Recensione

Toby: The Secret Mine

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a cura di Specialized

Inizi a prendere in mano il pad per giocare a Toby: The Secret Mine e ti sembra di essere capitato in un nuovo Limbo solo meno deprimente e con qualche colore in più sugli sfondi. Questo puzzle platform di Lukas Navratil approdato da pochissimo su Steam a 9,99 euro non può infatti non ricordare il classico indie di Playdead, di cui riprende non solo lo stile grafico con il protagonista completamente nero e un art-design minimale quanto ispirato, ma anche il gameplay, retto ancora una volta su sezioni platform, puzzle “meccanici”, enigmi a tempo e altri elementi tipici del genere. Come già accennato, Toby: The Secret Mine non ha quell’atmosfera da suicidio istantaneo di Limbo, anche grazie a una maggior varietà cromatica dei livelli che passano da tinte calde e pastose ad ambientazioni ghiacciate quasi completamente bianche, per poi farci tuffare in uno scenario futuro-industriale e persino in un antro infernale tutto fiamme e fuoco. 
Prova, prova e riprova 
Insomma, i debiti con Limbo sono moltissimi, per non parlare di un’altra evidente ispirazione di Navratil come Nihilumbra di BeautiFun Games, anche a livello di interfaccia (praticamente inesistente) e di sistema di controllo. Toby è una piccola creatura nera con occhi bianchi e con un aspetto da diavoletto che parte per un viaggio avventuroso dopo che il suo villaggio viene attaccato e i suoi abitanti rapiti e imprigionati da un’altra creatura non meglio specificata. Il nostro atipico alter ego può solo saltare, muoversi verso destra e sinistra e interagire con alcuni elementi dello scenario, attivando ad esempio dei meccanismi o spostando casse e rocce. Nient’altro. Un approccio davvero miniale al puzzle-platform e infatti per i primi 20 minuti il gioco risulta piuttosto elementare e poco impegnativo, anche grazie a un sistema di checkpoint che il più delle volte, quando moriamo, ci fa ripartire da poco prima del fattaccio. Passata però questa fase interlocutoria, il gioco inizia a mostrare i muscoli e a far salire la tensione con un livello di difficoltà sempre più elevato e punti davvero a un passo dalla frustrazione, che però non è stata mai raggiunta (almeno nel nostro caso). Questo perché, oltre a passaggi con piattaforme fisse e mobili e salti quasi millimetrici, Toby: The Secret Mine si basa molto anche sul trial&error, con passaggi in cui è impossibile non morire le prime volte che si compiono. Mostri che sbucano all’improvviso e senza preavviso, frecce che ci trafiggono da un momento all’altro, piattaforme da cui escono punte solo dopo che vi siamo saltati sopra e via di questo passo.
Tre ore di salti e puzzle
Questi passaggi occupano per fortuna circa il 10-15% dell’intero gioco, ma potranno infastidire parecchi giocatori sebbene, solitamente dopo cinque o sei tentativi, si riescono a superare senza che il gioco diventi davvero insopportabile. Preparatevi poi a rimanere bloccati parecchie volte prima di capire come continuare, ma anche in questo caso basta un po’ di pazienza per proseguire oltre. Capita infatti spesso che un passaggio sia nascosto dal “nero” degli scenari e che per aprirlo bisogna andarci incontro. Oppure in altri punti si deve saltare più volte su un’asse di legno “invisibile” per romperla e cadere di sotto, ma anche qui c’è il trucchetto visto che quando vi camminiamo sopra si sente chiaramente un cigolio. Tra le altre sfide offerte dal gioco ci sono demoni che lanciano bombe esplosive (naturalmente anche mentre dobbiamo saltare su piattaforme in movimento), raggi laser, puzzle di fine livello con simboli strani da far combaciare e una specie di sanguisughe da evitare a tutti i costi, anche perché in generale per spedire Toby all’altro mondo basta un solo tocco di un nemico. Come giudicare quindi questo platform puzzle? Contando che in meno di tre ore lo si può terminare morendo anche più di 100 volte (noi ci siamo fermati a 120), che la trama è quasi inesistente e che il finale lascia un po’ con l’amaro in bocca tanto è sbrigativo, l’esperienza con Toby: The Secret Mine non è proprio di quelle lunghe e super appassionanti. Eppure il gioco di Lukas Navratil ha dalla sua una bellissima atmosfera, una grafica godibilissima, un livello di difficoltà elevato ma non frustrante e tanti piccoli tocchi di classe che ci costringono diverse volte a riflettere prima di muoverci. Certo, i debiti nei confronti di Limbo sono davvero molti, ma se volete un’alternativa meno grigia e uggiosa e più varia nelle ambientazioni (ma anche meno poetica e innovativa), questo viaggio irto di pericoli in compagnia di Toby saprà regalarvi parecchie soddisfazioni.       

– Graficamente adorabile

– Difficile il giusto

– Buona varietà di ambientazioni

– Controlli precisi

– Poco originale

– Trama e finale deludenti

– Certo trial&error è davvero diabolico

8.0

Toby: The Secret Mine è una specie di Limbo meno poetico e drammatico, ma anche più vario e con lo stesso approccio da puzzle-platfom non proprio all’acqua di rose. Anche il nostro piccolo Toby infatti dovrà morire decine di volte tra trappole, spuntoni, salti sbagliati e creature diaboliche per arrivare all’agognato finale. Insomma, originalità poca, ma stile grafico di gran classe, longevità nella media per questo tipo di titoli e un delicato ma solido equilibrio tra passaggi al limite dello snervante e momenti di grande soddisfazione.

Voto Recensione di Toby: The Secret Mine - Recensione


8