Anteprima

True Crime: New York City

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a cura di Sarednab

La criminalità è un aspetto che da secoli invade in maniera più o meno diretta la vita dei comuni mortali che si imbattono loro malgrado in quelle che sono da considerarsi zone assolutamente “off-limits”, appartenenti a famiglie, clan e gang mafiose. Da anni questa tematica è abbondantemente affrontata in ogni tipo di sistema comunicativo esistente (vuoi per prevenzione o vuoi per divertimento), inclusa la consueta opera cinematografica (basti pensare a produzioni del calibro de Il padrino) e quella videoludica; il tutto delineando (seppur in maniera volutamente superficiale) le caratteristiche di questo argomento tanto delicato quanto affascinante.Tutti gli appassionati di questo mix mafia-videogame conosceranno (anche se solo di nome) il predecessore del titolo che prenderemo in esame per questa anteprima, True Crime: Streets of L.A.. Abbandoniamo per un attimo la città dalle mille luci per intraprendere un cammino tortuoso verso la più affascinante metropoli mondiale, vale a dire La Grande Mela…New York City!

Un oscuro passatoTrue Crime: New York City sostanzialmente si presenta al pubblico come un’affermato ma meno importante clone di GTA. Enormi campagne pubblicitarie (devo dire anche piuttosto affascinanti) hanno accompagnato il primo episodio della serie e addirittura il sottoscritto rimase basito dinanzi alle numerose immagini che comparivano in rete; ma, nel momento decisivo, là dove il pubblico si sarebbe aspettato una produzione che si sarebbe attestata come icona per le produzioni a venire, la software house fallì, rilasciando sul mercato di ogni piattaforma un titolo appena godibile e una produzione che non faceva gridare al miracolo.La cosa certa e che tutti ormai abbiamo imparato nostro malgrado è che con il passare del tempo si cresce, si matura e si cerca in qualche modo di migliorarsi soprattutto in base agli errori commessi. Su questa falsariga sembra ruotare il motto degli sviluppatori, i quali propongono (o ripropongono) gli aspetti più riusciti del primo episodio fondendoli con appetitose novità più o meno riuscite; ma andiamo con ordine.

Dimmi, dammi e comandaL’aspetto, se vogliamo, più innovativo e peculiare di True Crime: New York City è il modus operandi da attuare nel corso dell’avventura. Cosa vuol dire? Semplicemente che per fare lo sbirro dovrete comportarvi da tale adempiendo in maniera ligia a quelli che sono i vostri doveri. Più cauto e responsabile sarà il vostro atteggiamento nelle strade di Manhattan e più sarete da esempio per i cittadini che al contempo si riveleranno pacifici e armoniosi; se invece cederemo il passo alla criminalità e alla violenza, la gente non la prenderà bene comportandosi, alle volte, di conseguenza.Il “come far rispettare la legge” è una vostra scelta anche se calci, pugni, proiettili e sangue saranno gli elementi che accompagneranno in toto la vostra corsa per portare giustizia sulle strade de La grande Mela. Il sistema di combattimento e l’utilizzo di armi da fuoco è stato curato maggiormente rispetto a Street of L.A., semplificando i vari attacchi simultanei e aumentando il tasso di adrenalina e carisma alle stelle, sopratutto se il mix viene dall’uso combinato di armi differenti.

Solidità strutturaleUn aspetto degno di nota (nonché sensibilmente migliorato rispetto al capitolo precedente) è l’interazione con gli scenari. Non vi sarà scontro a fuoco che lascerà intatte le pareti circostanti. L’impatto, con susseguenti danni, delle pallottole sul campo di battaglia è quasi sbalorditivo (ricordo ancora quando il buon vecchio Max Payne fece scalpore in tal senso… ne è passata di acqua sotto i ponti); purtroppo però, tutto questo andrà a discapito della fluidità e farà sudare freddo le vostre schede video che si troveranno a gestire tutti gli effetti particellari del momento. Anche le fasi di guida saranno accompagnate da spettacolari “svolazzamenti”, sopratutto se prendiamo in esame il caso in cui inseguiate una vettura guidata da un criminale a cui stiamo dando la caccia.L’interazione con gli oggetti presenti sarà anch’essa tale da garantire la giusta immersione; infatti sarà difficile trovare un oggetto in giro che non potrà essere usato per far danno sul nemico, scaraventandogielo addosso (sedie, utensili e altre armi bianche)Inoltre la ricostruzione della più affascinante metropoli mondiale (soggettivamente parlando) è stata curata nel dettaglio in modo maniacale.

Prime visioniNonostante la presenza di molteplici aspetti positivi, True Crime: New York City sembra mostrare il fianco agli stessi difetti che hanno inficiato la valutazione finale del primo capitolo. Per carità, le ambientazioni sono varie e ben realizzate, i combattimenti veloci e intuitivi, l’adrenalina la fa da padrona… nonostante ciò, questa conversione PC non solo sembra accusare le stesse magagne della controparte console, ma addirittura pare che in alcuni punti li amplifichi. Il codice da me provato è molto vicino alla versione finale, quindi, a meno di inaspettati colpi di coda dei programmatori, non credo che ci ritroveremo tra le mani la nuova pietra miliare del genere action.

Il gioco si presenta al pubblico in maniera non del tutto convincente. Se da un lato offre situazioni nuove e insolite accompagnate da un gameplay preciso e accattivante, dall’altro soffre di quei tipici problemi che ultimamente affliggono molte produzioni, vale a dire la fretta nella realizzazione! Rimane ancora un pò di tempo prima dell’uscita, dopodichè scopriremo qual è la scelta migliore tra varcare i confini della Grande Mela e rimanere nel nostro caro stivale.