The Legend of Zelda: Breath of the Wild

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a cura di JinChamp

Da giorni non si parla d’altro che di Zelda, anche perchè ci sono già moltissimi videogiocatori totalmente immersi nel magnifico regno di Hyrule. È più che mai vero, infatti, che The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha segnato indelebilmente l’avvento della nuova ammiraglia di casa Nintendo, ma anche l’epilogo di Wii U ed è per questo doveroso verso i possessori di quest’ultima console sciogliere qualche piccolo dubbio riguardante la bontà di questa versione. Ovviamente per la valutazione completa del gioco vi rimandiamo alla recensione dell’altra, per Switch, mentre in questa sede sarà nostra premura concentrarci più sul lato tecnico e sulle eventuali differenze tra le due.

La natura selvaggia respira anche dal paddoneIl primo punto su cui vogliamo soffermarci è assicurare a tutti i possessori di Wii U che l’esperienza ludica di Breath of the Wild è praticamente la stessa su entrambe le console. Non ci sono stati tagli di features o di contenuti, cosicché qualsiasi sia la versione del gioco su cui ricada il vostro acquisto, possiate godere della stessa esperienza ludica. Ciò non significa però che i due prodotti siano esattamente uguali, poiché esistono comunque differenze, principalmente sul piano tecnico.Volendo toglierci subito i sassolini più fastidiosi dalle scarpe, abbiamo constatato alcuni peggioramenti nelle performance del gioco rispetto a quanto visto sulla nuova console ibrida. Il più evidente consiste in cali del framerate, in qualche caso anche piuttosto bruschi, sia durante le fasi più caotiche, come ad esempio mentre combattevamo contro un discreto drappello di nemici contemporaneamente, sia durante le scampagnate per i boschi, guardando il titolo andare a scatti mentre giravamo la telecamera appollaiati sui rami più alti. Il secondo difetto più rilevante, ma molto meno grave, riguarda l’aliasing che, dobbiamo ammettere, risulta abbastanza accentuato, sintomo di una minore risoluzione dell’immagine nativa.Sono questi gli aspetti più evidenti che potrebbero far storcere il naso alla maggior parte dei videogiocatori, considerando anche gli standard qualitativi a cui ci ha sempre abituato Nintendo, che ha spesso rinunciato a qualcosina del comparto grafico pur di garantire un gameplay sempre fluido. Il “problema” di questo Zelda è che molto del gameplay impatta sul motore di gioco e quindi sul framerate, limitato a 30 e – come abbiamo già detto – non ancorato a quella soglia.

Il rovescio della medaglia è che ci ritroviamo davanti un prodotto con meccaniche molto curate in ogni singolo dettaglio, dove il motore fisico permette cose incredibili, coerenti e funzionali all’interno del mondo di gioco, senza alcuna sbavatura esattamente come su Switch. Non sappiamo se fosse stato possibile fare meglio in termini di ottimizzazione, per questo non ci sentiamo di condannare Nintendo ma, piuttosto, riconoscergli il merito di aver avuto il coraggio di non abbandonare Wii U e tutti i suoi acquirenti, presentando un prodotto che ha comunque dell’eccezionale, tanto più se si pensa alla struttura hardware su cui gira. Purtroppo non si possono non confermare i soliti noti problemi relativi alle mancanze di quest’ultima, come i tempi per scaricare e installare la patch di aggiornamento o qualche disservizio un po’ fastidioso se si intende alternare la dashboard al gioco: anacronistici all’alba del 2017.

Salvare la principessa Zelda ha sempre il suo fascinoDal primo istante in cui vi risveglierete nei panni di Link, inizierete a scoprire Hyrule immergendovi a 360° in essa: tra i boschi, i corsi d’acqua, le cime innevate e i dungeon più profondi. Lo stile grafico resta delizioso anche con queste piccole sbavature, i colori saturi e carichi vi accompagneranno piacevolmente durante tutta l’avventura insieme alla splendida colonna sonora.Come probabilmente avrete già capito leggendo la recensione di riferimento, sono i dettagli ben curati in ogni singolo aspetto a rendere The Legend of Zelda: Breath of the Wild un autentico capolavoro. Non possono essere le, comunque limitate, mancanze tecniche a depauperare il valore assoluto del gioco, come un po’ di rallentamenti, qualche effetto particellare mancante o qualche secondo in più nei caricamenti. I dettagli che contano e appassionano sono stati assolutamente preservati: pensiamo all’interazione con gli ambienti e gli oggetti, la possibilità di raccogliere consumabili, cuocerli o cucinarli insieme, potersi arrampicarsi ovunque e di nuotare, le fasi survival in relazione al clima, o anche semplicemente l’utilizzo degli Amiibo. Che abbiate tra le mani un paddone o un device nuovo di zecca, la vostra esperienza sarà assolutamente e ugualmente soddisfacente. Se proprio volessimo muovere una critica verso la grande N, ci è sembrato un po’ triste vedere così poco sfruttata proprio la gimmick connaturata in Wii U. L’unica funzione del paddone sarà quella di poter decidere con un veloce tap sullo schermo se guardare il gioco da lì o dal televisore, tuttavia non esistono altre opzioni dedicate, fosse anche stato semplicemente l’avere fissa la topografia della mappa da consultare al volo abbassando semplicemente lo sguardo. Buono invece il feedback con i sensori di movimento, da utilizzare soprattutto quando si prende la mira con l’arco, ma per chi non lo gradisse si può sempre scegliere di disattivarlo dalle opzioni.

Se avete a casa una Wii U e per qualsiasi motivo non credete di portare a casa una Nintendo Switch a breve, potete tranquillamente correre a prendere questo nuovo capitolo di Zelda senza il timore che vi lasci un retrogusto amaro in bocca. Potrete godervi l’ultima avventura dell’eroe e della principessa più famosi dei videogiochi dall’inizio alla fine, pur accettando qualche compromesso in più sul lato tecnico ma senza che ne vengano penalizzate in alcun modo tutte le feature e le meccaniche che rendono Breath of the Wild il gran gioco che è. Anche su Wii U.