Recensione

The Simpsons Hit & Run

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a cura di Fabfab

Strano destino quello dei Simpsons, serie americana nata per un target di pubblico certamente adulto (ricordo ancora che, ai tempi della prima messa in onda italiana, Canale 5 li collocò nel palinsesto notturno…) ma che ha fatto breccia anche nel cuore dei più giovani, al punto da diventare un fenomeno di massa globale.Strano destino anche quello dei giochi ispirati ai Simpsons, quelli almeno usciti per le console di nuova generazione: giochi di skateboard (il pessimo The Simpsons Skateboarding), cloni di “Crazy Taxi” (il divertente The Simpsons Road Rage), nessuno sembra essere ancora riuscito a cogliere l’essenza videoludica di questa strana famiglia gialla…Nonostante tutto, i titoli precedenti devono aver ricevuto un buon riscontro in fatto di vendite, visto che continuano a sfornarne di nuovi: l’ultimo della serie, il qui presente The Simsons Hit & Run, pecca nuovamente di originalità presentandosi come clone smaccato di “Grand Theft Auto”, ma risulta, alla fin dei conti, il miglior gioco mai tratto dalla famosa serie di Matt Groening.

Grand Theft SimpsonsLa prima, geniale idea del gioco è quella di proporci un’intera Springfield da visitare ed esplorare liberamente! Qualcosa di simile era già presente in “Road Rage”, è vero, ma in questo caso le possibilità di interazione con ambiente e personaggi risultano decisamente maggiori e più appaganti: potrete visitare quasi tutti i “luoghi famosi” della celebre cittadina americana, dal mitico Kwik-E-Mart (Jet Market nell’adattamento italiano), la bettola di Moe (Boe), la Chiesa del reverendo Lovejoy, la casa di riposo di nonno Abraham, la villa di Burns, la centrale nucleare e molti altri tra cui, naturalmente, casa Simpsons, dove prendono il via le vicende.Il gioco comincia quando delle misteriosissime vespe robotizzate, con tanto di telecamera guardona, invadono Springfield violando la sacrosanta privacy dei suoi abitanti: alquanto disturbato dalla cosa il nostro Homer decide di scoprire chi si cela dietro questo strano fenomeno e perché un misterioso furgone nero stazioni costantemente davanti a casa sua…Come detto la giocabilità ricorda molto quella di GTA3: per proseguire nel gioco occorre portare a termine le varie missioni che ci vengono sottoposte, ma è anche possibile accantonare la trama principale per dedicarsi all’esplorazione di Springfield. Possiamo muoverci sia a piedi che in automobile, utilizzando la nostra oppure chiedendo un passaggio: a differenza del titolo Rockstar, tuttavia, non c’è spazio per la violenza in questa produzione, cosicché non è possibile picchiare i passanti, né investirli (o meglio, è possibile, ma una volta entrati in contatto con l’automobile questi si limitano a rimbalzare via come pupazzi, non prima di averci inveito contro…) e le auto altrui non si rubano ma ci si accomoda tranquillamente sul sedile di fianco al proprietario (il controllo, però, l’avremo noi, non preoccupatevi).La famosa cittadina risulta ben caratterizzata e sufficientemente estesa da richiedere un certo tempo prima di poter dire di conoscerne tutti i segreti: ovunque vi giriate vi imbatterete in luoghi familiari, volti noti e piccoli tocchi di classe come, ad esempio, demenziali cartelloni stradali ripresi direttamente dal serial televisivo (come la pubblicità “Don’t eat beef…eat deer” in cui una sconsolata Lisa da poco vegetariana si imbatte nel famoso episodio, per non parlare dei manifesti elettorali dell’inetto Quimby).Il traffico è sostenuto ed innumerevoli veicoli solcano le strade di Springfield; alcuni di essi sono ben noti ai fan (l’auto del commissario Wiggun, il pulmino giallo della scuola) ma la varietà latita alquanto e si finisce per incrociare non più di una decina di modelli diversi (anche se il gioco ne dichiara ben 40), anche perché la maggior parte dei mezzi originali (la familiare di Homer, la jeep di Marge, il carrettino a razzo di Bart, lo spazzaneve, ecc.) sono utilizzati esclusivamente dal vostro personaggio e quindi non fanno parte del parco macchine cittadino. Il modello di guida, naturalmente, è arcade oriented anche se la guidabilità e le prestazioni variano a seconda del tipo di vettura utilizzato (un camion sarà più lento ma resistente agli scontri, un’automobile più agile a destreggiarsi nel traffico cittadino ma destinata ad esplodere miseramente se soggetta a troppi urti).

Il kit del piccolo bastardinoL’avventura principale consta di una serie di missioni, sia a piedi che, soprattutto, in auto, da completarsi nei panni di cinque personaggi differenti: Homer, Bart, Marge, Lisa e Apu. Tali personaggi non sono liberamente selezionabili dal giocatore, ognuno di essi deve completare una parte della storia (solitamente una decina di missioni) per poi passare il testimone al successivo: gli incarichi da portare a termine di volta in volta sono abbastanza vari ma, inevitabilmente, alla lunga un poco ripetitivi trattandosi quasi sempre di corse in auto, con lo scopo di arrivare entro un certo tempo, di battere uno o più avversari, di inseguire o di distruggere un veicolo…Al di là di esse, come già accennato, è possibile aggirarsi liberamente per le strade di Springfield e raccogliere le monete sparse per la cittadina; è possibile ottenerne anche distruggendo le vespe spione o fracassando a calcioni i distributori automatici di bibite. Il denaro serve sia per acquistare nuovi veicoli da guidare che per variare il guardaroba del personaggio utilizzato (non vi stuzzica l’idea di guidare un Homer in mutande oppure Bart col vestito da mafiosetto?).Per le strade della città passeggiano diversi volti noti e se sopra la testa campeggia un bel punto esclamativo significa che è possibile interagire con loro e attivare una missione facoltativa: queste, generalmente, si riconducono sempre a gare di velocità, contro il tempo o contro altri avversari, vincendo le quali è possibile sbloccare interessanti bonus.

Da cartone animato a videogiocoVisivamente parlando il gioco assomiglia parecchio al precedente “Road Rage”, nonostante sia lampante una maggior cura per il dettaglio rispetto al predecessore; la cosa curiosa è che gli sviluppatori, invece che optare per la scelta apparentemente più ovvia (e di moda) per convertire un cartone animato in un videogioco, cioè l’utilizzo dell’abusato cel shading, hanno invece optato per una realizzazione tecnica tradizionale, con personaggi e locazioni coloratissimi ma poco dettagliati e con textures monocrome che tuttavia, riescono a rendere efficacemente l’idea di una Springfield 3D vera e viva come nella serie tv e qualche problema di compenetrazione dei poligoni ed un frame rate precario non compromettono non compromettono la godibilità del tutto.L’audio, prevedibilmente, sfrutta motivetti e voci originali della serie: i personaggi “interagiscono” tra loro, provate a far incontrare Ned Flanders e Homer e quest’ultimo non potrà fare a meno di esprimere il suo disappunto. Anche durante l’azione il protagonista utilizzato ci delizia con tutto un campionario di frasi tipiche (Homer ansimante dopo una corsa, il rutto libero di Barney, la petulante Marge…): naturalmente sto parlando del doppiaggio originale americano perché il titolo in questione non ha subito nessun tipo di localizzazione nella nostra bistrattata lingua (ma il gioco è stato interamente doppiato in inglese, francese, tedesco e spagnolo…). Il parlato, quindi, è totalmente in inglese e non esistono sottotitoli né italiani né inglesi, la qual cosa rende parecchio difficile seguire le vicende: per fortuna una schermata prima di ogni missione ci riassume in breve quello che dobbiamo fare, ma se non avete dimestichezza con l’idioma di Albione (o con una delle altre 3 lingue previste) avrete dei seri problemi a seguire la storia.La longevità, per finire, è in parte compromessa dalla relativa facilità delle sfide proposte: le 56 missioni non sono particolarmente impegnative, considerato anche la presenza di indicatori su schermo (leggi: frecce versi che indicano la direzione) a guidarci sempre fino al completamento delle stesse. L’inclusione di una modalità di gara fino a quattro contemporaneamente (in una speciale pista inquadrata dall’alto) completa l’offerta del prodotto…

– Sono i Simpsons

– Colorato e divertente

– For fans only

– Mancata localizzazione in italiano

– Alcune pecche grafiche e di gameplay

7.5

Dopo le non brillanti esperienze precedenti, i Simpsons ci riprovano e sbarcano nel mondo dei videogiochi con un clone di GTA3: in The Simsons Hit & Run nei panni, rispettivamente, di Homer, Bart, Marge, Lisa e Apu dovremo sventare una minaccia aliena e nel contempo potremo goderci liberamente la miglior Springfield digitalizzata mai vista! Il gioco è ben realizzato, divertente al punto giusto, zeppo di riferimenti e omaggi alla serie tv e longevo quanto basta, ma è indicato unicamente agli appassionati della serie perché chi non conosce ed ama i personaggi non può che godere in minima parte delle chicche disseminate nel gioco e sarà meno disposto a perdonare le evidenti pecche sia a livello grafico che di gameplay.

Il target, quindi, pare essere l’appassionato, soprattutto quello di giovane età, vista la relativa facilità del gioco: ma, almeno per quanto riguarda la versione italiana, la mancata localizzazione e l’assenza di sottotitoli rende complesso seguire le vicende per chi non padroneggi almeno una delle quattro lingue del gioco (inglese, francese, spagnolo e tedesco). Una scelta davvero incomprensibile che esclude un buona parte di potenziali acquirenti…

Voto Recensione di The Simpsons Hit & Run - Recensione


7.5