Anteprima

The Pillars of the Earth

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a cura di Matteo Bussani

In questi giorni abbiamo avuto il piacere di fare un tour negli studi di Daedalic, software house tedesca nota soprattutto per le avvincenti avventure grafiche che nel corso del tempo è andata via via producendo. Un’esperienza decennale costellata da grandi successi, ma anche da qualche scottatura, che hanno portato un manipolo di giovani programmatori a diventare una realtà consolidata e da cui è legittimo aspettarsi sempre di più. In totale abbiamo avuto il piacere di vedere in anteprima ben tre titoli, tutti in uscita nella seconda parte di questo 2017, ma su tutti Pillars of the Earth è quello che in assoluto ci ha colpito di più, forse proprio perché è nato dalle basi rodate di punta e clicca, che in Daedalic conoscono bene, sviluppate su una storia che non mostra certo il fianco a banali critiche, come quelle raccontate da Ken Follet, nei suoi romanzi.
I Pilastri di un videogame
The Pillars of the Earth prende infatti spunto a piene mani dalle avventure dell’omonimo romanzo e ne riscrive l’intreccio narrativo in una forma più agile che possa essere perfetta per i due possibili giocatori che si avvicineranno al titolo, ovvero chi conosce già gli svolgimenti e chi li ignora: la diversa profondità di lettura, tra chi riconosce le illustrazioni a schermo di personaggi e ambientazioni, e chi invece inconsciamente se ne fa coinvolgere.  E’ proprio a partire da questa natura, che semplicemente grazie a una prova del gioco della durata di poco più di mezz’ora siamo riusciti a entrare nelle atmosfere di The Pillars of the Earth e soprattutto a vestire completamente i panni di Jack, figlio di Tom, un ragazzo selvaggio nell’aspetto e nei modi, ma dall’animo gentile e desideroso di conoscere il mondo che lo circonda, nato e cresciuto nella foresta, in quel momento innevata, nei pressi di Kingsbridge. A dire il vero nel corso dell’avventura queste non sono le uniche parti che prenderemo, anche se le sole che abbiamo potuto vestire nella prova di cui sopra; difatti agiremo anche nei panni del monaco Philip, e della giovane nobile Aliena, più altri due personaggi extra di cui però non è stato detto molto di più, tutti alle prese con le vicende che circondano la costruzione della cattedrale di Kingsbridge nel corso del XII secolo. 
La vita interiore dei personaggi
Al di là dei personaggi, l’interesse principale che avevamo prima e durante la prova era quello di capire in che modo le esigenze narrative si incastrassero con le necessità del gameplay: ovvero se in qualche modo l’ingombranza di un testo come quello di Ken Follet potesse infastidire la libertà creativa degli sviluppatori, e quindi del giocatore all’interno della partita. A risposta di ciò è arrivata la nuova meccanica dedicata al titolo, che ne sviluppa la complessità in fase di risoluzione dei puzzle per la prosecuzione dell’avventura. Essa tira in ballo la morale dei giocatori, la loro sfera etica, e fa sì che l’evoluzione degli stessi renda disponibile o meno determinate azioni all’interno della partita. Un libro, per esempio, a seconda dell’affetto del giocatore nei suoi confronti, potrebbe esser fatto diventare o meno combustibile per un fuoco di fortuna e ciò influenzerebbe a sua volta la risoluzione dei futuri enigmi che verranno posti sul nostro cammino.
Il fascino dell’ambientazione
Addentrandoci nella fase di gioco disponibile, corrispondente al secondo capitolo della storia, è stato breve il passo che ci ha portato a denotare un’avventura matura e ricca di sfumature, adatta al libro sia dal punto di vista dei dialoghi sia da quello dell’illustrazione. Quest’ultima in particolare, tra l’estremo dettaglio degli edifici e le atmosfere realistiche anche cupe e crudi quando necessarie, ci ha sempre convinto e ci ha permesso di apprezzare con ancora maggior interesse le animazioni che, nei pochi frame di cui sono composte, sono in grado di trasmettere il giusto impatto della scena che descrivono. 
Come in ogni punta e clicca, avremo la solita schiera di controlli disponibili e un inventario in basso a sinistra da cui attingere gli oggetti di cui abbiamo bisogno. Il tutto sarà usufruibile sia tramite mouse e tastiera, assolutamente preferibili, sia tramite pad, complice anche l’uscita del prodotto su tutte le piattaforme, console casalinghe comprese, esclusa Switch. Sul fronte audio avremo musiche orchestrali di altissima qualità e un doppiaggio inglese, sempre accompagnato dalla traduzione, anche in italiano, dei sottotitoli.

– Una base narrativa invidiabile

– Atmosfera azzeccatissima

– Illustrazioni ispirate

The Pillars of the Earth, nonostante l’ombra del romanzo che aleggia alle sue spalle e che potrebbe incutere timore nel giocatore che si avvicina , ci ha convinto fin dai primi minuti di gioco. La storia matura, l’illustrazione cupa ma curata e l’interattività vissuta di un videogioco, sono gli elementi messi in gioco da Daedalic in un titolo che indubbiamente sfrutta la sua esperienza oramai decennale per farci rivivere da un’altra prospettiva le avventure che si sono svolte attorno ai pilastri della cattedrale di Kingsbridge.