Recensione

Under Night In-Birth

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a cura di Pregianza

Chiunque di voi abbia avuto la fortuna di visitare le splendide lande del Giappone ha probabilmente assistito a uno strano fenomeno una volta entrato in una sala giochi. Lì non funziona come da noi, ove i cabinati sono quasi spariti e allo stick si alternano giocatori esperti e alle prime armi senza soluzione di continuità: chi si mette di fronte allo schermo il 90% delle volte sa esattamente cosa fare, ed è in grado di esibirsi in ogni genere di virtuosismo. La cosa è quantomai valida per il genere dei picchiaduro, una tipologia di giochi inventata e coltivata con amore negli anni dalla popolazione nipponica, che ha imparato ad apprezzarne l’incredibile complessità nascosta. 
Tenete a mente per un attimo questa filosofia e vi renderete immediatamente conto del perché lo sviluppo dei picchiaduro made in Japan tende sempre a puntare su combat system profondissimi e tecnicismi. Non è un mondo per tutti, ne siamo consci, ma quando ci si addentra nei suoi meandri è impossibile non interessarsi ad ogni variazione sul tema. Ci siamo quindi ringalluzziti parecchio quando Play-Asia.com ci ha spedito Under-Night In-Birth, titolo sviluppato dai creatori di Melty Blood (il fighting game, non la visual novel) e distribuito da Arc System nella sua terra d’origine. 
Oggi cerchiamo di esplorarne le meccaniche, e di vedere se per i fan del genere ha senso importarlo.
Guerrieri nella notte
Under Night In-Birth è un gioco Giapponese che più Giapponese non si puote. Fa parte del filone degli anime fighters (quello di cui l’esponente primario è Blazblue, per intenderci) e ha una trama che ricorda molto i manga shounen tipici. In pratica una volta al mese un fenomeno chiamato Hollow Night porta delle pericolose creature, i Void, sulla terra. Chiunque viene coinvolto rischia di venir consumato dai Void, o di trasformarsi in uno di essi dopo aver perso il senno. Se si riesce a sopravvivere con tutti i neuroni al proprio posto, tuttavia, si acquisiscono misteriosi poteri e ci si trasforma in un In-Birth. Avete seguito tutto? Bene, perché nel mix adesso dovete aggiungere misteriose organizzazioni, eroi immortali, personaggi sospetti dalle motivazioni ignote e quant’altro. Vorremmo dirvi di più a riguardo, ma non sapendo il giapponese ci siamo curati poco della narrazione. Quello che possiamo precisarvi, però, è che l’Arcade Mode del gioco è ben lontano dai complessi Story Mode visti nei giochi Arc System e che la trama viene narrata tramite brevi schermate statiche. Qui, insomma, conta solo il gameplay.
Proprio nella giocabilità il titolo di French Bread si distingue dalla massa, proponendo un sistema all’apparenza simile a quello dei picchiaduro Arc, ma in verità estremamente unico. Partiamo dalle basi: il gioco usa il chain combo system dei Marvel e di Blazblue, con tre attacchi divisi in leggero, medio e potente che si legano tra loro con facilità estrema se usati in serie. Si notano le differenze già nelle normal però, poiché molti attacchi possono venir caricati per un breve periodo di tempo e acquisire così nuove proprietà, e ogni personaggio ha combo base diversificate dalla solita serie di tre attacchi di potenza crescente, che possono allungarsi a dismisura quando nel mix si inseriscono le mosse speciali. 
Restando in tema special, anche qui ci sono delle peculiarità, e le mosse Ex risultano eseguibili usando l’attacco potente invece che due pulsanti d’attacco in contemporanea, a patto di avere almeno metà della barra EXS piena. Inutile dire che l’uso oculato delle mosse Ex è fondamentale per portare danni seri all’avversario.
Pugni lunghi tutto lo schermo
Non si tratta di un picchiaduro dove l’esecuzione dev’essere assolutamente impeccabile, ma la tecnicità non manca, specie quando ci si addentra nei sistemi avanzati. Il primo da valutare è la GRD gauge, una barra centrale che si riempie avvicinandosi al nemico, e si svuota quando ci si allontana. Il giocatore con la barra più piena guadagna un buff dopo un tot di tempo indicato da un cerchio centrale, che gli dona non solo un 10% di danno extra, ma anche la possibilità di eseguire un cancel che rende sicure certe mosse speciali o può essere usato per estendere le combo. Già questa meccanica porta i giocatori a essere molto offensivi, perché non si tratta di bonus da poco, ma in più Under Night In-Birth pone l’enfasi sulla varietà degli attacchi limitando il movimento aereo, e offrendo scatti a terra velocissimi o personaggi dotati di range esagerati. Non si è mai al sicuro in questo gioco, e lo zoning ha un’efficacia piuttosto limitata contro gli esperti. In generale a vincere il match è quasi sempre il giocatore capace di dar vita all’offensiva più imprevedibile è brutale, e di dominare il gioco a terra con un furbo uso delle normal.
Il cast non è particolarmente ispirato dal punto di vista estetico, ma nel roster è praticamente impossibile trovare due combattenti simili. Ogni guerriero ha uno stile specifico, una manovra unica (che può essere una semplice schivata o un attacco extra), e notevoli capacità offensive. A tutto ciò si unisce la chance di caricare la barra GRD manualmente e di spezzarla con certi attacchi, una barriera attivabile, un salto offensivo che facilita l’esecuzione degli overhead, e la presenza di una modalità speciale chiamata Veil Off, temibile e utilizzabile solo se si decide di sacrificare per un po’ la propria barra EXS.
In parole povere, è un sistema elaborato e congegnato degnamente, con personaggi piuttosto bilanciati e un sacco di meccaniche curiose. Abbiamo apprezzato molto lo scaling del danno, che rende arduo chiudere la partita con una singola combinazione, e la responsività del gioco. Il fatto che ci siano solo tre personaggi con vantaggi sensibili derivanti dalla portata in tutto il cast è semplicemente un altro punto a favore. 
Le debolezze risiedono solo nel comparto tecnico e nei contenuti. Ci sono tutte le modalità tipiche dei picchiaduro, dal Survival al Time Attack, ma la campagna è, come già detto, blanda, e al di fuori di un Customize Mode dove si possono acquistare colori alternativi c’è poco di cui stupirsi. Gli sprite dei personaggi, non sono particolarmente dettagliati, e non vengono incorniciati molto bene dagli sfondi, composti da una manciata di poligoni e poco ispirati. 
Niente da dire infine sul netcode, talmente ben programmato da permettere di giocare oltreoceano. Chiaro, non bisogna aspettarsi miracoli, però non è una qualità da sottovalutare, trattandosi di un gioco importato. 

– Gameplay veloce, tecnico, e ricco di meccaniche interessanti

– Netcode di qualità, che permette di giocare oltreoceano

– Roster estremamente diversificato

– Contenuti abbastanza deludenti al di fuori delle modalità classiche

– Personaggi stilisticamente blandi

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Under Night In-Birth si è rivelato un picchiaduro tanto veloce quanto tecnico, dotato di un combat system che premia lo stile offensivo, e ricco di meccaniche interessanti. Stilisticamente il titolo non è memorabile, ma gli appassionati di fighting game non dovrebbero comunque farselo scappare.