Recensione

The Legend of Zelda: Phantom Hourglass

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a cura di Motobecane

Il momento che molti fanatici del piccolo ragazzo in verde stavano aspettando è finalmente giunto. Zelda, uno dei brand Nintendo più importanti ed acclamati di sempre, si infrange come un meteorite sul piccolo portatile a due schermi, lasciando ancora una volta penzolanti le nostre sconcertate mascelle. Appena uscito nella terra del Sol levante e atteso trepidamente per questo inverno nel vecchio continente, Link torna ad incantare grandi e piccini tramite una struttura rodata e forse fin troppo classica che risorge però a nuova vita grazie alle possibilità apparentemente infinite che solo Nintendo DS sa offrire.

Mare mare mareSebbene gettarsi all’arrembaggio su una nave fantasma con tanto di teschi e spuntoni apparsa improvvisamente in mezzo all’oceano e circondata da una fittissima nebbia non possa sembrare ai più una brillante idea, Tetra, giovane pirata dal cuore impavido, deve averla pensata diversamente. Di fronte ad un terrorizzato quanto improbabile equipaggio di marmocchi lentigginosi, la nostra bella si ritrova, suo malgrado, inghiottita da un vortice oscuro, gridando a gran voce il nostro nome (e probabilmente maledicendo, dentro sè stessa, la curiosità femminile). Il giovane Link, cappellino verde bel calcato sulla fronte, non se lo fa ripetere due volte: rimboccate le maniche si getta disperatamente verso il parapetto del veliero misterioso, rimediando però solo un gran mal di testa e qualche contusione, assieme all’ormai classico risveglio sulle rive dell’ancor più classica spiaggia deserta. Come molti di voi avranno notato, la storia di Phantom Hourglass si ricollega direttamente a quel diamante perfetto che era Wind Waker, apparso la scorsa generazione su Gamecube, e mai dimenticato. Da quest’ultimo, infatti, eredita una serie di caratteristiche, tecniche e stilistiche, che non potranno che rendere estremamente felici tutti coloro che di solcare gli azzurri mari non ne hanno ancora avuto abbastanza.

Una stilo per la vitaSarà, come sempre, Navi, fatina luminosa con ali da farfalla, a farci rinvenire e a dare il via alle mille avventure che The Phantom Hourglass ci parerà dinnanzi. L’esuberante esserino altro non è che il cursore che ci permetterà di spostarci nell’enorme mondo esplorabile. Ed ecco quindi la prima, lampante, scoperta: l’intero gioco verrà affrontato unicamente con la pennina plasticosa. Esatto, niente crocetta direzionale, niente A e B, niente pulsanti dorsali. Se a prima vista la cosa può lasciare perplessi, bastano davvero pochi secondi per rendersi conto come il sistema di controllo messo in piedi da Nintendo rasenti i limiti della perfezione: movimenti, salti, combattimenti si svolgono in totale naturalezza e con una precisione che lascia a bocca aperta. Link è agile, veloce e risponde prontamente sia ai rapidi tocchi che alle strisciate più marcate. Gli affondi di spada, le capriole e il mitico whirlwind (il colpo a 360°) sono sempre presenti e incredibilmente facili da eseguire. Ad elevare ulteriormente una giocabilità, che si attesta già su livelli superbi, si affianca l’intelligentissimo uso (un applauso agli sviluppatori) delle possibilità interattive di Nintendo DS: se prendere appunti sulla mappa può sembrare una cosa banale (per quanto, vi assicuriamo, utilissima), la soluzione degli enigmi, l’uso di determinate armi, i soffi emessi nel microfono e mille altre piccole cose, impreziosiscono un gameplay stimolante e coinvolgente, per nulla ripetitivo, ed in ultima analisi, estremamente appagante. I leggeri elementi rpg che da sempre hanno caratterizzato la saga, sono riproposti anche in questo ultimo capitolo, con l’aggiunta interessante e divertente di poter customizzare la propria nave, comprando e vendendo i singoli pezzi, dando la possibilità ai più smanettoni di creare il vascello dei propri sogni.Anche il comparto grafico fa la sua ottima parte: personaggi in Cel Shading e fondali tridimensionali calano il giocatore in uno scenario colorato ed affascinante, ricco di dettagli e molto curato. I pochi oggetti bidimensionali (casse, vasi e compagnia bella) per nulla stonano nel piatto finale e la portata risulta sicuramente gustosa per i nostri occhi. Il tutto accompagnato da brani molto ispirati, che in più di un’occasione richiamano i temi classici della saga e raramente risultano ripetitivi accompagnate dalle classiche voci emesse dal buon protagonista come in occasione di un salto o di un fendente con la spada.

IncomprensioniQuello che banalmente mina il giudizio finale sulla versione giapponese delle ultime avventure di Link è proprio l’impatto tremendamente duro con la lingua del sol levante. Tralasciando gli aspetti legati alla trama, che appare comunque molto interessante e costellata da personaggi molto carismatici, chi è a completo digiuno di Kanji e fonemi, si infrangerà contro una barriera di scogli quasi insormontabile, che potrebbe portare allo sconforto parecchi utenti. Molti enigmi sono infatti basati sulla lettura di determinate tavolette di pietra o sull’assimilazione di alcuni indizi puramente testuali, il che rende obbligatorio ripetere alcuni passaggi parecchie volte, in molte occasioni affidandosi al caso. Se, ad esempio, l’ordine con cui premere un certo numero di pulsanti si può ricavare per esclusione, il tutto si rende complicato quando ci troveremo, stilo alla mano, a dover scrivere di nostro pugno la soluzione. Non un difetto del gioco in se quindi, ma semplicemente un elemento da tenere in seria considerazione in caso di acquisto all’estero.

Spensierato passatempoCome nota finale segnaliamo una simpatica modalità multiplayer 1 contro 1, con supporto alla connessione wi-fi. In un labirinto pacman-style i giocatori impersoneranno a turno link e un trio di guardiani con il nostro eroe intento a prelevare pezzi di cristallo e depositarli in determinate aree (in maniera del tutto simile ad un basilare capture the flag), braccato ovviamente dai tre nerboruti cattivoni, che seguiranno i percorsi tracciati tramite stilo dal nostro avversario. Una serie di bonus sparsi per la mappa e la variabile del peso dei diamanti (più un pezzo è pesante più i movimenti di Link saranno rallentati) rendono il tutto molto divertente, pur limitandosi ad essere un semplice passatempo non troppo profondo.

– Controlli divini

– Caratteristiche DS sfruttate al massimo

– Comparto grafico eccellente

– E’ Zelda su DS!

– Barriera linguistica a tratti insormontabile……

– ……. Anche se la versione Europea sarà ben altro

8.7

La prima incursione di Link su Nintendo DS fa rimanere decisamente a bocca aperta e incanta per la profondità e la precisione con cui questo prodotto è stato confezionato. Controlli eccelsi, gameplay profondo ed appagante, comparto tecnico ottimo. Ancora una volta Nintendo accontenta casual ed hardcore gamers, dimostrando che un bel gioco è e rimane per tutti. Certo la barriera linguistica (il gioco in lingua comprensibile meriterebbe molto di più di quanto trovate i questa recensione) potrebbe creare qualche problema, ma sinceramente ciò non fa altro che aumentare la voglia di mettere le mani quanto prima sulla versione Europea di Phantom Hourglass.

Voto Recensione di The Legend of Zelda: Phantom Hourglass - Recensione


8.7