Anteprima

The Legend of Zelda: Twilight Princess HD

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a cura di Pregianza

I The Legend of Zelda rappresentano per molti il cuore pulsante dei videogiochi. Sono i proto action adventure, titoli che hanno insegnato a tutti cosa volesse dire creare un mondo ricco di magia e dungeon esplorabili, e tutt’oggi fanno scuola quando un nuovo capitolo spunta nei negozi. Tra tutti Twilight Princess è uno dei più particolari: è l’outsider che non doveva esserlo, lo Zelda che è stato dimenticato da gran parte dei fan nonostante fosse stato creato seguendo le loro volontà.
Forse è dovuto al fatto che il suo ciclo vitale ha attraversato sia Gamecube che Wii, facendo da ponte generazionale tra le due console, o magari alla sua eccessiva vicinanza a quell’Ocarina of Time che non poteva e non doveva essere imitato all’interno della stessa saga. Fatto sta che questo titolo, pur portandosi a casa i favori della critica, viene ad oggi messo tra i migliori Zelda solo da una percentuale minima di appassionati della serie creata da Miyamoto. 
Al solito, dipende dai gusti. Secondo noi Twilight Princess merita di stare lì, sullo stesso podio dei migliori capitoli della saga, per via del suo stile maturo, della sua storia un po’ più dark di quelle a cui Nintendo ci ha abituato, e della sua capacità di prendere ciò che aveva reso grande Ocarina of Time e migliorarlo in larga parte. Ma oggi non siamo qui per disquisire su quale sia il migliore Zelda, bensì per parlare del remake HD proprio di Twilight Princess, che arriverà a breve su Nintendo WiiU e abbiamo visto in azione a Milano.
Varrà la pena di vestire di nuovo i panni di Link Lupo?
Un lupo al tramonto
Provoca una strana sensazione osservare la prima scena di Twilight Princess HD. L’immagine di Link che corre a cavallo con il tramonto ad accompagnare il suo galoppo scatena ancora forti emozioni in chi ha provato il gioco originale, ma la vecchiaia del motore si nota subito nei pochi poligoni della mappa. Uno dei motivi per cui Windwaker è invecchiato così bene era il suo look cartoonesco e coloratissimo, non difficile da riadattare ai tempi moderni per Nintendo. I personaggi di Twilight Princess appaiono invece più sformati, “vecchi” e innaturali, costringendo il giocatore a un leggero sforzo mentale per godersi appieno l’atmosfera. 
Non siamo infatti davanti a una sorta di rifacimento dell’intero motore, gli sviluppatori si sono limitati a ritoccare le texture aumentandone la definizione e a portare il tutto a 1080p, operando cambiamenti limitati al sistema di illuminazione. Certe texture sono state completamente rifatte, e in alcune zone l’illuminazione più chiara migliora l’esperienza, ma non bisogna aspettarsi mutamenti impressionanti. Siamo davanti a un gioco che vive del suo comparto artistico e che solo grazie a quello oggi non sfigura, nonostante le migliorie.
Paradossalmente, il gioco è stato ritoccato in misura maggiore nelle sue meccaniche, riadattate alla nuova console. L’interfaccia è ad esempio molto più chiara, e ancora una volta con il paddone è possibile utilizzare comodamente l’inventario senza dover mettere in pausa. Un tocco ora permette inoltre di trasformare Link in lupo senza dover parlare con Midna, e tutti gli oggetti dotati di puntamento in prima persona sfruttano i sensori di movimento del pad in combinazione con le levette analogiche per mirare con maggiore precisione. 
Tra gli altri cambiamenti abbiamo: controlli migliorati mentre si nuota o si controlla Epona, un portamonete nettamente più sostanzioso per le rupie, solo dodici lacrime di luce da recuperare nelle varie zone invece delle originali 16 (grazie al cielo, visto che si trattava di una delle fasi più tediose e ripetitive del titolo), e la presenza di una nuova lanterna per vedere i nemici spettro anche durante il giorno. Se invece vi state chiedendo come sia migliorata la velocità di scalata del protagonista, dobbiamo purtroppo dirvi che è sempre assai lenta, quindi non aspettatevi un secco miglioramento delle sezioni in cui il buon Link deve arrampicarsi sull’edera. 
Ulteriore elemento aggiunto di questa riedizione è la compatibilità con gli Amiibo. Usare sul paddone l’Amiibo di Link Lupo attiva una modalità arena alternativa, dove si combatte appunto nei panni del peloso cagnolone in vari settori zeppi di avversari agguerriti (i piani sono 40 e completamente privi di cure, quindi è una sorta di survival). Si tratta di una modalità extra piacevole, accompagnata da un secco aumento di difficoltà se si usa l’Amiibo di Ganondorf o dalla possibilità di facilitarsi la vita riempiendo la faretra o i cuori del protagonista con gli Amiibo di Zelda e Link. 
Ah, per gli amanti della difficoltà a ogni costo: tenete a mente che l’Amiibo di Ganondorf può venir usato in combinazione con la modalità eroe, qui disponibile da subito, per rendere elevatissimo il livello di sfida. 
È davvero tutto qui. Nintendo questa volta non ha fatto un lavoro particolarmente titanico e non bastano certo una cinquantina di timbri per il Miiverse in più a donare validità ulteriore a un gioco che ne ha già da vendere. In sede di review resta da vedere quanto ancora Twilight Princess sia in grado di risvegliare il bimbo felice che c’è in noi, e se il lavoro fatto sul comparto tecnico sia effettivamente solido o presenti qualche preoccupante crepa. Una volta fatte le dovute considerazioni, saremo pronti a dargli un voto.

– Twilight Princess resta un titolo notevole

– 1080p e texture ritoccate

– Cambiamenti al gameplay che alleggeriscono l’esperienza

Tra la massa dei remake HD, Twilight Princess è un nome abbastanza pesante da potersi distinguere, ma non aspettatevi un lavoro sopraffino come quello fatto con Windwaker da questa riedizione.

Si tratta di un gioco artisticamente notevole anche dopo tutti questi anni, tuttavia il suo look più maturo avrebbe richiesto un lavoro titanico per essere aggiornato, una situazione che ha spinto Nintendo a optare per la via più semplice. Messa in conto questa verità, resta da vedere quanto ancora le avventure di Link e Midna siano in grado di stupire prima di dare un voto. Restate sulle nostre pagine per saperne di più, al solito. Non manca molto.