Recensione

The Last of Us: Left Behind

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a cura di Pregianza

Naughty Dog ha dato uno scossone poderoso al mondo dei videogame con The Last of Us. In un periodo in cui gli zombie game ormai spuntano come funghi e le storie davvero indimenticabili scarseggiano come non mai, questi talentuosi sviluppatori hanno ribaltato ogni preconcetto, portando nei negozi un titolo dal ritmo e dalla narrativa incredibili.
Le avventure di Ellie e Joel hanno fatto razzia di premi, catturando milioni di giocatori increduli e conquistando la stragrande maggioranza della critica, ma, pur avendo creato una perla rara nell’industria videoludica attuale, la software house statunitense non ha evitato di seguire il solito codone dei dlc, ormai visti come quasi obbligati quando si ottiene un certo successo. 
Il primo contenuto scaricabile davvero atteso, però, è arrivato solo ora, si chiama Left Behind e amplia una parte estremamente importante della campagna originale. Gli sceneggiatori di Naughty Dog saranno riusciti a creare anche in questo caso un’esperienza memorabile, oppure siamo di fronte a un semplice rabbocco non necessario? Vediamo.
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Lungi da noi spoilerare eccessivamente la storia di questa “aggiunta” al gioco originale. L’unica cosa che dovete sapere è che Left Behind non vi mette nei panni di Joel, ma di Ellie, protagonista di due storie parallele che si ricollegano con forza agli avvenimenti originali. 
Le fasi si intrecciano più volte durante la breve campagna, della durata di sole due ore, e sono molto più diversificate di quanto si pensi. Si parte controllando una Ellie già abituata a combattere e a sopravvivere, in una serie di scontri e situazioni che si riavvicinano molto a quelle vissute in passato, ma ben presto questi momenti carichi di tensione vengono spezzati da un filone narrativo che porta la ragazza a viaggiare con Riley, la sua migliore amica, tornata da lei dopo essere sparita per più di un mese. Parliamo di azione “spezzata” perché le fasi con Riley sono quasi del tutto narrative, con molti dialoghi e momenti pensati per approfondire ancora di più la conoscenza con Ellie e con il mondo di The Last of Us. Vagando in una sorta di centro commerciale disastrato, si notano con chiarezza i resti di una civiltà distrutta e si entra nella testa di due ragazzine che in un mondo in pace non hanno mai realmente vissuto. 
I momenti senza Riley, comunque, hanno il loro perché, e non tutto ruota dunque attorno all’alchimia tra le due eroine. In generale ci si trova ancora una volta ad affrontare vari nemici sfruttando il solido gameplay della produzione: Ellie non ha la forza fisica di Joel, ma non deve creare di continuo dei coltelli, poiché dotata di una lama che non si spezza dopo vari utilizzi. Questa sua capacità però viene bilanciata dall’impossibilità di utilizzare armi in corpo a corpo, indispensabili per poter sopravvivere all’assalto di nemici come i Clicker, che eliminano all’istante e rappresentano la minaccia più pericolosa del DLC.
La novità sta nella presenza di alcuni momenti in cui si ha a che fare sia con gli infetti che con i cacciatori umani, ed è possibile pertanto far eliminare gli uni dagli altri con il sapiente uso di rumorosi mattoni o bottiglie. Quanto alla difficoltà, in generale ci è parsa simile alle fasi finali della campagna base, ma è comprensibile, considerando che il DLC va quasi obbligatoriamente giocato dopo il suo completamento (contiene spoiler enormi e le sue implicazioni si comprendono realmente solo dopo aver finito la storia principale). 
Insomma, lo scopo primario di Left Behind sembra il voler offrire qualche scontro in più agli amanti dell’azione stealth del gioco, e avvicinare ulteriormente il giocatore al personaggio di Ellie svelando i dettagli di alcuni retroscena. Apprezzabile, anche se l’impatto, stavolta, non ci è sembrato paragonabile a quello della trama originale. Si nota sempre una certa maestria da parte dei Naughty Dog nel modo di trattare la narrativa, eppure alcune scelte degli scrittori del team sono, per quanto sensate per approfondire ulteriormente i personaggi, opinabili, senza contare il ritmo degli avvenimenti, gestito in modo non sempre eccezionale. Il personaggio di Riley, una giovane tutto pepe che si comporta spesso come se la sua unica priorità fosse trovare un po’ di svago in un mondo distrutto insieme alla sua migliore amica, funziona, ma viene esplorato relativamente poco. Inoltre abbiamo trovato alcune fasi fin troppo lente, specie se le si valuta per ciò che realmente sono: semplici promemoria che sottolineano come la giovane Ellie non abbia avuto un’infanzia normale. Un po’ ridondanti a questo punto.
Siamo rimasti invece ancora una volta stupiti dal comparto tecnico, visto che ci sembra sempre inverosimile vedere un titolo con un tale livello di dettaglio su PS3. Le animazioni facciali dei protagonisti restano estremamente realistiche, il pathing dell’IA umana è ancora spaventosamente variabile, e le ambientazioni sono sempre curatissime. Permangono dei bug (abbiamo visto un clicker nuotare nel cemento e poi ricomparire all’improvviso dietro ad Ellie), ma è poca roba. 

– Offre interessanti rivelazioni sul personaggio di Ellie e sul suo passato

– Introduce scontri discretamente impegnativi con infetti e umani contemporaneamente in campo

– Narrativa sempre curatissima e notevole

– Impatto sulla narrativa inferiore alle aspettative

– Non offre realmente nulla di nuovo

– Dura solo un paio d’ore

8.0

Left Behind è un buon DLC, che verrà sicuramente molto apprezzato da chiunque desideri ardentemente esplorare ancor più a fondo il crudele mondo congegnato dai Naughty Dog e conoscere meglio altri aspetti della giovane Ellie. Non aspettatevi però enormi rivelazioni o momenti dotati dello stesso impatto di quelli visti nella campagna originale. Questo contenuto scaricabile aggiunge ben poco al gioco base, e brilla solo in rare occasioni. In poche parole, se volete un po’ di The Last of Us in più fatelo vostro, non vi deluderà, ma non crediate di esser di fronte a un DLC realmente all’altezza dell’opera di cui fa parte.

Voto Recensione di The Last of Us: Left Behind - Recensione


8