Anteprima

Tomodachi Life

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a cura di LoreSka

Nintendo spesso ha delle idee semplici ma geniali. Chi avrebbe mai scommesso un centesimo su Animal Crossing? Un gioco in cui si interpreta un umano in una città di animali e in cui tutto ruota attorno al collezionismo e alle relazioni sociali. Eppure, questo concept molto semplice è ora uno dei best seller della grande N, nonché una delle serie più amate dai fan.
È inevitabile non volgere il proprio pensiero ad Animal Crossing quando si entra nel mondo di Tomodachi Life. Perché anche questo gioco fa leva sul collezionismo e sulle relazioni sociali, ma lo fa in maniera radicalmente diversa e infinitamente più “umana”. Perché, questa volta, al centro del gioco ci sono i Mii dei nostri amici.
Amiici miei
Tomodachi è la parola giapponese che indica gli amici. L’amicizia e le relazioni interpersonali, come prevedibile, sono al centro dell’esperienza di questo gioco, che ci pone su di un isola che si sviluppa sotto i nostri occhi, a seconda delle azioni che compiamo.
All’inizio, dunque, ci ritroviamo in un luogo relativamente spoglio: una spiaggia, un negozio di alimentari, un grigio dormitorio e una strana emittente televisiva che ci dà gli aggiornamenti su quanto accade in città. Abbiamo a disposizione un piccolo budget, con il quale possiamo acquistare qualcosa da mangiare da offrire agli amici. Ogni volta che si compie un’azione positiva si ottengono dei soldi in cambio, e di conseguenza si è costantemente spinti a interagire con gli abitanti della nostra isola per ottenere altri soldi da reinvestire.
Oltre alle “buone azioni” che portano soldi, i Mii che abitano sull’isola hanno necessità di divertirsi e di stringere relazioni con gli altri abitanti. L’isola offre parecchie distrazioni, ma in molti casi i nostri amici chiedono la nostra collaborazione in minigiochi della durata di pochi secondi. Talvolta li vediamo divertirsi in gruppo, spesso nelle stanze del dormitorio o in qualche luogo ricreativo, intenti a svolgere alcune attività strampalate. Abbiamo assistito a gare di rap, a quiz con domande assurde e abbiamo visto i nostri piccoli abitanti prendere parte a interviste televisive o trasformarsi temporaneamente in anchorman della televisione locale.
Nel caso delle relazioni interpersonali, i Mii chiedono spesso il nostro consiglio riguardo agli altri abitanti, che spesso vogliono incontrare. Possono nascere amicizie e dissapori, possono sbocciare gli amori, crescere le rivalità e i litigi o le profonde sintonie. Il gioco non sfocia mai nel violento o nel volgare, ma si ha la sensazione che i nostri Mii siano a volte un po’ anarchici; una caratteristica che potrebbe aggiungere un po’ di spezie alla miscela.
Oltre al denaro, il giocatore può ricevere come incentivo delle proprie azioni svariati oggetti. Non abbiamo idea, al momento, delle dimensioni della collezione di oggetti presente nel gioco, ma dalla varietà (e dall’assurdità) degli oggetti ottenuti nella prima settimana di gameplay possiamo ipotizzare qualcosa di gargantuesco. Chi ama questo genere di cose avrà pane per i propri denti. Infine, i personaggi possono salire di livello e diventare sempre più personalizzati grazie all’apprendimento di nuove frasi e nuove attività.
L’importanza di importare
La particolarità di Tomodachi Life è che, a differenza di Animal Crossing, gli amici non giungono di propria spontanea volonta sull’isola: dobbiamo crearli o importarli attraverso un altra console o un codice QR. Per mettere in moto il gioco, dunque, è necessario disporre di una bella combriccola di persone con cui interagire, e di conseguenza si è spinti a scambiarsi codici QR fra amici per arricchire la propria esperienza. Su Internet già fioccano le community dedicate allo scambio di codici Mii, e non è raro ritrovarsi ad importare qualche Mii famoso per farsi qualche risata (nella nostra isola, ad esempio, abbiamo importato il Mii di Miyamoto e Aonuma, oltre a quello di qualche personaggio storico, gentilmente fornito da Nintendo in fase di preview).
In Giappone questa formula ha funzionato molto bene, e il titolo è stato in grado di vendere diverse centinaia di migliaia di copie in pochissime settimane. Non crediamo che l’uso sociale del Nintendo 3DS sia altrettanto diffuso qui in occidente, ma Nintendo sta certamente invogliando il pubblico a scoprire questo gioco, e crediamo che con la giusta comunicazione questo titolo potrebbe avere una concreta speranza di catturare una schiera di appassionati anche da queste parti.
Il punto è che Tomodachi Life è un gioco molto più giapponese di quanto ci si possa aspettare. La totale follia delle attività e delle azioni presenti nel gioco spesso va al di là della nostra comprensione occidentale, e laddove un giapponese potrebbe trovarci del comico noi ci troviamo del grottesco o, peggio, dell’inutile. Così, facciamo davvero fatica a comprendere il senso di alcuni minigiochi e di alcune attività, che finiscono inevitabilmente per sfociare entro i confini della noia. Per contro, in alcuni momenti si sono generate delle situazioni a dir poco esilaranti, che abbiamo immortalato con la fotocamera integrata nel gioco, la quale permette di condividere le immagini su di uno speciale social network.
Oddio, parlano!
In Tomodachi Life i Mii parlano attraverso un sintetizzatore vocale. Questo aspetto contribuisce ad avvolgere il gioco in una strana atmosfera, in cui si inizia a riconoscere i personaggi anche per il proprio tono di voce, e per il modo strano con cui pronunciano il nostro nome.
Non è solo la voce a rendere unico chi ci sta attorno: ogni personaggio ha infatti un proprio carattere, i propri gusti e le proprie preferenze. Questi aspetti influenzano il modo di comportarsi di ciascun Mii, oltre alle relazioni interpersonali, ai gusti nel vestire, nell’arredamento e nel cibo. Sembra proprio che il gioco sappia andare molto più in profondità di quanto ci si potrebbe aspettare a un primo sguardo, e siamo davvero curiosi di scoprire cosa accadrà ai nostri amici nelle prossime settimane di gioco.

– Ottimo concept

– Tante attività da svolgere

– Alcuni momenti davvero esilaranti

Non vi è dubbio che Tomodachi Life sia un gioco interessante. Le similitudini con Animal Crossing e con The Sims sono innegabili, ma al contempo tutto è avvolto dalla strana atmosfera di quei giochi giapponesi che, spesso, vanno al di là della comprensione di noi occidentali. Il gioco potrebbe davvero rivelarsi una graditissima sorpresa, e potrebbe fare breccia nel cuore di un folto gruppo di persone, un po’ come è avvenuto con altre serie Nintendo. Al contempo, crediamo che ci occorreranno parecchie settimane di gioco e di scoperte prima di poter esprimere un giudizio su questo piccolo, stranissimo mondo di amici.