature. In attesa di capire se l’implementazione di tutte queste meccaniche sarà effettivamente efficace e godibile, comunichiamo che la data di uscita del titolo è fissata a gennaio 2017.