Anteprima

The King of Fighters XIV

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a cura di Gottlieb

Sono trascorsi circa sei anni dall’ultima comparsa sul mercato videoludico di The King of Fighters a opera di SNK Playmore. Era il 2010, si giocava ancora su Xbox360 e PlayStation 3, e il picchiaduro bidimensionale che dal 1994 rimpingua il parco offerte del mercato videoludico rievocava la stessa formula del combattimento 3 contro 3 aggiungendo super mosse e azioni più spettacolari delle precedenti versioni, supportati chiaramente dai motori grafici più moderni. Adesso, con un lustro e poco più alle spalle, tocca dare il benvenuto al quattordicesimo capitolo della saga, che arriverà su PlayStation 4 il prossimo 26 agosto. Per approfondire quelle che sono le novità abbiamo avuto modo di testare il prodotto negli studi del publisher italiano, Koch Media, per degli scontri 1vs1. 

Novità nella tradizioneNon è ancora noto alcun dettaglio circa quella che sarà la modalità singleplayer, che non era presente nella versione che abbiamo potuto testare e sulla quale ancora non ci sono dichiarazioni specifiche da parte degli sviluppatori, se non che la storyline si impegnerà su qualcosa di completamente nuovo, essendo terminata la storia di Ash Crimson con il tredicesimo capitolo. Il roster, dalla sua, si presterà a una componente davvero vasta, riproponendo tanto i personaggi più noti, con Mai Shiranui a capitanare la spedizione, ma anche qualche novità, pronta a lanciarci nel canonico tre contro tre. La procedura, per chi non fosse avvezzo al genere e al titolo in sé, non prevede un combattimento in tag team, ma un susseguirsi in tre diversi scontri: resta chi vince, in sostanza, ma con la barra della vita che ottiene un recover in minima parte, pertanto sulla carta chi perde, nello scontro successivo, dovrebbe essere avvantaggiato, dando vita a un andirivieni di vittorie e sconfitte che si deciderà, magari, al sesto turno. Detto ciò, partiamo, quindi, dalle novità che vengono proposte dal quattordicesimo capitolo della saga, lasciando alle spalle le conferme della serie e citando immediatamente la Rush Combo, una sorta di palliativo che va incontro a chi si approccia per la prima volta a un prodotto del genere, cercando un divertimento che non dev’essere inficiato dall’eccessiva difficoltà del genere o del titolo in sé. Per incentivare, quindi, un ricambio generazionale e soprattutto per avvicinare nuovi giocatori all’esperienza di The King of Fighters XIV, le Rush Combo si attiveranno semplicemente in maniera automatica premendo consecutivamente il tasto cui sarà assegnato il pugno debole: in sequenza, quindi, sarà possibile ottenere un risultato simile, ma non uguale, a quello cui potreste arrivare con una classica combinazione di tasti, magari eccessivamente complessa tra mezzelune e annesse. Il competitivo, però, sia chiaro, non ne risente, perché le combo messe a segno in questa modalità decisamente rapida e basilare non avranno mai la medesima forza delle combo che invece saranno schiave delle sequenze di tasti che più fanno impallidire i neofiti. Subito dopo troviamo un’altra novità che è collegata alla Max Mode, che va a sostituire quanto avevamo avuto modo di vedere nel tredicesimo capitolo sotto il nome di Hyper Drive. Utilizzata per poter arrivare a delle mosse speciali, la Max Mode si attiverà esclusivamente al caricamento totale di uno dei segmenti della barra power e vi permetterà di utilizzare le EX Move, arrivando a delle super mosse decisamente spettacolari al raggiungimento dell’intera barra: le classiche Super andranno a consumare un solo segmento, le Neomax e le Climax, che richiede, appunto, le tre barre di cui sopra. Ultimo appunto: un po’ come accaduto in altri picchiaduro della current gen, dobbiamo segnalare un po’ di frustrazione quando si finisce a combattere ai bordi dello schermo, che concedono troppo vantaggio ai nostri avversari. 

La terza dimensioneAl di là di quelle che sono le vere e proprie novità dal punto di vista del gameplay, è d’uopo concentrarsi molto su quelle che sono le novità dal punto di vista grafico, visto che KoF era assente da sei anni dal panorama videoludico. Il comparto grafico ha deciso di abbandonare gli sprite in 2D, che erano comunque più che apprezzati, per andare a sposare quelle che sono le richieste della modellazione poligonale della corrente e passata generazione. Purtroppo, però, tale scelta non è stata premiata, soprattutto nelle ambientazioni, che ricordano le prime build dell’ultimo bistrattato Street Fighter: se i lottatori riescono a rispondere in maniera adeguata a quelle che sono le necessità del videogiocatore moderno, i fondali non riescono a convincerci, nella speranza che vi possano essere delle migliorie in questi ultimi due mesi che ci separano dalla release finale. Il distacco, però, è realmente eccessivo e la mancanza di un’interazione tra gli sfondi e il piano di combattimento è troppo evidente, rendendoli due luoghi che risultano essere incredibilmente staccati: con delle location eccessivamente spoglie, quindi, sembra di ritrovarsi davanti a un green screen sul quale viene proiettata un’immagine sciolta dal resto. Non pretendiamo l’interazione di Mortal Kombat X, che offriva qualcosa di diverso dal punto di vista dell’attività sui fondali, o come Dead or Alive, ma nemmeno qualcosa di così asettico, perché scegliere il luogo dove combattere diventa un qualcosa di meramente estetico e per niente utile al combattimento in sé. Il passaggio al 3D, insomma, non convince molto e nel 2016, nonostante quella che è la tradizione del titolo, ci si aspetta decisamente di più: in ogni caso, i combattimenti sono ancora bidimensionali, quindi non è stata intaccata quella che era la natura stessa di KoF. Nostalgici, quindi, restate calmi. 

– Roster che assicura un’ottima varietà

– Più accessibilità per i neofiti

Nonostante quelle che sono state le semplificazioni inserite in The King of Fighters XIV, abbiamo avuto modo di divertirci durante il nostro piccolo assaggio in Koch Media. Sfruttando la possibilità di giocare 1vs1, quindi con un altro collega che ha condiviso con noi lo slot a disposizione, abbiamo apprezzato le novità del gameplay, che rendono molto più accessibile il titolo, soprattutto a chi si dovesse avvicinare per la prima volta alla saga o, addirittura, al genere. Purtroppo la resa tecnica non eccellente affligge molto il titolo, con l’introduzione della terza dimensione che fa storcere un po’ il naso, soprattutto là dove la resa dei fondali non è per niente ottimale. Segnaliamo in ogni caso un roster veramente vasto, che ci permette di avere dalla nostra una grande varietà: nella versione testata mancavano poco più di dieci personaggi, tutti da sbloccare, ma già solo con quelli disponibili abbiamo avuto la possibilità di rendere variegata la nostra esperienza. Tra un mese e qualche giorno in più arriverà il nostro verdetto finale sul titolo.