Recensione

Tourist Trophy

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a cura di Redazione SpazioGames

Un bel giorno, mentre me ne stavo spaparanzato a giocare a Gran Turismo 4 per la millesima volta, mi arriva una bella telefonata da parte del capo supremo che mi dice: “C’è da provare Tourist Trophy giapponese, vieni a prenderti la Playstation 2 Jap ed il gioco”Io: “Arf arf arf bau auuuuuuuuuuuu auuuuuuuuu auuuuuuuu”

Giusto per far capire quanto non aspettassi questo titolo….Corro a recuperare immediatamente il tutto e torno a casa eccitatissimo (neanche mi aspettasse Adriana Lima tutta nuda….), accendo la Play ed ha inizio la (mia) fine.

Scaldiamo i motoriAcceso il monolite nero aspetto (molto) impaziente il caricamento e il filmato introduttivo; vedo rosso, eccolo che inizia, e come nella tradizione Polyphony è una meraviglia per gli occhi, e viene da chiedersi come si arriva a tale livello di perfezione su una macchina datata come la PS2… mistero Sony, e siamo solo all’inizio, wow!

Do you speak Japan? No? AhiahiahiahiAl primo impatto volevo piangere, non capivo nulla di ciò che c’era su schermo, poi per fortuna, con buona volontà e spirito di intraprendenza, come succede in questi casi, mi aggiro nei menù e inizio a capirci qualcosa. Le modalità presenti in Tourist Trophy sono due, proprio come in GT4: Arcade e Carriera; nella prima è possibile girare liberamente con alcune moto, fare una gara veloce oppure un testa a testa in split-screen con qualche amico, e fin qui niente di nuovo. Il mio primo test si è svolto a bordo di una Ducati 999R nella pista del Nurburgring, giusto per iniziare un adattamento allo stile di guida ed al gameplay con roba da poco. Prima di scendere in pista però, è possibile scegliere la mescola delle gomme e smanettare un po’ su potenza e peso, per il resto, il menù, è come quello già straconosciuto di GT, con le varie opzioni per i replay e il tabellone con i record. La modalità Arcade però non è proprio il fulcro del gioco, quindi sfrecciamo sulla Carriera che ne rappresenta la spina dorsale, oltre ad essere quella con cui presumibilmente giocheremo per il 95% del tempo. Qui ci si trova davanti a diverse modalità da esplorare, e per fortuna sono disposte in maniera ordinata senza confusioni come nel titolo di macchine che tutti noi conosciamo, in questo modo, anche senza conoscere la lingua, è possibile godere appieno del gioco e di tutto ciò che offre. Ma andiamo con ordine, sono presenti – come di rigore – le patenti, 4 per l’esattezza, che vi aiuteranno a prendere confidenza con il gioco, cosa fondamentale visto che, inizialmente, il tutto non è immediato come si potrebbe credere anzi… alla prima partita sono caduto appena presa in mano la moto. Altra modalità presente è la Challenge, nella quale vi guadagnerete le moto che intendete usare (già, qui nulla si compra o vende, tutto si guadagna sulla pista); solitamente sono disponibili in base alle patenti che avete ottenuto, quindi è consigliabile darsi da fare e recuperarle tutte. Una volta che avrete selezionato la moto tra quelle presenti, vi ritroverete in pista con un leggero distacco da un’altra moto (o altre due) moto simile alla vostra per categoria e prestazioni, guidata ovviamente dalla CPU; lo scopo sarà quello di guadagnare la leadership e rimanere in testa per almeno 10 secondi. Per vincere le moto di categoria S invece sarete chiamati a compiere un giro secco sulla pista di Valencia (o Autumn Ring, in caso vogliate vincere una BMW). Nella modalità Free Run non farete altro che prendere una moto dal vostro garage e girare da soli, o, se lo desiderate, in compagnia di una moto scelta da voi controllata dalla console; aspetto utile soprattutto per la messa a punto dei nostri bolidi, per impostare assetti e cambio. Altra caratteristica tipica del team di programmazione giapponese è l’implementazione del Garage, luogo in cui troverete tutti i bolidi vinti nella Challenge e nel quale potrete vedere una loro descrizione, oltre ad impostate la posizione in sella del vostro pilota. Volete che faccia le curve come in Motard? Volete che oltre al ginocchio metta pure il gomito a terra? Bene, siete liberi di sbizzarrirvi, anche se poi non andrà a influenzare sul comportamento della moto o dei tempi. Nel caso in cui stiate usando una moto da gara, potete anche scegliere il numero stampato sulle carene (dal 5 al 99, per i primi 4 bisogna correre un campionato e arrivare in una di quelle posizioni). Le modifiche e personalizzazioni però non finisco qui, ed infatti potrete anche vestire il pilota scegliendo, in base a ciò che si è sbloccato, il casco o i guanti, la tuta o gli stivali.Una volta finito di rendere il tutto di nostro gradimento, potremo finalmente gareggiare in una delle categorie a cui si è ammessi (fino a 250cc, fino a 600cc, fino a 1000cc, oltre 1000cc, 2 Tempi, supersport, superbike ecc.).

Le Signore ed i numeriDiamo i numeri (se ve li giocate al Superenalotto e vincete voglio una percentuale!), ecco alcune delle moto, circa una settantina, presenti nel gioco:

Aprilia RSV1000RBMW Motorrad K1200R, K1200SBuell Fire Bolt XB12RDucati 999R, 999R FILAHonda CBR 954 Fireblade CBR1000RR CBR1100XX CBR600RR VFR Kawasaki Ninja ZX-10R Ninja ZX-12R Z1000 ZX-6RMoriwaki CBR600RR-MORIWAKIMV Agusta F4-1000s Brutale 910 Suzuki DR-Z400SM GSX 1300R Hayabusa GSX-R 1000 GSX-R 750 GSX-R 600 Triumph Daytona 650 Speed Triple Sprint STYamaha: MT 01,TMAX, TZ 125 GP, VMAX, XJR1300, YZF R-1, YZF-R6

oltre che le relative versioni Race (senza specchietti, fanali, targa).

37 piste (quelle di GT4, meno Le Mans, e l’ovale, ma con l’aggiunta di Valencia, e che aggiunta!) sono invece ciò su cui dovremo dimostrare di essere dei veri centauri. Ma i numeri non finiscono qui e vanno oltre con tantissimi caschi, una decina di tute, una decina di stivali, una ventina di guanti; ben 21 tipi di gare da affrontare e 3 visuali di gioco tra cui scegliere (esterna, cockipt, solo contagiri).

Gentleman Start Your EngineSpero che non vi siate annoiati troppo (eh ‘nsomma), perchè adesso si parla di giocabilità. E che giocabilità! La fisica delle moto è gestita in maniera superba, con le varie sollecitazioni ricevute dall’asfalto, cosa che si nota soprattutto nelle piste reali, che vanno ad inficiare la stabilità del mezzo; tutto ciò si nota poco ad occhio nudo in gara, ma vi basterà osservare il replay per rendervi conto di tutte le volte che la forcella affonda e che il mono-ammortizzatore dietro fatica a farvi stare in sella. Con lo stick analogico sinistro gestite la posizione arretrata (in frenata) o avanzata (in velocità) del pilota; se fate il contrario di quello che ho scritto, impennerete e farete “stoppie”… scordatevi i burnout. I freni sono sdoppiati, con quadrato “pinzate” tutti i frenimentre con R2 solo il posteriore, cosa utile quando ne serve poco. La mancanza di aderenza, nel caso in cui vi mancherà il grip (soprattutto se la vostra ruota va in appoggio sullo sporco), vi provocherà instabilità nella moto che se non riuscirete a gestire tempestivamente, porterà ad un’unica soluzione: caduta. I parametri da gestire sono forcella anteriore, mono (o doppio) ammortizzatore posteriore, bilanciamento freni, rapporti del cambio (o del variatore per gli scooter), mescola delle gomme e, nel caso in cui sia disponibile, uno scarico aperto (guadagnate da 1 a 10cv in base alla moto, ma cambierà soprattutto il sound e l’estetica). L’intelligenza artificiale non è eccelsa, in effetti, gli altri piloti faranno la loro gara ignorandovi come se voi non foste presenti; la cosa inizialmente vi lascerà indifferenti, ma, alla lunga, la sensazione di girare sempre da soli e di gareggiare a sé si farà sentire. Unica nota positiva per i piloti della CPU è il fatto che, se commettono un errore, non lo rifaranno più, questo ne dimostra la capacità di migliorarsi ma anche il fatto che, sebbene corrano per i fatti propri, non hanno delle traiettorie pre-impostate.In tutto questo bendiddio solo una cosa mi ha lasciato basito: se accelero violentemente fuori dalle curve la moto non scoda…cosa molto irreale che si spera possa essere disattivata dalle opzioni incomprensibili, altrimenti il realismo ne perderebbe tantissimo.

Dettagliatamente parlando…Benvenuti nel paradiso per occhi e orecchie. La grafica è qualcosa di spettacolare e spreme la sacrificata PS2 all’inverosimile con una versione migliorata e perfezionata del motore grafico storico di Gran Turismo; la precisione con cui le moto sono state realizzate e la cura dei loro dettagli è maniacale. Nello specifico, mi riferisco al battistrada, al pilota che preme freni e frizione sul serio ed in tempo reale, alla forcella che affonda, ai replay da cinema, agli impianti frenanti. Ammirevoli le sottili migliorie apportate alle texture, in particolar modo all’asfalto, affinato rispetto a GT4 con anche delle micro-crepe che rendono il risultato finale molto più realistico. Particolare attenzione va riposta nel circuito del Nurburgring, girare in questa pista è qualcosa di magnifico, il gioco di ombre (e che ombre, altro che Moto GP della Namco), gli effetti del sole e delle nuvole, i colori, la riproduzione fedele delle scritte sull’asfalto, la diversità di fondo stradale; un esempio è la curva del Karussel (carosello): nella realtà solo metà è asfalto, il resto è composto da lastroni di cemento, nel gioco anche, con la relativa diversità di aderenza.Sul sonoro non mi dilungo troppo, se avete giocato ai precedenti titoli della Polyphony già sapete cosa vi attende; è coinvolgente e coerente all’azione, e varia a seconda dello scarico montato, e anche qua sti jappo si sono superati, nella visione cockipt con cambio manuale si sente lo sfruguglio di metallo del cambio, e in velocità si sente l’aria che passa violenta nell’airbox. Grandioso.

– Grafica eccelsa

– Fisica moto realistica

– Da soddisfazione mentre si gioca

– Poche le modifiche apportabili alla moto

– Le manovre da fermo

– Parco moto limitato ad alcune categorie

– Provoca dipendenza

– Online? Che cosa è?

8.0

Questo gioco lanciato quasi per caso e giunto sul mercatino in sordina (saranno mica finiti i soldi per la pubblicità dopo GT4?) per gli appassionati della simulazione e delle moto è da avere, ma anche i semplici fruitori occasionali non dovrebbero lasciarselo scappare; perchè è un gioco dotato di una superba realizzazione tecnica frutto di anni di lavoro e perfezionamento che ha portato ad una grafica che sulla console Sony rappresenta il Top. Aggiungeteci una fisica accurata che porta il gioco ai massimi livelli, anche se non eccessivamente simulativi per non diventare troppo frustrante, ma con un bilanciamento ben riuscito con l’arcade e lo stile Polyphony, che si vedrebbe lontano un miglio. Se amate le moto, o i racing game in generale, non potete farvi sfuggire questo assaggio di cosa ci proporranno questi geni sulla Playstation 3.

Articolo a cura di Riccardo “Rickds” De Summa

Voto Recensione di Tourist Trophy - Recensione


8